2023 una annata senza vendemmia
- Fabio Riccio
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Diciamocela tutta: il 2023 per parte dell’agricoltura italiana e in particolare per vite e olivo, pur con qualche eccezione è stata una annata a dir poco catastrofica. Punto.
A macchia di leopardo, ma tutto quello che non doveva accadere è invece accaduto
Non parlo solo della Peronospera ringalluzzita o delle varie mosche che hanno allegramente prolificato in ogni dove.
No: per tutto un concatenarsi di eventi e concause si raccoglierà decisamente meno uva, e quella poca che un po’ per fortuna, un po’ per i veri e propri martellamenti chimici fatti da qualcuno alle prime avvisaglie di questa specie di “diluvio universale” si è salvata, sarà di quantità e qualità inferiore.
Ma, c’è anche chi è stato travolto senza avere la possibilità di difendersi, parlo qui delle aziende che fanno il “Bio Serio”, e di quelle che per scelta etica da anni hanno scelto maglie sempre più stringenti entrando nel mondo del “Vino naturale”.
Qui, sempre salvo qualche eccezione, al “diluvio universale” si è aggiunta l’impossibilità di difendersi, se non abiurando alle scelte etiche e di fiducia consolidata verso i loro consumatori-clienti.
Tra le aziende che hanno scelto la via più drastica, cioè quella per quest’anno di non fare proprio la vendemmia, vista la poca e povera qualità dei pochi acini malamente maturati va segnalata l’Agricola Paglione di Lucera (FG), attiva con scelte etiche e “naturali” già dal lontano 1994, quando parecchi che ora pontificano dall’alto dei loro presunti titoli di Bio e agricoltura “verde” (troppo spesso finta e di facciata…) non erano ancora nati.
Scelta pregna di rispetto per chi, per precisa scelta, dei loro prodotti ne è consumatore, il tutto annunciato via social in questo breve post…
Solo ammirazione: la parola etica qui si estrinsecata nei fatti e non in sterili proclami.
Qui, il rispetto, pieno, del cosiddetto gentlemen’s agreement che eticamente dovrebbe regolare i rapporti tra consumatori e produttori nel mondo del Vino naturale c’è. Punto.
Si, per fortuna ancora chi crede ancora nell’etica, raro caso nell’Italia rabbiosa e carognosa di questi anni.
Però c’è un precedente affine… nel 2007 sempre per un concatenarsi di cause, tra gelo, siccità e altre rovine, la Cascina degli Ulivi, a quel tempo ancora guidata dal compianto Stefano Bellotti si trovò a corto di uve bianche per il loro “Semplicemente bianco”.
Per fortuna (altrui) i problemi erano locali, e così con un’altrove sconosciuta solidarietà tra vignaioli, arrivarono in soccorso uve bianche da produttori amici e così il “Semplicemente Bianco” vide la luce anche quell’anno.
Bello leggere questa etichetta, è semplicemente magnifica perché parla il linguaggio dell’etica e della solidarietà… Questo il link per leggere in dettaglio la storia.
Interessato da più di venti anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale. Dal lontano 1998 collabora come autore alla guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, ha scritto sulla guida Le tavole della birra de l’Espresso, ha collaborato a diverse edizioni della guida Osterie d’Italia di Slow Food, ha scritto su Diario della settimana, su L’Espresso e su Cucina a sud. Scrive sulla rivista il Cuoco (organo ufficiale della federazione cuochi). Membro di molte giurie di concorsi enogastronomici. Ideatore e autore del sito www.gastrodelirio.it