I prodotti plant based hanno letteralmente conquistato il mercato del food in Italia. Secondo una ricerca condotta da Bva Doxa i prodotti a base vegetale – anche detti plant based – sono acquistati dal 54% degli italiani.
Più di un italiano su due. Il 21% di loro li acquista abitualmente, il 33% solo occasionalmente. Secondo l’analisi effettuata dall’azienda italiana specializzata nelle ricerche di mercato, i protagonisti di questa tendenza e di questo cambiamento delle abitudini alimentari dei consumatori sono i giovani under 35. La scelta di mettere nel carrello un prodotto plant based in alternativa alla carne è di varia natura: il driver d’acquisto principale è sicuramente l’aspetto nutrizionale e quello legato alla scelta di un tipo di dieta vegetariana o vegana.
Ma non solo: il gusto è diventato negli anni un ago della bilancia sempre più solido nella scelta del consumatore; inoltre è consolidato nella mente dei consumatori il fatto che si tratti di prodotti e di cibi amici dell’ambiente nell’ottica di una maggiore sostenibilità del mercato alimentare.
Burger, polpette, cotolette, nuggets: queste le categorie di food a base vegetale che spopolano di più sul mercato plant-based. Vere e proprie alternative alla carne, per sapore e consistenza, tali da incuriosire e stupire anche chi di carne ne mangia abitualmente. E se per vegetariani e vegani si tratta di una scelta obbligata dalla propria dieta, la sfida oggi è rendere il food plant based apprezzabile e di tendenza soprattutto per il mondo dei carnivori e degli onnivori
Ha scommesso sul plant based anche la catena italiana Kebhouze, il brand di street food kebab. Nel menù c’è il Planted kebab: si tratta di un prodotto 100% vegetale – e vegano – a base di proteine di piselli, senza alcun additivo o aroma, con la sola aggiunta di Vitamina B12 che rende il prodotto completo dal punto di vista nutrizionale. La grande differenza rispetto alla maggioranza dei prodotti plant-based diffusi sul mercato è la completa assenza di soia: oltre che sotto il profilo dell’assenza di allergeni legati a questo ingrediente, si tratta di un elemento che incide positivamente sull’impatto ambientale. La produzione e il consumo di Planted riduce di oltre il 74% l’emissione di CO2 rispetto alla produzione della carne normale, oltre a sfruttare la metà del terreno e dell’acqua.
Prodotto dall’omonima azienda con sede in Svizzera a Kemptthal, vicino Zurigo, il Planted kebab è stato da subito un successo: “È successo più volte che clienti vegani ci hanno chiesto dopo il primo morso, quasi spaventati, se non si trattasse per errore un kebab di vera carne” – dice Oliver Zon, uno dei founder di Kebhouze “La grande gratificazione per vegetariani e vegani è poter fare un’esperienza vegana di livello sotto il profilo del gusto, che non ha nulla da invidiare a quella del vicino di tavolo che sta mangiando del vero pollo”. Così da Kebhouze il campo da gioco si è fatto più ampio. “Molti dei clienti che ordinano il Planted kebab vegetale ci dicono che mangiano carne senza problemi, ma che lo scelgono per puri motivi di gusto”.