Il cinghiale uccide anche in estate
- Michele Polignieri
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Il cinghiale uccide anche in estate
Tempo se n’è perso troppo, i proclami ed i fallimenti sono sotto gli occhi di tutti.
L’emergenza tricolore legata ai cinghiali è oramai divenuta insostenibile e spesso affidata a mani profane tanto che il rimando alla diffusione incontrastata della Xylella fa il “paio” con questa che rischia di diventare una nuova calamità.
Ne sono la prova le dimissioni del precedente Commissario per la Peste Suina Vincenzo Caputo.
Giovanni Filippini, anche se l’iter deve essere ancora completato, sarà il nuovo Commissario Straordinario, già Commissario per tre anni in Sardegna dove ha eradicato totalmente dall’isola la malattia dei suini.
Sappiamo infatti come la grave minaccia al patrimonio zootecnico NAZIONALE in ragione di tale propagazione operata appunto dai cinghiali, è l’ulteriore aggravamento dello stato di invasione del territorio che già provoca gravi danni all’agricoltura oltre che alla pubblica incolumità.
Se ne è parlato Il 15 luglio 2024 presso la sala Dioguardi dell’Ospedale di Terlizzi (BA) in una tavola rotonda organizzata dal Servizio Veterinario di Area Igiene degli Alimenti della ASL Bari Nord (Puglia) dal titolo:
Carni di cinghiali e Sicurezza alimentare: nuovo paradigma per la salute del consumatore (1) nel corso del quale il fenomeno è stato “tomografato” in tutte le sue componenti al punto che lo stesso Direttore Generale della ASL BARI, Avv. Luigi FRUSCIO, ne ha auspicato una ulteriore edizione da poter favorire la condivisione di analisi, intenti e soluzioni fra le parti attrici del fenomeno.
Cinghiali, l’invasione incontrollata in Italia
L’invasione incontrollata di cinghiali sull’intero territorio della penisola italiana continua ad aumentare, dopo l’essersi espansa nelle regioni del Nord Italia, anche nelle regioni del Sud quali la Puglia.
È perciò indispensabile esaminare gli squilibri nella relazione tra ecosistemi, uomo e animali – in una logica ‘One Health’ – per poter gestire in modo appropriato una serie di criticità come:
– devastazione di colture pregiate, quali vigneti e legumi (come in Puglia dove è un rincorrersi tra conta dei danni e risarcimenti da parete dei Parchi Nazionali alle aziende agricole colpite), cosi come è interminabile il carosello di rivendicazioni sindacali, stima dei danni e indennizzi pubblici insoddisfacenti oltreché inidonei a mitigare un guaio ricorrente
– pericoli altresì irrimediabili di sicurezza stradale
– rischi sanitari di zoonosi, vale a dire microbiologici e parassitologici (es. Trichinella)
– danni gravissimi alla sanità animale che sottende all’economia della filiera suinicola (allevamenti, macelli, imprese di trasformazione, salumifici), in caso di diffusione della peste suina africana.
2) Sele-Controllo, controlli ufficiali, valorizzazione
Il prelievo selettivo dei suidi selvatici (2) grazie ai sele controllori (https://www.cacciapassione.com/i-selecontrollori-chi-sono-e-come-diventarlo/), viene oggi sperimentato in Puglia, senza tuttavia ottenere risultati significativi.
Tiepido infatti è, ad oggi, il riscontro opposto dalle Associazioni di categoria pur se le ASL Regionali , Puglia in primis, garantiscono efficacemente l’intervento sanitario, con diramazione dei calendari e recapiti del personale Medico Veterinario reperibile a chiamata, per intervento sul campo di caccia
(assolutamente gratuiti), per le operazioni connesse a:
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Identificazione carcassa
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visita sanitaria carni
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prelievo campioni per l’invio al laboratorio dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale
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ammissione al libero consumo
3) Conferenza permanente per i rapporti Stato Regioni n. 34 del 25/03/2021
La Conferenza permanente per i rapporti Stato Regioni n. 34 del 25/03/2021 (https://www.statoregioni.it/it/)
resta, allo stato attuale, la sola via percorribile atteso che è riuscita ad armonizzazione le dinamiche proprie dell’attività venatoria con le necessarie procedure sanitarie che garantiscono una corretta quanto lineare gestione della filiera “carne di cinghiale” da poterle così avviare ad un percorso remunerativo grazie alla distribuzione delle carni stesse.
Infatti, in virtù delle indicazioni in essa contenute, la selvaggina cacciata dovrà essere trasferita in stabilimenti riconosciuti ai sensi del Regolamento (EU) N. 853/04 – (normata in Puglia dalla DGR 612/2007 Sez. IV), – oltreché dotati di personale medico veterinario – ossia presso un Centro Lavorazione Selvaggina, ottenute in strutture evolute dal punto di vista sanitario idonee finalmente ad una gestione secondo legge, ben oltre il rito consueto dell’autoconsumo.
