Il biscotto di Castellammare: storia di una ricetta misteriosa
- Giustino Catalano
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Se hai avuto il piacere e la fortuna di trascorrere una giornata a Castellammare di Stabia, non puoi non aver consumato o portato con te al rientro a casa, i classici biscotti.
Il caratteristico biscotto di Castellammare, ha una forma allungata che ricorda un sigaro o un grissino ed è acquistabile presso tutti i forni o presso le bancarelle presenti in città.
La sua invenzione risale alla metà dell’Ottocento quando il biscottificio Riccardi, utilizzando solo zucchero, farina, acqua, lievito, vanillina e burro, diede vita a questi biscotti.
La ricetta originale resta avvolta dal mistero e si racconta che la figlia di Francesco Riccardi, Donna Concetta, non volle rivelare a nessuno il segreto di questa prelibatezza, nemmeno dietro compenso, tanto da accaparrarsi le ire di qualcuno che la volle morta in tragiche circostanze.
L’erede della fortunata ricetta stabiese fortunatamente, prima di mancare, spiegò gli ingredienti e il procedimento necessario a suo nipote Mariano. Quest’ultimo ha divulgato la ricetta e l’ha fatta giungere fino ai giorni nostri.
Sebbene gli ingredienti utilizzati possano aver subito qualche variazione, la loro lavorazione resta artigianale, la lievitazione naturale e il prodotto finale genuino.
(photocredit Regione Campania)
Di formazione classica sono approdato al cibo per testa e per gola sin dall’infanzia. Un giorno, poi, a diciannove anni è scattata una molla improvvisa e mi sono ritrovato sempre con maggior impegno a provare prodotti, ad approfondire argomenti e categorie merceologiche, a conoscere produttori e ristoratori.
Da questo mondo ho appreso molte cose ma più di ogni altra che esiste il cibo di qualità e il cibo spazzatura e che il secondo spesso si mistifica fin troppo bene nel primo.
Infinitamente curioso cerco sempre qualcosa che mi dia quell’emozione che il cibo dovrebbe dare ad ognuno di noi, quel concetto o idea che dovrebbe essere ben leggibile dietro ogni piatto, quella produzione ormai dimenticata o sconosciuta.
Quando ho immaginato questo sito non l’ho pensato per soddisfare un mio desiderio di visibilità ma per creare un contenitore di idee dove tutti coloro che avevano piacere di parteciparvi potessero apportare, secondo le proprie possibilità e conoscenze, un contributo alla conoscenza del cibo. Spero di esservi riuscito.
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