Il granchio blu: da specie aliena a risorsa

La diffusione massiva del Callinectes sapidus – che dopo l’Adriatico è sempre più comune anche nel Tirreno – ha impatti forti sugli ecosistemi e sulla pesca artigianale. Ma un modo per ridimensionarlo, dicono gli esperti, c’è. Favorirne la distribuzione sul mercato. Trasformare il temuto granchio blu, specie aliena marina invasiva arrivata nel Mar Mediterraneo dall’oceano Atlantico occidentale e dal golfo del Messico, in una risorsa per le comunità dei pescatori.

E’ l’obiettivo di ‘Blueat – La Pescheria Sostenibile‘, un progetto imprenditoriale ideato dalla start-up tutta al femminile ‘Mariscadoras srl’, creata da cinque ragazze di Rimini, che in collaborazione con la società ‘Tagliapietra e figli srl’ hanno lanciato un appello ai pescatori italiani per spingerli a catturare il granchio blu, specie aliena diffusasi nel Mar Adriatico, Ionio ed ora anche in alcune zone del Tirreno, e a venderlo ad un prezzo stabilito alla società che ne curerà la trasformazione e l’esportazione verso i mercati internazionali dove costituisce un prodotto molto apprezzato. Il granchio blu è una specie particolarmente invasiva che mette in pericolo la biodiversità locale.

“Ci rivolgiamo a tutti i piccoli pescatori che volessero partecipare all’innovativa iniziativa commerciale con l’obiettivo di pescare la maggior quantità di granchio blu, parliamo nell’ordine di tonnellate’ con sistemi di pesca compatibili con l’ambiente marino e la risorsa, sia nel Mar Adriatico che Ionio – spiega la biologa marina e fra le ideatrici del progetto Blueat Carlotta Santolini – Mariscadoras srl società benefit garantirà l’acquisto del prodotto ed il pagamento, fornendo a singoli pescatori o cooperative di pesca tutta l’assistenza scientifica ed ambientale necessaria finalizzata ad una pesca sostenibile del granchio”.

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