Borscht: il piatto tipico ucraino è patrimonio umanità Unesco

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Il comitato straordinario del patrimonio culturale immateriale dell’Unesco – secondo quanto apprende l’ANSA – ha iscritto il Borscht, piatto tipico della cucina ucraina a base di barbabietole, cavolo fresco, brodo, carne di manzo e maiale, e con panna acida, nella lista dei patrimoni dell’umanità Unesco.

La candidatura, avviata nel 2019, doveva essere stata valutata tra il 2023 e il 2024 ma il Comitato Unesco ha deciso di anticipare a quest’anno e di procedere d’urgenza, con il sostegno anche dell’Italia.

“La vittoria nella guerra del Borscht è nostra”, ha scritto sui social il ministro della Cultura di Kiev Oleksandr Tkatchenko dicendosi soddisfatto per la decisione dell’Unesco. L’Ucraina “vincerà la guerra del Borscht e anche questa guerra”, ha scritto sul suo account Telegram, riferendosi al conflitto con la Russia.

L’Ucraina condividerà la ricetta di questa zuppa di barbabietole con tutti i Paesi civilizzati, “e anche con quelli incivili, affinché abbiano almeno qualcosa di leggero, gustoso e ucraino”.

Il Comitato Unesco si è riunito in seduta straordinaria per la prima volta, rispetto alle sedute ordinarie previste in genere tra novembre e dicembre, per decidere sulla candidatura del Borscht, si apprende, in quanto “data la situazione contingente del conflitto non si poteva attendere”. L’approvazione è avvenuta, sempre secondo quanto appreso, “all’unanimità e non c’è stata nessuna obiezione al parere che era stato elaborato dall’organo tecnico, l’Evaluation body Unesco, e l’ha fatto proprio senza nessuna modifica”. In particolare non è il piatto ad essere in pericolo in quanto tale ma “la pratica e la tradizione delle conoscenze legate alla realizzazione del piatto” che rischiano di disperdersi per via del perdurare del conflitto”.

Come evidenziato già lo scorso maggio dal presidente dell’Evaluation Body Unesco, l’italiano Pier Luigi Petrillo, quando fu annunciata la procedura d’urgenza, l’Unesco non dà alcun bollino di paternità o di originalità: se un Paese iscrive un elemento nella Lista dei patrimoni mondiali ciò non significa che quella tradizione è solo ed esclusiva di quel Paese, anzi per l’Unesco vanno privilegiate le candidature di tradizioni che legano più Paesi tra di loro.

Mosca reagisce alla decisione dell’Unesco e la addita come un caso di “nazionalismo” ucraino, parlando di “ucrainizzazione”. “Per dare al mondo un esempio culinario dell”attuale nazionalismo di Kiev’ citerò un fatto: hummus e pilaf sono riconosciuti come piatti nazionali di diversi Paesi”, ha scritto su Telegram la portavoce del ministero russo degli Esteri, Maria Zakharova. “Ma da quello che capisco – ha continuato – tutto è oggetto di ucrainizzazione”.

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