La Bilancia: 50 anni di eccellenza culinaria a Loreto Aprutino
- MARCELLA PACE
- Ti potrebbe interessare Autori, Dove ti porto, La recensione
Entra nel ristorante La Bilancia a Loreto Aprutino (Pescara) e sarai avvolto da un’atmosfera autentica.
Il pavimento in cotto, le tovaglie a quadri e i piatti decorati appesi alle pareti raccontano una storia di tradizione. Nel cuore del locale, la braceria a vista cattura l’attenzione, mentre accanto si trova il bancone del bar e nella sala adiacente la reception dell’hotel. L’irresistibile aroma di carne arrosto si diffonde nell’aria, tentandoti a ordinare anche se hai appena gustato un antipasto prelibato e primi piatti genuini.
Al ristorante La Bilancia, tutto è un omaggio alla storia e alle tradizioni.
Questa storia ha inizio nel 1974 con Sergio Di Zio e sua moglie Antonietta Marrone. All’epoca, Sergio aveva 31 anni e Antonietta 28. Originario di Vestea, una frazione di Civitella Casanova (Pescara), Sergio gestiva un distributore di benzina nella contrada Palazzo a Loreto Aprutino. “Sentivo che avevo bisogno di qualcosa di più. Con mia moglie avevamo comprato una casa qui, e ho pensato di aprire una trattoria”, racconta Sergio a Virtù Quotidiane.
Così inizia la storia de La Bilancia, il cui nome simboleggia l’equilibrio, con Antonietta ai fornelli e Sergio in sala. Successivamente, sono state aggiunte le camere, inizialmente 19 e oggi 28, destinate principalmente agli agenti di vendita e ai turisti durante l’estate. Oggi, con i suoi quasi 82 anni, Sergio è ancora lì, ad accogliere i clienti nel suo ristorante, assicurandosi che i tavoli siano perfettamente apparecchiati per offrire un’esperienza indimenticabile agli ospiti. In sala c’è anche la figlia Ute.
Le ricette servite sono quelle della cucina teramana, perché, come recita una brochure presente su ogni tavolo, “fino al 1927 Loreto Aprutino faceva parte della provincia di Teramo”. I sapori che vengono proposti sono autentici al massimo. “Prepariamo la pecora alla callara solo in bianco”, afferma Sergio senza esitazione. “Era il piatto dei pastori durante la transumanza. Non c’era il pomodoro, quindi la facciamo in questo modo. Non ci sono compromessi”. Lo stesso vale per la pasta alla mugnaia, a cui Sergio fa riferimento come “alla molinara”. “Fu preparata per la prima volta a Bisenti, perché lì c’era il primo mulino della zona. I contadini portavano il proprio grano e, mescolando le farine, riuscivano a preparare la pasta senza uova. Nella vera ricetta molinara, il condimento era aglio e olio, perché il pomodoro non era presente. Qui noi aggiungiamo i peperoni secchi”.
Il ristorante, che può ospitare oltre 300 persone, si prepara a festeggiare il suo 50º anniversario con una grande festa nel giugno del 2024, dopo quasi mezzo secolo di accoglienza di intere generazioni. Qui è possibile accompagnare i sapori raffinati che escono dalla cucina con vini pregiati, come quelli di Valentini, che Sergio imbottiglia personalmente e offre ai suoi clienti a prezzi accessibili. “Ho i vini Valentini dal 1975, quando il vino in genere costava 200 lire e i suoi costavano 900. Mi dicevano che ero pazzo a comprare un vino a quel prezzo, ma ho sempre creduto in essi”.
Non è un caso che il rinomato produttore Valentini sia spesso seduto tra i tavoli de La Bilancia, in compagnia della moglie e del figlio. Allo stesso modo, molti altri vignaioli della zona si uniscono ai pasti. “Perché? Ho dei bei bicchieri”, scherza l’oste simbolo dell’area vestina. Nel 2019, è stato insignito del nono premio Giovanni Nuvoletti dall’Accademia Italiana della Cucina per la sua dedizione e il suo impegno nella valorizzazione della buona tavola tradizionale regionale.
Questo prestigioso riconoscimento testimonia l’importanza che La Bilancia ha assunto nel panorama culinario locale e la sua costante ricerca della qualità e dell’autenticità. Sergio, insieme alla sua famiglia, accoglie con orgoglio i clienti e continua a offrire esperienze culinarie indimenticabili, dove i sapori genuini e le tradizioni della cucina teramana si fondono in un connubio perfetto.
La prima parola l’ho pronunciata a sei mesi. Da allora “comunicare” per me è stata la missione della vita, tanto da convincermi fin da adolescente che “da grande” sarei diventata una giornalista professionista. Così è stato. Avevo 17 anni quando, nell’ottobre 2001, ho pubblicato il mio primo articolo sul Tempo d’Abruzzo. Dal 2009 lavoro nel campo della comunicazione come responsabile di uffici stampa e giornalista in testate televisive, web e riviste, occupandomi di politica, economia ed enogastronomia. Da buona forchetta mi piace mangiare bene e adoro il mondo del vino. Il che mi ha portato, nel marzo 2018, a diventare sommelier e poco dopo a sposare il progetto di Virtù Quotidiane, testata dedicata all’enogastronomia abruzzese e non solo. Del giornalismo adoro avere il privilegio di raccontare storie, ambizioni, passioni e sogni di chi ha idee, creatività e ama quello che fa.