La magia della notte di Sankt Hans in Norvegia: dai riti magici alle invitanti grigliate
- Anita Taglialatela
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Con gli occhi e con il cuore di una napoletana a Oslo vi racconto il Sankt Hans norvegese e il modo super conviviale in cui l’ho festeggiato quest’anno.
In molti luoghi nella notte di San Giovanni, ovvero Sankt Hans, fra il tramonto del 23 giugno e l’alba del 24 giugno, si rinnovano antiche usanze popolari le quali accomunano paesi anche molto diversi tra loro e, talvolta, il cibo diviene espressione di questi stessi riti.
Secondo la tradizione norvegese le fanciulle nubili raccolgono diversi tipi di fiori e li custodiscono sotto il loro cuscino durante questa magica notte, perché ciò consentirà loro di avere sogni propiziatori sul loro futuro amoroso.
Usanza questa molto simile all’italiana “acqua di San Giovanni”, in virtù della quale le donne nubili anch’esse la sera del 23 giugno raccolgono fiori, li ripongono in un recipiente pieno d’acqua, lo lasciano all’esterno durante la notte affinché questo raccolga la rugiada, per poi detergersi mani e viso l’indomani, così preparandosi ad accogliere l’amore.
Inoltre durante la notte di Sankt Hans i norvegesi raccolgono altresì erbe aromatiche e medicinali perché si ritiene che in quel momento esse siano particolarmente profumate e benefiche.
Allo stesso modo in Campania, tassativamente a San Giovanni, usiamo raccogliere le noci (ancora molto acerbe) per avviare la preparazione del liquore “Nocino/Nocillo”, perché sembra che unicamente in questa giornata le noci siano adatte a questo scopo.
Al tramonto del 23 giugno si accendono enormi falò gestiti dalle pubbliche autorità norvegesi.
Il più famoso di questi falò viene acceso nella città di Ålesund, dove la pira raggiunge un’altezza di circa 40 metri.
Questo rito persegue due finalità diverse.
Da un lato si vogliono allontanare le energie negative e il falò rappresenta una rievocazione dei roghi delle streghe, in giro anch’esse la notte di Sankt Hans per raccogliere le erbe per le loro pozioni.
Dall’altro lato si vuole esaltare il massimo splendore della natura norvegese in questo periodo dell’anno, in cui la vegetazione appare meravigliosamente rigogliosa e le giornate sono lungamente luminose.
Questa usanza mi ricorda gli alti falò napoletani di Sant’Antonio Abate del 17 gennaio, notte magica anche questa nella quale, secondo la tradizione, gli animali possono parlare. I nostri falò però sono accesi (dove ancora la tradizione residua) in pieno inverno come buon auspicio per il prossimo rigoglioso raccolto: il falò appare simbolo di rinnovamento, perché si brucia la legna vecchia in attesa che prosperi quella nuova.
Ebbene da queste tradizioni popolari norvegesi discendono anche usanze sociali e culinarie.
La sera del 23 giugno, detta Sankthansaften o anche Jonsok (veglia di Giovanni), si usa riunirsi per fare insieme delle grigliate, ovunque: nei parchi cittadini, presso i laghi, lungo i fiumi, al mare, nei giardini privati; il tutto sempre con la massima cautela, nel rispetto della natura e salvo diverse pubbliche disposizioni.
Ai norvegesi piace molto il concetto di grigliata in generale, ma la sera di Sankt Hans la grigliata sembra essere essa stessa un ineludibile rito: dal falò alla braciata il passaggio è d’obbligo.
Quest’anno ho avuto il grande piacere di partecipare alla Sankthansaften organizzata a “Casa Disorder” dalla stupenda famiglia napoletana/norvegese di Antonella, Igor e la piccola Nina.
In omaggio alle tradizioni sopra raccontate la serata si è svolta in giardino, il cui prato e i cui alberi erano di un verde incantevolmente brillante, specie quando è stato illuminato dalla calda atmosfera dorata del tramonto (ore 23 circa).
In giro qua e là erano posizionati vasetti con le erbe aromatiche amorevolmente curate da Antonella. Noi presenti eravamo vestiti in onore della serata con colori vivaci, spesso con fantasie o con accessori floreali.
Un’atmosfera davvero magica, ma la magia più grande è la speciale iniziativa della famiglia Disorder che, da 8 anni a questa parte, sfida con successo l’usanza norvegese di invitare solo persone accomunate dagli stessi interessi.
In altre parole, mi si perdoni l’estrema sinteticità, i norvegesi spesso, salvo eccezioni, si riuniscono solo per categorie di persone: solo famiglia, solo colleghi di lavoro, solo vicini di casa, solo compagni di club, e così via.
