Il libro della settimana. “Spizzichi e bocconi” di Erri De Luca
- Giustino Catalano
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«Il cibo ha una storia spaventosa, eroica, miracolosa. La scrittura sacra contiene narrazioni di provviste dal cielo.
La parola fame è stata più temuta della parola guerra, della parola peste, di terremoti, incendi, inondazioni.
Si è ammansita presso di noi l’ultima virata di bordo del secolo, permettendo insieme alla medicina la prolunga inaudita dell’età media.
Si è costituita una scienza dell’alimentazione. Lentamente le porzioni si sono trasformate in dosi, le etichette forniscono l’apporto in calorie.
Sono di un’epoca alimentare precedente a questa, basata sulla scarsa quantità e varietà. Mi è rimasto in bocca un palato grezzo, capace di distinguere il cattivo dal buono, ma povero di sfumature intermedie. Ho le papille del 1900.
Qui ci sono storie mie di bocconi e di bevande, corredo alimentare di un onnivoro».
“Spizzichi e bocconi” di Erri De Luca è un agile e intenso memoriale che fonde la cultura della memoria con quella della nutrizione, offrendo sguardi sui panorami di vita familiare dell’autore attraverso il cibo come venerabile tema per l’incontro con i luoghi, le persone e gli oggetti.
Suddiviso in ventuno brevi capitoli, il libro rievoca i ricordi di De Luca sulla sua vita legata al cibo, dai cantieri di lavoro alle osterie, dall’Himalaya all’Africa o alla Serbia. Ogni capitolo si presenta come un breve racconto che attinge alla biografia e all’esperienza dell’autore, in cui il cibo diventa il filo conduttore per evocare momenti della vita, persone incontrate e luoghi visitati.
Accanto ai ricordi dell’autore, il biologo nutrizionista Valerio Galasso offre spiegazioni e consigli per un sano rapporto con il cibo, smantellando miti e luoghi comuni che tutti i giorni siedono a tavola assieme a noi. Il libro procede su una doppia traccia: da un lato il filo del racconto che procede a “spizzichi e bocconi”, dall’altro un vademecum per coltivare un rapporto più semplice e sano con il cibo e con il nutrirsi.
La scrittura di Erri De Luca è strutturata su un linguaggio preciso ed essenziale, quasi schivo, che evita gli eventuali eccessi emotivi generati dal ricordo. Il libro si presenta quindi come un repertorio sentimentale del cibo come elemento necessario a innescare la memoria e a stimolare la condivisione, anziché come un ricettario o un trattato di antropologia alimentare.
Alcuni capitoli del libro offrono spunti interessanti, come il racconto di notti di Natale rese indimenticabili da visite inaspettate o le cene a notte fonda in osteria coi compagni di militanza politica rivivendo l’insegnamento che ne derivò.
In chiusura, il libro offre una selezione di ricette raccolte con nitida calligrafia dalla nonna materna, che completano il testo in omaggio a non dimenticati riti familiari.
La visione di Erri De Luca, che attribuisce un valore intrinseco a tutto ciò che lo circonda, deriva dalle sue esperienze di vita e dal suo amore per la natura. L’autore, nato a Napoli, ha svolto molti mestieri manuali in Italia e all’estero, tra cui l’operaio, il muratore e il volontario umanitario in Tanzania, dove ha contratto la malaria.
Nonostante i suoi impegni lavorativi, Erri De Luca ha sempre trovato il tempo per studiare da autodidatta diverse lingue, tra cui il russo, lo swahili, lo yiddish e l’ebraico antico, da cui ha anche tradotto alcuni libri della Bibbia.
La pubblicazione del suo primo romanzo, “Non ora, non qui”, avvenuta quando aveva quasi quarant’anni, ha rappresentato un grande successo e ha fatto conoscere l’autore in tutto il mondo. Da allora, Erri De Luca ha ricevuto numerosi premi letterari, tra cui il premio France Culture per “Aceto, arcobaleno”, il Premio Laure Bataillon per “Tre cavalli” e il Prix Femina étranger per “Montedidio”.
Ma la vita di Erri De Luca non si limita solo alla scrittura. Egli è anche un grande amante della montagna, una passione che gli è stata trasmessa dal padre, un anziano militare del corpo degli Alpini. Nel 2002, all’età di cinquant’anni, è stato il primo a superare un 8b alla Grotta dell’Arenauta di Gaeta, mentre nel 2005 ha partecipato a una spedizione himalayana con l’amica Nives Meroi.
Erri De Luca non ha mai abbandonato le sue convinzioni sociali e ha sostenuto attivamente i diritti degli abitanti della Val di Susa e delle loro istanze sostenute anche dal libro “Nemico pubblico”, scritto insieme ad altri autori.
Di formazione classica sono approdato al cibo per testa e per gola sin dall’infanzia. Un giorno, poi, a diciannove anni è scattata una molla improvvisa e mi sono ritrovato sempre con maggior impegno a provare prodotti, ad approfondire argomenti e categorie merceologiche, a conoscere produttori e ristoratori.
Da questo mondo ho appreso molte cose ma più di ogni altra che esiste il cibo di qualità e il cibo spazzatura e che il secondo spesso si mistifica fin troppo bene nel primo.
Infinitamente curioso cerco sempre qualcosa che mi dia quell’emozione che il cibo dovrebbe dare ad ognuno di noi, quel concetto o idea che dovrebbe essere ben leggibile dietro ogni piatto, quella produzione ormai dimenticata o sconosciuta.
Quando ho immaginato questo sito non l’ho pensato per soddisfare un mio desiderio di visibilità ma per creare un contenitore di idee dove tutti coloro che avevano piacere di parteciparvi potessero apportare, secondo le proprie possibilità e conoscenze, un contributo alla conoscenza del cibo. Spero di esservi riuscito.
Il mio è un viaggio continuo che ho consapevolezza non terminerà mai. Ma è il viaggio più bello che potessi fare.