“Empire Biscuit”, il più “british” dei biscotti
- Giustino Catalano
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E’ il più popolare tra i biscotti del Regno Unito ed in particolare in Scozia e in molti paesi del Commonwealth. In Irlanda gode di pari popolarità e nella città di Winnipeg in Canada è IL BISCOTTO.
Originariamente era noto come biscotto di “Linzier” o biscotto tedesco, anche se nel tempo non sono mancati numerosi altri nomi come biscotto belga, biscotto doppio, biscotto panino o biscotto dell’Impero.
Sono dei biscotti iconici. Consumati sia come spezzafame che come biscotti da tè gli Empire Biscuit hanno sicuramente una matrice tedesca anche se con il tempo sono stati resi molto britannici nella loro manifattura.
I classici si presentano come due dischi di pastafrolla del diametro di 8-10 centimetri soprapposti con all’interno un velo di confettura di lampone o mirtillo e sopra una gassatura sormontata da una mezza ciliegia candita. Ovviamente ne esistono anche molte altre varianti, soprattutto nella farcitura, sia in Inghilterra che fuori dei confini della Gran Bretagna.
In Nuova Zelanda ad esempio la glassa superiore è di colore rosa ed è cosparsa con cristalli di gelatina di lamponi. Nonostante anche la pasticceria britannica abbia subito un importante riammodernamento come accaduto qui da noi gli Empire biscuits sono sempre sulla cresta dell’onda.
E questo dato deve esserci utile per una piccola riflessione a margine dove in Italia, ed in particolare al sud, alcuni prodotti sono finiti nel totale dimenticatoio. Io stesso ho memoria di un biscotto di pasta frolla del diametro di 10-12 cm sormontato da una corona di pasta di mandorle messa con sac a poche con al centro 3 amarene e una laccatura con gelatina di albicocche.
Il risultato era un biscotto friabile con di contrasto la morbidezza della pasta di mandorla e la dolcezza dell’amarena e della gelatina di albicocche. Forse troppo dolce ma sicuramente uno dei piccoli capolavori della pasticceria partenopea di una volta.
Di questo biscotto se ne sono perse assolutamente le tracce.
Di formazione classica sono approdato al cibo per testa e per gola sin dall’infanzia. Un giorno, poi, a diciannove anni è scattata una molla improvvisa e mi sono ritrovato sempre con maggior impegno a provare prodotti, ad approfondire argomenti e categorie merceologiche, a conoscere produttori e ristoratori.
Da questo mondo ho appreso molte cose ma più di ogni altra che esiste il cibo di qualità e il cibo spazzatura e che il secondo spesso si mistifica fin troppo bene nel primo.
Infinitamente curioso cerco sempre qualcosa che mi dia quell’emozione che il cibo dovrebbe dare ad ognuno di noi, quel concetto o idea che dovrebbe essere ben leggibile dietro ogni piatto, quella produzione ormai dimenticata o sconosciuta.
Quando ho immaginato questo sito non l’ho pensato per soddisfare un mio desiderio di visibilità ma per creare un contenitore di idee dove tutti coloro che avevano piacere di parteciparvi potessero apportare, secondo le proprie possibilità e conoscenze, un contributo alla conoscenza del cibo. Spero di esservi riuscito.
Il mio è un viaggio continuo che ho consapevolezza non terminerà mai. Ma è il viaggio più bello che potessi fare.