Lo Stappo: Langhe Nebbiolo Paolo Giordano 2021
- Stefano Cengiarotti Malini
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Lo Stappo: Langhe Nebbiolo Paolo Giordano 2021
Oggi vi voglio parlare più che di un vino di un amico, una persona squisita, gentile e genuina.
Lo so parlo spesso di Langhe, ma mi piace un sacco parlare delle mie passioni.
Paolo Giordano è l’emblema di come si dovrebbe fare il vino, un uomo legato alle sue origini, alla famiglia e alle amicizie un uomo che fa dei suoi legami la base su cui produrre il proprio vino.
Siamo in una delle zone più belle e rinomate delle Langhe, o meglio più belle del barolo.
Perno è una sottozona di monforte che negli anni si è imposta come una delle più importanti del barolo, una zona che da grandi vini, anche se meno conosciuti, vini profondi e sinceri, come lo è Paolo.
Conosco da anni questo produttore, anche se è diventato produttore da pochi, in langa però è facile conoscersi se si ama il vino, e Paolo non lo ama, lo adora.
Il vino è figlio di amicizie, infatti è grazie ai Benevelli di Monforte Paolo ha iniziato a produrre, sono stati loro ad aiutarlo ad iniziare concedendogli tutta la loro conoscenza e uno spazio nella loro cantina.
Il suo è caldo come una domenica dalla nonna, rappresenta a pieno l’idea di condivisione che il vino dovrebbe avere, infine è perfetta espressione di quel territorio che esprime grandi vini grazie al legame della tradizione.
Il suo Langhe nebbiolo è fresco, vivace, verticale e incredibilmente profondo, ha un naso pulito fruttato, di frutti rossi di bosco, spiccano note di fiori viola e rossi, uniti a piacevoli sentori di legno tostato, ma mai invadente.
Il palato è pieno, piacevole, leggermente tannico, ma soprattutto è pieno e morbido come solo un vino di figlia può essere.
Cos’altro dire…
#lanostravitaèincredibile
Stefano Cengiarotti Malini, nato a Verona l’01/02/1991, appassionato di vino dall’inizio della sua carriera, sviluppa il suo amore per lo stesso già nella sua prima esperienza al Vittorio Emanuele ristorante storico del centro della città di Romeo e Giulietta; successivamente entra a far parte della brigata dell’Antica bottega del Vino la Mecca di tutto i sommelier della città, qui incontra il suo mentore e amico Alberto Bongiovanni, figura che tutt’ora ha una grande influenza nella vita di Stefano.
Diviene ufficialmente sommelier AIS nel gennaio 2018, ma sono le visite alle cantine e la continua voglia di studiare che lo rendono quello che è ora.
Gli anni del covid sono complicati per la ristorazione della città quindi Stefano decide di approcciare il lavoro in vigna e successivamente si sposta nelle langhe in quella barbaresco che è meta enogastronomica di rilievo assoluto, qui collabora con chef Manuel Buchard all’Antinè bistrot nel centro del paese di Gaja.
Ora gestisce la cantina del Donatelli-3011 pizzeria gourmet, con 2 spicchi del gambero rosso, in provincia di Verona, locale che fa dell’innovazione e della ricerca la base su cui costruire un progetto, questi punti sono alla base delle scelte della carta di Stefano, scelte della quali sicuramente vi parlerà.