Il biologico come soluzione alla crisi climatica

Il biologico come soluzione alla crisi climatica

Il biologico come soluzione alla crisi climatica

Storie di resilienza, di chi quotidianamente deve trovare una risposta efficace alle sfide poste dall’emergenza climatica.

Alla Festa del BIO di Bologna, sabato 19 ottobre, alle ore 15.45 a Palazzo Re Enzo, alcuni agricoltori biologici e biodinamici del territorio condividono le loro esperienze raccontando come affrontano gli impatti climatici, trovando soluzioni innovative per garantire le rese produttive delle loro colture, proteggere la fertilità del suolo e gli habitat naturali.

Come Luca Berti, che affronta l’emergenza climatica con una strategia a lungo terminenella sua Azienda Agricola La Cartiera dei Benandanti, che coltiva cereali antichi e ortaggi nel verde dell’appennino tosco-emiliano, valorizzando colture dimenticate in un perfetto esempio di integrazione tra innovazione e tradizione.

La visione di Berti si basa su un approccio olistico, nel quale l’agricoltura sostenibile e rigenerativa e la creazione di reti locali giocano un ruolo fondamentale per la tutela delle risorse naturali e della biodiversità, elementi fondamentali per preservare la fertilità del suolo e contrastare gli sbalzi climatici.

Un approccio basato su sostenibilità, innovazione e resilienza agricola, unito a pratiche biologiche che eliminano l’uso di pesticidi e fertilizzanti chimici per proteggere il suolo e la biodiversità, è al centro della risposta alla crisi del clima di Andrea Ferrarini, dell’Azienda Agricola Bio Ferrarini.

La sua realtà integra tecnologie moderne per gestire in modo efficiente risorse come acqua ed energia, implementando sistemi di irrigazione ottimizzati.

La rotazione delle colture contribuisce a mantenere la fertilità del terreno e a ridurre la necessità di risorse esterne.

L’azienda è, inoltre, impegnata a contenere le emissioni di gas serra attraverso l’uso di energia rinnovabile e macchinari a basso impatto ambientale.

Esempio di eccellenza nell’agricoltura sperimentale e sostenibile per l’impegno nella ricerca in collaborazione con enti scientifici, l’Azienda Agraria Stuard si distingue per un approccio all’avanguardia che punta su nuove tecniche agricole resilienti e su metodi di coltivazione a basso impatto che riducono le emissioni di gas serra e contribuiscono così a mitigare gli effetti ambientali negativi.

L’innovazione e l’impegno per l’ambiente, raccontati da Lorenzo Marini, agronomo che si occupa dell’organizzazione e conduzione di prove sperimentali, fanno di questa realtà un punto di riferimento nella salvaguardia della biodiversità, grazie anche alla valorizzazione di specie rare e autoctone.

Nata dalla passione per la natura e la biodiversità di Viola ServiApi Selvatica punta fin dalle origini sull’apicoltura biologica per proteggere le api selvatiche, considerate cruciali per l’ecosistema, ma spesso dimenticate rispetto alle api domestiche.

Si distingue per la gestione innovativa e sperimentale, che ne fanno un vero e proprio progetto di tutela dell’ambiente, con un forte impegno per la salvaguardia dei preziosi insetti impollinatori, fondamentali per un futuro sostenibile.

Api Selvatica risponde alle sfide climatiche con pratiche sostenibili di apicoltura rigenerativa, agricoltura biologica, riduzione delle emissioni e sensibilizzazione, proteggendo la biodiversità e garantendo la resilienza delle api.

Altra voce femminile è quella di Carla Zanarini del Bio Orto Zanarini, che produce ortaggi e prodotti agricoli con metodi esclusivamente biologici.

Situata in un’area ricca di biodiversità, l’azienda è impegnata da sempre a coltivare in modo sostenibile, senza l’uso di pesticidi o fertilizzanti chimici, rispettando il ciclo naturale delle piante e del suolo.

La realtà è, inoltre, attiva nella promozione dell’agricoltura biologica locale, partecipando a iniziative volte a sensibilizzare sull’importanza di un’alimentazione sana e sostenibile perché, come afferma Carla Zanarini, le scelte del cibo che portiamo in tavola hanno un impatto significativo sul clima e sull’ambiente.

Nata da un progetto di recupero dei terreni abbandonati, l’Azienda Agricola Ca’ de Cesari, di Matteo Scarpellini tutela e valorizza prodotti biologici, non trattati e stagionali, nel rispetto dei cicli naturali, ed è un presidio Slow Food per il noto Carciofo Violetto di San Luca.

Matteo racconta le pratiche agricole sostenibili, rispettose dell’ambiente e delle tradizioni locali, che promuovono la biodiversità migliorando la resilienza alle condizioni meteorologiche e rafforzando il legame con il territorio, contribuendo così allo sviluppo dell’economia locale e alla conservazione delle tradizioni culturali.

 

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