La Carta che avvolge il Puerh. L’arte della produzione ed il caldo torrido.

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Dopo la mattinata in Hekai, rifacciamo a ritroso sulla via di Menghai. Prossimo step, la produzione della carta che avvolge il Puerh.
Avendo il negozio, l’ho sentito chiamare in tutti i modi: Mattonella, piastrella, torta, “cosa schiacciata”, “quel coso” ….ed oggi non volevo parlare del tè puerh, ma bensi della carta usata per il confezionamento delle torte, o cake, o Beeng Cha.
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Mi spiace sfatare un mito, ma non è carta di riso.  Almeno,  la carta che confezionava il Puerh non era carta di Riso: storicamente, in Cina la carta è stata prodotta SEMPRE dalle cortecce di albero, anzi, per dirla ancora meglio, la Carta Nasce in Cina e veniva prodotta dalle cortecce di albero. Per rafforzare, quando parliamo della carta usata per il confezionamento del Puerh, non possiamo parlare di carta di riso, ma bensi di carta ottenuta dalla lavorazione della corteccia di GELSO…che poi, oggi vengono utilizzate anche altre carte, è un altro discorso. Ed è cosi da molto tempo:
Una delle prime regolamentazioni sul tè dello Yunnan risale al 1734, quando Yin Shan, governatore della provincia dello Yunnan-Guizhou, propose dei regolamenti all’Imperatore YongZheng. Il governo centrale approva e l’anno successivo venne proclamata la Yunnan ChaFa (Cha=te Fa=legge).  Quindi, oltre alla regolamentazione del peso, della forma, della lavorazione, si parla anche di confezionamento e/o imballaggio. Da allora, la carta preferita per i tè migliori, per la conservazione, per il trasporto e per l’invecchiamento è appunto la carta di Gelso.
Ma andiamo con ordine. Un aspetto tipico della produzione cinese, almeno per quello che riguarda le zone che ho visto io, è la divisione geografica in comparti delle produzioni: La città X è famosa nella produzione di mobili, una città vicina (magari piu piccola) fa i pomelli, una altra farà i cardini. Ovviamente è un esempio veloce, ma credo sia chiaro.
Ha appena piovuto, ora un sole che spacca le pietre, tra un pò probabilmente ricomincerà a piovere. Di questi periodi è così, punto.
Il villaggio di Manzhao,  è di etnia DAI. Arriviamo ad ora di pranzo, e le famiglie si riposano. Ma, come tutti i popoli meridionali, i villici risultano essere subito simpatici e per niente infastiditi….anzi, comincia la lezione.
La pianta utilizzata è il Gelso che cresce nello Yunnan del sud, ma anche nel laos e nel vietnam. La parte utilizzata è la corteccia che, dopo una lavorazione, diventa appunto carta. Vediamo come.
Il primo step è appunto la corteccia. Da notare che la Famiglia che ci ha ospitato stava pranzando. Potete notare in basso alla foto le varie stoviglie… 🙂
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La corteccia viene lasciata ad ammollo, (per appunto ammorbidirla), per un bel pò di tempo, almeno una giornata, in apposite vasche in cemento.
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…ed ecco il risultato:
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Successivamente, bisogna trasformare la corteccia, ormai molle e sfilacciosa, in “polpa”, mediante la bollittura in apposite caldere/pentoloni in cemento.
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…dopo la cottura, avremo un composto fangoso, una polpa….
 
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Siamo ben lontani dalla carta, vero? Ora la polpa verrà messa in acqua, in apposite vasche, e “mischiata” o miscelata o girata molto velocemente e violentemente. Questa operazione, oltre a pulire la corteccia, facendo precipitare le impurità verso il basso, amalgama la cellulosa. Successivamente, dei telai (io li vedo molto simili ai telai serigrafici) a trama fine vengono immersi nelle vasche e tirati con delicatezza verso l’alto. La cellulosa viene pescata e stesa in modo uniforme sui telai stessi.
 
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..in questa foto, il prima (la polpa di corteccia) ed il dopo (le fibre sul telaio). Chiaro no?
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Successivamente, i telai vengono messi ad asciugare al sole….quello sono io, e scusate la faccia da fesso, ma ero felice come un bambino :).
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Dopo l’asciugatura, l’ormai carta deve essere staccata dai telai…. ecco come:

….nel particolare, ecco il prodotto “finito”.
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…..ok, la carta è pronta. E’ ovvio che la carta potrà essere utilizzata anche per altri usi, non solo per il confezionamento del Puerh.
Ma adesso, vediamo di capire una cosa. Ovviamente non tutto il puerh viene confezionato con questo tipo di carta, anzi.
Diciamo che, almeno per quello che ho visto io, ed almeno per quello che ho capito io, e per almeno quello di cui ho discusso io, solo una minima parte del puerh viene ancora confezionato con questa carta.
Ma bisogna comprendere anche un’altra cosa. Probabilmente un cinese amante del puerh non comprerebbe mai un Blend, ovvero un puerh fatto con foglie di piu giardini/foreste/alberi: compra solo quel giardino di quella determinata area di quel determinato raccolto.
In alcune aree dello Yunnan del sud gli alberi sono numerati! Vuol dire che un acquirente puo comprare il raccolto di quell’albero, magari il 1606.
E probabilmente la Magia sta tutta li: nelle mani che raccolgono, che producono, che fanno il tè. Di conseguenza, solo alcune partite, le più importanti e forse, le piu pregiate, vengono ancora confezionate con questo tipo di carta. Di conseguenza, riconoscere la carta può essere una ottima base di partenza per valutare un Puerh.
Per oggi è tutto, spero vi sia piaciuto.
E vi prometto che dal prossimo articolo comincio a scrivere Puerh nel modo giusto, ovvero Pu’er.
di Gix Musella
 

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