Ebbene Antonella e Igor la sera di Sankt Hans sono soliti sconvolgere il prevedibile “sistema norvegese” invitando “chiunque”, e lo fanno in un duplice senso. Sia perché invitano persone di qualsivoglia categoria anagrafica e sociale (norvegesi, italiani e altre nazionalità, bambini, adulti, anziani, colleghi, famiglia, amici, vicinato, meri conoscenti, etc…). Sia perché applicano la regola napoletana secondo la quale “l’invitato può invitare a sua volta” e, quindi, la stessa famiglia Disorder non ha idea di chi e in quanti accorreranno alla sua festa di Sankt Hans.
Questa improvvisazione non è certamente una caratteristica norvegese.
E così mi sono ritrovata la sera di Sankt Hans in un meraviglioso contesto bucolico nel quale ho conosciuto persone fantastiche e ho gioiosamente approfondito la conoscenza di persone che avevo già incontrato in passato e che ho inaspettatamente ritrovato a Casa Disorder.
Tutto ciò si è inevitabilmente riversato sul menù della serata diventato molto variegato!
Intoccabile la GRIGLIATA simbolo dell’esoterico falò ma, vista l’anomala combinazione di persone presenti, questa ha assunto subito connotati multietnici.
Immancabili i PØLSER, ossia tipici grandi wurstel che i norvegesi mangiano frequentemente, un po’ come la pizza per noi napoletani. In Norvegia se dici grigliata dici inevitabilmente pølser, da mangiare nel panino morbido oblungo tipo hotdog oppure avvolto in una sorta di crespella talvolta realizzata anche con patate nell’impasto.
Accanto ai pølser cuocevano le SALSICCE italiane al finocchietto, il cui profumo inebriante mi ha fatto viaggiare con la mente da Oslo alle mie numerose vacanze in terra di Calabria, come Proust con la più raffinata madeleine. A ognuno il suo.
A onor del vero devo dire che le salsicce sono entrate sulla brace a gamba tesa, battendo i pølser per numero di preferenze: finché ho tenuto il conto ho calcolato una trentina di pølser contro 130 salsicce!
Inoltre c’è stato il tocco di classe dell’invitato Ole, che ha portato una prelibata carne di ALCE, da lui stesso cotta alla perfezione in maniera da garantire una tenera scioglievolezza. Ole ci ha anche confidato segretamente dove e quando poter pescare salmoni norvegesi, ma questo non posso raccontarvelo.
Naturalmente non potevano mancare le BRUSCHETTE e gli ORTAGGI GRIGLIATI.
INSALATE di tutti i tipi: di farro, di ceci, di pere, di pomodori, di anguria…
E’ comparso finanche l’ispanico GAZPACHO.
Con mia meraviglia ho visto cuocere sulla griglia le COZZE (norvegesi, molto buone), contenute in una teglia con tuberi, ortaggi e un buon sughetto.
E poi è apparso Bledi, che ha tirato fuori l’artiglieria pesante: un fornello/tegame ambulante nel quale ha preparato al volo dei rigatoni all’AMATRICIANA veramente degni di questo nome. Che spettacolo vederlo all’opera!
Anche io ho molto volentieri dato il mio contributo alla bellissima Sommerfest (festa d’estate).
Ho preparato per i bambini delle mini PIZZETTE montanare, la cui mozzarella aveva la forma di fiorellino. Diversi adulti si sono finti bambini e hanno apprezzato anch’essi!
E mi sono occupata del dessert, anche questo a tema.
Ricordando i riti amorosi propiziatori delle giovani fanciulle, ho preparato dei mini CANNOLI siciliani, che secondo la leggenda sono un simbolo fallico, decorati alle estremità con micro zuccherini colorati a forma di farfalle e a forma di cuoricini.
Inoltre ho preparato dei quadrotti di torta CAPRESE al limone, dal gusto fresco e leggero tipicamente estivo, decorati con bandierine in tema mare/spiaggia e sulla vetta (på toppen dicono in Norvegia) la bandierina azzurra con la scritta «Forza Napoli». Direi che quest’anno ci sta tutta anche quassù a Oslo!
La serata è andata avanti con i più tenaci fino all’alba (ore 4 circa), così tenendo letteralmente fede al concetto di Jonsok, la veglia di Giovanni.
È stata una bellissima esperienza di condivisione, veicolata dal buon cibo e dalla voglia di stare insieme di persone così diverse eppure così gioiosamente unite. Non mi resta altro che dire “TAKK ASSAJE” alla famiglia Disorder per avermi invitato (già da febbraio con preavviso tipicamente norsk!) in questa magica esperienza!
(Photo copertina ALENA KUZMENKO)