La giudice internazionale Francesca Bieker assaggia caffè in tutto il mondo
- MARCELLA PACE
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La giudice internazionale Francesca Bieker assaggia caffè in tutto il mondo. “Bevo il caffè come tutti la mattina per svegliarmi, ma mentre lo bevo penso ‘chissà chi lo ha raccolto’ e da lì inizio la ricerca: che tempo fa ora ad esempio in Burundi, chissà se è montagna o al mare la piantagione, e vado avanti mentalmente a farmi domande e a cercare le risposte.
Il bello è che ogni mattina faccio nuove scoperte solo bevendo il caffè e non ho mai trovato due risposte identiche”, queste le parole di Francesca Bieker.
Francesca è giudice internazionale, nonché socia e trainer Sca Italy. Classe 1990 è nata a Trieste ma poi si è trasferita a Verona. Grazie al suo papà che lavorava nel campo del caffè, è riuscita anche lei a fare della sua passione più grande un lavoro: assaggia caffè in tutto il mondo.
“Ho fatto per certi versi un percorso inverso rispetto ad altri”, racconta l’assaggiatrice di caffè a Virtù Quotidiane. “Ho visitato prima le piantagioni di caffè e poi ho iniziato a studiarlo proprio perché ho avuto la possibilità di vedere con i miei occhi e di conoscere i produttori.
Questo sicuramente è stato il trampolino che ha permesso alla mia curiosità di approfondire questa materia che oggi ancora mi affascina”.
Il caffè è stato sempre il suo background, il mondo con il quale è cresciuta, imparando fin da piccola che cos’è e le sue nozioni base.
Ha partecipato a un percorso di formazione con la Specialty Coffee Association , nel 2014 diventa socia e trainer certificato Sca per i moduli Introduction to coffee, Green Coffee, Barista Skills, Sensory Skills, Brewing.
Dopo una prima esperienza nel 2016, alla Sandalj Trading Company, azienda di Trieste che si occupa di importazione di caffè verde, dove si è occupata di formazione all’interno della loro accademia del caffè, e come addetta all’analisi organolettica, analizzando difetti, tostatura, controllo qualità e creazione miscela, nel 2019 Bieker ha deciso di specializzarsi nel mondo della formazione e della consulenza per tutte le aziende operanti nel settore del caffè, in qualità di assaggiatrice.
Francesca in sostanza valuta il caffè per conto di bar, torrefazioni e aziende che producono macchinari per il caffè, per suggerire migliorie nella creazione di una nuova miscela, nei macchinari, e per supportare quindi, lungo tutta la filiera, il cliente nel trovare il risultato finale in tazza che desidera.
“Come in ogni lavoro, ovviamente ci sono tutti quei problemi che sorgono nei bar e nelle torrefazioni, che apparentemente sono senza senso”, spiega.
“Da lì devo partire per capire quale tassello, se spostato, può dare un risultato diverso o se ha creato quel problema. Si tratta di un mondo che ha ancora tanto di non scoperto e mi piace proprio perché è profondamente legato, dalla piantagione al caffè estratto che beviamo tutti, creando dei fili invisibili che fanno sì che oggi il mio caffè sia diverso da quello di ieri. Devo cercare ogni giorno dove mi porta seguire quel filo”.
Sempre nel 2019, Bieker ha iniziato il percorso come giudice italiano, a cui si è aggiunta nel 2023 la certificazione come giudice internazionale nella disciplina della Brewers, ovvero il caffè filtro, presso la Specialty Coffee Association. Una certificazione posseduta da appena una decina di giudici di origine italiana e che ad aprile la porterà a Chicago.
“Oggi si parla tanto di caffè, ma tutta l’informazione che abbiamo a disposizione è davvero recente: quando sono entrata nel mondo del caffè 10 anni fa, c’erano pochi libri in italiano che parlassero approfonditamente della materia, era estremamente complicato formarsi e reperire informazioni, sebbene all’estero la situazione fosse diversa.
L’Italia è stata sicuramente la patria di molte innovazioni tecnologiche nel caffè, una fra tutte la macchina espresso all’inizio del 1900, ma purtroppo ci siamo fermati lì, nel senso che il classico consumatore italiano fa vanto di questo evento, successo un bel po’ di tempo fa, per segnalare ancora oggi il nostro presunto primato nel mondo di esperti di caffè.
Ci siamo tanto evoluti, ma c’è ancora molta strada da fare in termini di educazione e formazione”, analizza l’esperta.
“In questo, quello che aiuta sono sicuramente associazioni come la Specialty Coffee Association, che promuove eventi, formazione e studi disponibili per tutti.
La giudice internazionale Francesca Bieker assaggia caffè in tutto il mondo
Grazie al lavoro della Sca infatti sono sorte numerose caffetterie e torrefazioni specializzate, che sono sempre più diffuse in Italia, e per ultimo, eventi e divulgazione per creare curiosità e quindi invitare il consumatore a porsi la domanda ‘so cosa sto bevendo? So da dove arriva? È vecchio o fresco questo caffè’?”.
Con una carriera di altissimo livello a soli 33 anni, e spinta da una curiosità innata, dall’amore per i viaggi e dal desiderio di migliorare sempre, per il futuro Francesca si dice speranzosa “di avere sempre occasione di aggiornarmi e formarmi, magari visitando molti altri paesi produttori di caffè, fra tutti l’Etiopia, patria del caffè dove non ho ancora avuto occasione di andare. Oltre questo, spero di poter collaborare con aziende estere come consulente per provare a mettermi in gioco anche in un mercato diverso rispetto a quello italiano”.
Il caffè preferito di Francesca? “Quello che mi sorprende”, rivela.
“Ho avuto la fortuna di assaggiare tanti caffè, alcuni che mi hanno colpito talmente tanto che ricordo perfettamente ancora il sapore come se lo avessi appena bevuto.
Forse però è proprio questo che mantiene vivo il mio amore per il caffè, sapere di poter sempre cambiare.
Mi stuferei alla lunga di bere lo stesso caffè e per questo sperimento anche a casa cosa mi piace bere nei vari momenti della giornata.
Ad esempio, a colazione prediligo caffè più dolci e magari con note di cioccolato, mentre dopo pranzo mi piace bere quei caffè che sprigionano le note fruttate e una grande acidità”.
La prima parola l’ho pronunciata a sei mesi. Da allora “comunicare” per me è stata la missione della vita, tanto da convincermi fin da adolescente che “da grande” sarei diventata una giornalista professionista. Così è stato. Avevo 17 anni quando, nell’ottobre 2001, ho pubblicato il mio primo articolo sul Tempo d’Abruzzo. Dal 2009 lavoro nel campo della comunicazione come responsabile di uffici stampa e giornalista in testate televisive, web e riviste, occupandomi di politica, economia ed enogastronomia. Da buona forchetta mi piace mangiare bene e adoro il mondo del vino. Il che mi ha portato, nel marzo 2018, a diventare sommelier e poco dopo a sposare il progetto di Virtù Quotidiane, testata dedicata all’enogastronomia abruzzese e non solo. Del giornalismo adoro avere il privilegio di raccontare storie, ambizioni, passioni e sogni di chi ha idee, creatività e ama quello che fa.