La “genialata” del 2024
- Giustino Catalano
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La “genialata” del 2024. Il gruppo Serafina si “inventa” la pizza allo champagne. La catena di ristoranti Serafina, con sede a New York, ha introdotto una novità nel mondo della pizza: l’impasto arricchito con Champagne.
Invece dell’acqua, vengono utilizzate due bottiglie di Veuve Clicquot Brut per preparare circa 30 pizze, conferendo loro un sapore e una consistenza distintivi.
Questa innovazione è nata dalla volontà di creare una pizza più leggera e soffice, con note tostate e di lievito grazie allo Champagne. I fondatori di Serafina, Vittorio Assaf e Fabio Granato, hanno sperimentato diverse proporzioni di Champagne e acqua per ottenere l’equilibrio perfetto.
Anche il pizzaiolo napoletano Gennaro Nasti ha avuto successo con una pizza allo Champagne nel suo ristorante Bijou a Parigi (chiuso da tempo).
Daniel Gritzer, Direttore culinario di Serious Eats, ha espresso scetticismo sull’effettivo impatto dello Champagne sull’impasto, sottolineando che tecniche di panificazione consolidate possono ottenere risultati simili senza l’uso di ingredienti costosi.
Concordiamo con questa tesi. Era inutile quella di Nasti, lo resta questa di Serafina.
Meno bolle e più arrosto
La “genialata” del 2024. Il gruppo Serafina si “inventa” la pizza allo champagne. La catena di ristoranti Serafina, con sede a New York, ha introdotto una novità nel mondo della pizza: l’impasto arricchito con Champagne.
L’immagine di copertina è presa dall’Instagram di Serafina di New York
Di formazione classica sono approdato al cibo per testa e per gola sin dall’infanzia. Un giorno, poi, a diciannove anni è scattata una molla improvvisa e mi sono ritrovato sempre con maggior impegno a provare prodotti, ad approfondire argomenti e categorie merceologiche, a conoscere produttori e ristoratori.
Da questo mondo ho appreso molte cose ma più di ogni altra che esiste il cibo di qualità e il cibo spazzatura e che il secondo spesso si mistifica fin troppo bene nel primo.
Infinitamente curioso cerco sempre qualcosa che mi dia quell’emozione che il cibo dovrebbe dare ad ognuno di noi, quel concetto o idea che dovrebbe essere ben leggibile dietro ogni piatto, quella produzione ormai dimenticata o sconosciuta.
Quando ho immaginato questo sito non l’ho pensato per soddisfare un mio desiderio di visibilità ma per creare un contenitore di idee dove tutti coloro che avevano piacere di parteciparvi potessero apportare, secondo le proprie possibilità e conoscenze, un contributo alla conoscenza del cibo. Spero di esservi riuscito.
Il mio è un viaggio continuo che ho consapevolezza non terminerà mai. Ma è il viaggio più bello che potessi fare.