Il Tartufo “che non cresce nei boschi”. Quello di Pizzo
- Giuseppina Maria Rosaria Sgro
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Generalmente quando si sente parlare di tartufo il pensiero va al noto e pregiato fungo ipogeo a forma di tubero che cresce spontaneamente nel terreno sulle radici di alcuni alberi, quali la quercia. In Calabria, però, in particolare a Pizzo Calabro, graziosa cittadina della provincia di Vibo Valentia, il tartufo è anche e soprattutto un gelato sopraffino. Il Tartufo di Pizzo è, infatti, il gelato cult della Calabria ed è conosciuto a livello mondiale.
La storia
Quanto alle origini storiche di questo gelato, occorre precisare innanzitutto che in passato il punto di forza di Pizzo Calabro era la piazza dove si riunivano i più noti pasticceri calabresi, ma anche napoletani e siciliani. Già anticamente Pizzo era nota per la produzione di gelati, che, però, si facevano solo poche volte all’anno, in quanto non si disponeva ancora di frigoriferi. Nel 1952, in occasione dell’importante visita di un principe, ai più grandi pasticceri della cittadina calabrese venne commissionata la preparazione di una grande quantità di dolci e gelati; tutti si prodigarono in vista di questo incontro, ma uno più degli altri. Giuseppe De Maria, detto “Don Pippo”, gelatiere presso la gelateria Dante, il quale improvvisamente era rimasto senza dolci, gelati e formine, realizzò un prodotto del tutto nuovo: con le mani formò delle palline di gelato artigianale, metà alla nocciola e metà al cioccolato, con all’interno del cioccolato fondente liquido, caramello e liquore Strega, chiudendole poi con un metodo simile a quello utilizzato per l’arancino (De Maria era, infatti, un pasticcere messinese); infine, ricoprì queste palline con del cacao amaro in polvere e zucchero e le inserì in una carta pergamena dentro a una stecca di ghiaccio per la loro consolidazione, dal momento che, come specificato prima, non esistevano ancora i frigoriferi. Fu in tal modo che ebbe origine il famoso Tartufo di Pizzo, diverso da quello siciliano che contiene anche mandorle e gianduia. Quindici anni dopo, in seguito al pensionamento del maestro De Maria, i fratelli Di Iorgi, prima camerieri presso la gelateria Dante, presero le sue redini: in particolare, Giorgio ereditò l’attività della Gelateria Dante, mentre il fratello Gaetano proseguì la produzione del Tartufo di Pizzo nell’attività di fronte, il “Bar Ercole”. Il nome “Tartufo” deriva dalla forma che ricorda vagamente quella del fungo e in passato maggiormente, in quanto erano molto più irregolari rispetto ad oggi. Anche adesso il Tartufo di Pizzo viene lavorato alla stessa maniera di allora: dopo aver creato delle palle di gelato, con le mani viene esercitata al centro di esse una pressione verso l’interno dove viene depositata una colata di cioccolato fondente fuso, dopodiché il Tartufo viene inserito nell’abbattitore per la durata di tre ore.
L’antica pasticceria Belvedere
Nella piazza di Pizzo Calabro è sita la più grande pasticceria produttrice di Tartufi sin dagli anni cinquanta. Proprio in quegli anni, i Belvedere furono i primi a portare nella cittadina calabrese la macchina industriale per produrre il gelato e ancora sono in tanti a ricordare il giorno in cui Domenico Belvedere, il pioniere, offrì alla gente il gelato in piazza. Oggi la pasticceria Belvedere produce circa 2000 Tartufi al giorno che raggiungono diverse regioni italiane. Deliziosa e molto richiesta è anche la variante al pistacchio di questo gelato.
Le sagre
Durante la stagione estiva vengono organizzate diverse sagre del Tartufo di Pizzo, non soltanto nella cittadina d’origine di questo delizioso gelato, ma anche in altre località calabresi, attirando un gran numero di turisti provenienti da ogni parte del Mondo.
Curiosità
Il tartufo di Pizzo è realizzato con ingredienti di alta qualità, privi di conservanti, additivi e addensanti. Per la sua produzione vengono ancora oggi utilizzati macchinari molto antichi. È stato il primo gelato in Europa ad ottenere il marchio IGP e l’unica nota dolente è che ha più di mille calorie. Quindi, chi tiene particolarmente alla linea deve prestare attenzione!
Calabrese, ho conseguito la laurea in Giurisprudenza nel 2011 presso l’Università degli studi “Mediterranea” di Reggio Calabria e l’abilitazione alla professione forense nel 2016. Già articolista per la testata giornalistica online “Blasting News”, la grande passione per la cucina, ereditata da mio padre, ottimo cuoco ed esperto di funghi, mi ha spinta ad entrare a far parte del meraviglioso team di autori di questo sito interessante e goloso. Mi appassiona tutto ciò che riguarda l’arte culinaria e, quando mi è possibile, partecipo volentieri a fiere, manifestazioni e sagre. Altri miei interessi sono la lettura, lo sport e i viaggi. Dimenticavo: sono anche una buona forchetta!