3- Visioni
Esistono strade parallele, come quelle dei progetti non ancora avviati, a cui mirano le catture dei cinghiali in aree protette senza attività venatoria, con investimenti ad efficacia tutt’altro che dimostrabili ed avulse da una concertazione con le sigle rappresentanti il mondo della caccia, spesso ispirate a “visioni” di singoli caratterizzate da fasi come cattura con gabbie gestite da remoto, stordimento in tunnel d’uscita dalla gabbia, dissanguamento ed eviscerazione, stoccaggio in container con cella frigo, etc.; a fronte, molti chiedono l’intervento dell’Esercito come recentemente accaduto in Piemonte.
4) Conclusioni provvisorie
Le misure di controllo della popolazione dei suidi selvatici stabilite dalla Regione Puglia con il Piano Regionale di Interventi Urgenti per la gestione e l’eradicazione della peste suina africana meritano attenzione, anche da parte delle altre Regioni e Province Autonome, a maggior ragione dopo il fallimento del governo italiano nella gestione della crisi della ‘African Swine Fever’ che ha ormai raggiunto ben otto regioni.
Piemonte, Liguria, Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Campania, Calabria, come accennato nel rapporto di ispezione dei veterinari europei in Lombardia ed Emilia-Romagna.
Lo sviluppo della sinergia tra attività venatoria e sicurezza alimentare per una definizione “One Health” resta, a parere di chi scrive, l’unico percorso percorribile.
Note
- La tavola rotonda tra le parti è stata organizzato dal Servizio Veterinario SIAV B del Dipartimento di Prevenzione della ASL Bari Nord_Area Igiene degli Alimenti di Origine Animale con a capo la Dottoressa Teresa Di Gioia.
Sono intervenuti il direttore generale della ASL Bari, avvocato Luigi Fruscio, il direttore del Dipartimento di Prevenzione Fulvio Longo, il dirigente della sezione Promozione della Salute e del Benessere Regione Puglia Onofrio Mongelli, ed i rappresentanti dell’ambito territoriale di caccia della Provincia di Bari e delle relative sezioni di Federazione Italiana della Caccia e Libera Caccia rispettivamente Dott. Antonio Gallucci e Dott. Vito Scavo.
- https://www.sanita.puglia.it/ricerca_det/-/journal_content/56/36031/procedura-di-controllo-sanitario-dei-cinghiali-selvatici-oggetto-di-attivita-venatoria-destinati-all-autoconsumo
Nato in Calabria nel marzo del 58 da genitori pugliesi, esercita la professione di Medico Veterinario Igienista (Qualità e Sicurezza Alimentare) presso la ASL BARI come Dirigente Medico Veterinario Area Ispezione e Controllo degli Alimenti di Origine Animale. Laureatosi in Medicina Veterinaria nel 1985, consegue la seconda Laurea in Scienze della Maricoltura ed Igiene dei Prodotti Ittici presso l’UNIBA nel 2007. Esercita per quanto previsto per i medici e veterinari del Servizio Sanitario Nazionale, la libera professione intra moenia ad Altamura a favore di animali d’affezione. Si occupa da sempre di produzione agro alimentare, è stato curatore/relatore per corsi sui formaggi, sulle carni e salumi, oltre referente regionale in Puglia, dal 2007 al 2014, del progetto educativo e di formazione per i docenti del MIUR “Orto in Condotta”. Fonda nel 2007 l’Associazione “Il Sogno di Arlecchino_Ricerca e tutela della Biodiversità” che candida alla gestione del progetto pilota “CENTRO STUDI PER LA TUTELA DELLA BIODIVERSITA’ E DEL TURISMO SOSTENIBILE” ed all’utilizzo di terapie “altre” nel contesto del disagio mentale. Sommelier con diploma AIS , ha collaborato al progetto editoriale dell’A.I.S. Puglia “Messaggi in Bottiglia” e di Slow Food Editore “Extravergine”. E’ Iscritto dal 2011, presso il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, all’Albo Nazionale degli Assaggiatori di Olii di Oliva Vergine ed Extravergine ed è membro effettivo del Gruppo Panel di assaggio olio DOP Terre di Bari, presso la Camera di Commercio di Bari. Impegna la propria competenza istituzionale, per declinare al meglio le tematiche inerenti la produzione agro zootecnica e la valorizzazione dei prodotti di qualità sanitaria, etica e nutrizionale anche in attività extra professionali, attraverso l’organizzazione in ambito Universitario di eventi a carattere scientifico e di aggiornamento professionale; nel 2015 consegue il Master Universitario in Cultura dell’Alimentazione e delle Tradizioni eno gastronomiche, presso l’Università degli Studi UNIROMA 2 di Tor Vergata.Ha governato la Condotta Slow Food delle Murge dal 2010 al 2018