Addio ad Antonio Lucisano, grande Direttore del Consorzio della Mozzarella di Bufala Campana DOP
- Giustino Catalano
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Non negherò da queste righe che i rapporti con il dottor Antonio Lucisano, con il quale ci davamo anche amabilmente anche del tu, si erano interrotti tempo fa per uno screzio durante il periodo del Covid.
Le differenti posizioni, i caratteri molto forti di entrambi e – confesso – il mio modo di interfacciarmi talvolta, avevano fatto sì che non fossimo più amici sul social Facebook benché su LinkedIn ci fossimo cordialmente commentati anche in seguito.
Stamattina la triste notizia che, colpito da un brutto male in maniera pressoché fulminea, ci ha lasciati Antonio Lucisano.
Persona di grandissima intelligenza e preparazione, avevo avuto il piacere di conoscerlo nel 2012 quando da direttore del consorzio aveva saputo che con l’amica Laura Gambacorta avremmo tenuto una serata di raffronto tra latticini da latte vaccino e da latte bufalino. Si era voluto sincerare che non vi fosse la solita confusione, che esisteva fino ad allora, fra provola affumicata e mozzarella di bufala dop affumicata. Avemmo una lunga telefonata nella quale uno apprezzò la preparazione dell’altro ed ebbi poi il piacere, nonché l’onore, di averlo ospite durante quella serata.
Da lì i rapporti sono proseguiti per un lungo periodo di tempo e fu proprio lui, una volta fuoriuscito dal consorzio, a spingermi a fare domanda per il ruolo da lui ricoperto. Giungemmo in due alla fine delle selezioni ma entrambi venimmo poi scartati per una figura sicuramente più autorevole, almeno di quella mia personale.
Ad Antonio Lucisano, nella sua qualità di direttore del consorzio, va riconosciuto di aver saputo gestire due delle più grandi crisi che il Consorzio ha vissuto, ossia quella dell’attacco per la terra dei fuochi dove, con una mossa abilissima benché dai costi rilevanti, fece analizzare il prodotto a campione da laboratori tedeschi; e quella di un consociato che, chiuso per sofisticazione alimentare e truffa in commercio, fece di nuovo precipitare la credibilità della mozzarella di bufala DOP in un baratro.
Sua la campagna semplice, pulita, incisiva “O è Mozzarella di Bufala Campana DOP o non è”: messaggio semplice che raccoglieva però in sé tutto quello che serviva per distinguere un prodotto a marchio dop da un prodotto che non lo era.
Lascia la moglie Marcella, figura imprescindibile della coppia, due figli e delle nipotine.
Mi avrebbe fatto piacere riappianare quello screzio nato sul suo negazionismo del Covid e sulle mie posizioni pro vaccino, in fondo avevamo litigato per delle sciocchezze. Forse avremo modo di farlo altrove.
Fa buon viaggio, Direttore.
Di formazione classica sono approdato al cibo per testa e per gola sin dall’infanzia. Un giorno, poi, a diciannove anni è scattata una molla improvvisa e mi sono ritrovato sempre con maggior impegno a provare prodotti, ad approfondire argomenti e categorie merceologiche, a conoscere produttori e ristoratori.
Da questo mondo ho appreso molte cose ma più di ogni altra che esiste il cibo di qualità e il cibo spazzatura e che il secondo spesso si mistifica fin troppo bene nel primo.
Infinitamente curioso cerco sempre qualcosa che mi dia quell’emozione che il cibo dovrebbe dare ad ognuno di noi, quel concetto o idea che dovrebbe essere ben leggibile dietro ogni piatto, quella produzione ormai dimenticata o sconosciuta.
Quando ho immaginato questo sito non l’ho pensato per soddisfare un mio desiderio di visibilità ma per creare un contenitore di idee dove tutti coloro che avevano piacere di parteciparvi potessero apportare, secondo le proprie possibilità e conoscenze, un contributo alla conoscenza del cibo. Spero di esservi riuscito.
Il mio è un viaggio continuo che ho consapevolezza non terminerà mai. Ma è il viaggio più bello che potessi fare.