Il torrone siciliano di Caltanissetta: la ricetta per farlo
- Fabiana Romanutti
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Caltanissetta è la città del torrone siciliano. Naturalmente sappiamo che in Lombardia c’è Cremona, in Campania Benevento che rivendicano il primato della denominazione. Ciò significa semplicemente che il torrone è un dolce tipicamente italiano. Nella seconda metà dell’Ottocento, Caltanissetta era la città del turruni. Erano attivi infatti ben 8 torronifici, specializzati nella produzione di turruni artigianale, sia a pasta dura che friabile.
Nel 1884 il torrone di Caltanissetta di Salvatore Amico vinse il primo posto all’Esposizione Generale Italiana di Torino nella categoria “Torroni e panforte“, sbaragliando la concorrenza di Lombardia, Toscana e Campania. Altri due nisseni, Luigi Giannone e Giuseppe Infantolino, ottennero la menzione d’oro.
Come fare il torrone siciliano a casa propria? Prima di tutto bisogna avere degli ingredienti di ottima qualità, qui vi suggeriamo alcune indicazioni preziose da Siciliafan.it
La vera ricetta del torrone siciliano di Caltanissetta
INGREDIENTI PER IL TORRONE
Zucchero a velo 400 g;
Mandorle intere pelate 250 g;
Pistacchi sgusciati non salati 250 g;
Miele 200 g;
Albume 1.
PROCEDIMENTO PER IL TORRONE
Per prima cosa, bisogna tostare mandorle e pistacchi in forno, a temperatura moderata, fino a farli diventare dorati.
A parte montare l’albume a neve e aggiungere il miele liquido, sbattendo fino a quando il composto diventa chiaro.
Amalgamare bene il composto con lo zucchero, quindi versarlo in un tegame e cuocere a fiamma bassa.
Mescolare con cura.
Quando la pasta si sarà indurita, seguendo il proprio gusto, più o meno morbida, togliere il tegame dal fuoco e mescolare al composto i pistacchi e le mandorle, tagliate grossolanamente.
Stendere su uno stampo rettangolare, ricoperto di carta da forno.
Coprire con altra carta da forno e pressare bene, quindi fate freddare a temperatura ambiente.
Friulana di nascita, triestina di adozione. Quanto basta per conoscere da vicino la realtà di una regione dal nome doppio, Friuli e Venezia Giulia. Di un’età tale da poter considerare la cucina della memoria come la cucina concreta della sua infanzia, ma curiosa quanto basta per lasciarsi affascinare da tutte le nuove proposte gourmettare. Studi di
filosofia e di storia l’hanno spinta all’approfondimento e della divulgazione. Lettrice accanita quanto basta da scoprire nei libri la seduzione di piatti e ricette. Infine ha deciso di fare un giornale che racconti quello che a lei piacerebbe leggere. Così è nato q.b. Quanto basta, appunto.