La 4 portoni di Palazzo Vialdo
- redazione
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Negli ultimi mesi si è parlato e detto molto di Palazzo Vialdo, non tanto per quanto riguarda l’offerta gastronomica quanto, piuttosto, per il “gossip”.
L’interruzione del rapporto professionale con il pizzaiolo Gianfranco Iervolino, ha comportato tutta una serie di problematiche e perché no, di opportunità per l’imprenditore e titolare Vincenzo Di Prisco.
L’opportunità è stata quella di sviluppare in prima persona una nuova tipologia d’impasto, partendo però dall’imprescindibile studio delle farine, delle idratazioni e dell’impasto. Perché? Ovviamente per mantenere alta l’asticella qualitativa ed intatto il concept di Palazzo Vialdo, basato sull’utilizzo di materie prime di altissimo profilo e grande cultura e passione nella loro ricerca in giro per l’Italia.
Su questo, Di Prisco ha costruito la sua immagine oltre che di abile imprenditore, anche di appassionato gourmander e food-hunter.
La pizza di cui vi parliamo è la perfetta sintesi della multidimensionalità del brand VIALDO, che da pochi mesi si è arricchito di un ristorante giapponese (Wa Restaurant) e di una ricchissima gastronomia. Proprio da quest’ultima provengono i quattro formaggi erborinati, tutti di bufala, che fanno da base a questa pizza bianca. La sapidità e l’intensità dei sapori, vengono mitigate da una bellissima composta di agrumi.
È una pizza certamente colorata e profumata e perché no, anche golosa! L’impasto attuale del Vialdo è realizzato con un lievito madre curato ed avviato dallo stesso Di Prisco e la pizza risulta molto scioglievole, con una dimensione di 33 cm ma un cornicione, per nulla panoso, più alto rispetto allo stile tradizionale, seppur non proprio categorizzabile nella “nuova scuola” del cosiddetto (si fa per ridere) canotto!