No dell’Italia alla carne da laboratorio

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Non ci arrenderemo a mangiare carne prodotta in laboratorio”: lo ribadisce a chiare lettere il ministro dell’Agricoltura e Sovranità alimentare e forestale, Francesco Lollobrigida che ha come obiettivo quello di riportare il settore “al centro del dibattito, e, bene o male, partendo anche dal nome del ministero”.

Il neo responsabile del Masaf parla a Verona, all’inaugurazione della 124/a edizione di Fieracavalli, manifestazione di riferimento per il mondo equestre a livello internazionale, nata nel 1898, e che, assieme a Fieragricola, è la rassegna storica nel calendario di Veronafiere.

“È una rassegna straordinaria, con 124 anni di tradizione, di centralità del mondo equestre”, afferma Lollobrigida, che coglie l’occasione per lanciare un rinnovato impegno sul sistema fiere “cruciale per l’Italia”. Riferendo di un incontro con i vertici della Fiera di Verona, rileva poi la necessità di ragionare di strategia “di un sistema importante, in concorrenza anche con altri sistemi fieristici in Europa e nel mondo, che possa attrarre economie”

Sempre tenendo a mente le linee-guida del rinominato dicastero: “La nostra economia, il nostro sistema – ricorda – è spesso aggredito da metodi che non condividiamo, non ci arrenderemo a mangiare carne prodotta in laboratorio”. La sovranità alimentare, aggiunge il ministro “è importante e fondamentale. Noi abbiamo voluto inserire questo termine all’interno del nome del Ministero proprio per rendere centrale il sistema agroalimentare, il sistema della produzione, mettendo l’imprenditore agricolo al centro della produzione. Il diritto di un popolo a mangiare, ma a mangiare anche bene”.

Fino a domenica 6 novembre a Verona sono protagonisti 2.375 cavalli di 60 razze. Quartiere fieristico scaligero sold-out con 12 padiglioni occupati, oltre alle aree esterne, per una superficie espositiva di 128 mila metri con 695 aziende provenienti da 25 paesi e 200 eventi in calendario, tra competizioni, spettacoli e convegni.

“Con Fieracavalli – ha detto il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo – sappiamo di avere una grande responsabilità verso il mondo equestre. Apparteniamo a tutti i suoi protagonisti e li rappresentiamo da 124 anni”. Un settore cruciale anche per il territorio, come ha confermato il presidente del Veneto, Luca Zaia: “In Veneto i proprietari di cavalli sono 17.050, le aziende che hanno in qualche modo a che fare con il mondo equino sono oltre 9.000. Il cavallo dà lavoro a una schiera che oscilla tra le 40.000 e le 50.000 persone”.

Nel fitto calendario di appuntamenti spiccano la 21/a edizione della Coppa del Mondo di Salto ad ostacoli Longines FEI Jumping World Cup e lo show serale Gala d’oro, oltre a numerosi eventi a tema sostenibilità, filo conduttore di tutte le iniziative collaterali. “Fieracavalli – ha spiegato l’ad di Veronafiere, Maurizio Danese – è considerata un unicum nazionale e internazionale del settore. Questo appuntamento si conferma come un momento chiave e in questo contesto Fieracavalli agisce come moltiplicatore per il business delle aziende che partecipano, grazie anche al valore del proprio brand”.

In Italia, rileva Coldiretti, sono 550 mila i cavalli allevati per passeggiate, turismo equestre, attività sportiva e pet therapy. E con 32 razze tutte italiane il nostro Paese vanta la maggiore biodiversità equina d’Europa con un patrimonio concentrato in particolare in Lombardia, Lazio, Sicilia, Toscana, Piemonte, Emilia Romagna e Puglia. Quote significative si trovano anche in Sardegna, Campania, Abruzzo e Veneto.

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