Il Ministro Lollobrigida valorizza la pratica dell’alberata d’Asprinio
Il Ministro Lollobrigida, in seguito alle interlocuzioni con il Capogruppo della Commissione Agricoltura on. Marco Cerreto ed il deputato Gimmi Cangiano, con un decreto tutela e valorizza, iscrivendo nel Registro Nazionale dei Paesaggi Rurali, la pratica agricola dell’Alberata di Asprinio.
“Il decreto è un chiaro segnale di meravigliosa attenzione verso il nostro territorio – hanno commentato i deputati Cerreto e Cangiano – perché questa tecnica viene prodotta in particolar modo nell’agro aversano ed è iscritta tra i cosiddetti “vitigni eroici”. Con questo riconoscimento si apprezzerà il lavoro a beneficio della produzione di qualità e cultura identitaria. Una pratica che molti davano per abbandonata e che, invece, con questo decreto torna d’attualità ed è di grande esempio per i nostri agricoltori e consumatori. Al Ministro Lollobrigida il nostro ringraziamento per aver sbloccato una richiesta che da tempo giaceva al Ministero.”
Le uve destinate alla produzione del vino “Aversa” devono essere prodotte nella zona che comprende tutto il territorio amministrativo dei comuni di Aversa, Carinaro, Casal di Principe, Casaluce, Casapesenna, Cesa, Frignano, Gricignano di Aversa, Lusciano, Orta di Atella, Parete, San Cipriano d’Aversa, San Marcellino, Sant’Arpino, Succivo, Teverola, Trentola-Ducenta, Villa di Briano e Villa Literno, in provincia di Caserta e Giugliano, Qualiano e Sant’Antimo in provincia di Napoli.
A margine della notizia del decreto che tutela e valorizza, iscrivendo nel Registro Nazionale dei Paesaggi Rurali, la pratica agricola dell’Alberata di Asprinio, è intervenuto anche Rosario LOPA, promotore di iniziative per l’Agricoltura e il Turismo.
Il paesaggio dell’Alberata di Asprinio, ampiamente diffuso in Campania, tra le province di Caserta e Napoli, fino agli anni Settanta ha visto poi un rapido declino. Oggi sono un patrimonio raro, disseminato sul territorio in piccolissimi appezzamenti, conservato dai produttori della zona così da poter avviare un processo di valorizzazione del ruolo degli agricoltori, per poter tramandare alle generazioni le buone pratiche della coltivazione vitivinicola. Il sistema di coltivazione ad alberate consiste nel far arrampicare i tralci delle viti intorno ad alti pioppi che fungono da tutori. In questo modo si creano delle barriere vegetali chiamate vigne maritate che possono arrivare fino a 20 metri di altezza. Con la vendemmia si vede poi l’entrata in scena dei cosiddetti uomini ragno, contadini specializzati che utilizzano scale di legno alte e strette per la raccolta dei grappoli a mano. Oltre ad essere uno attrattore visivo è anche di fondamentale importanza per la buona resa del vino. Questo perché l’altezza aiuta a conservare un alto grado di acidità, fondamentale per la spumantizzazione, e permette di incrociare venti e brezze marine che danno forza e vitalità al grappolo. Successivamente l’affinamento viene svolto in cantine di tufo a diversi metri di profondità, per mantenere la temperatura fresca e costante tutto l’anno. Dobbiamo promuovere, attraverso il metodo della concertazione unilaterale, tra le associazioni di categoria e gli enti istituzionali preposti, una nuova frontiera della professionalizzazione dell’arte della ristorazione per la giusta conoscenza di uno dei prodotti di eccellenza del nostro patrimonio agroalimentare nazionale e campano, il Vino ASPRINIO, l’avanguardia giusta e le nuove prospettive professionali del futuro, attraverso il metodo innovativo con forte connotazione identitaria del prodotto enologico. È doveroso ricordare l’impegno di chi quotidianamente lavora sul campo della produzione promozione e valorizzazione del nostro vino.