Le arancine siciliane

arancino

Grandi consensi e tanta allegria non mancano quando sulle tavole italiane vengono presentate le gustosissime e rinomatissime arancine di riso.

Esistono non poche discordanze circa le origini di questa specialità siciliana: mentre alcuni sostengono che siano nate nelle cucine dei conventi grazie alle sapienti mani delle monache, secondo altre fonti sembrerebbe che le arancine di riso abbiano avuto origine nelle case degli aristocratici siciliani. Secondo un’ulteriore tesi sarebbero, invece, nate per caso nelle cucine popolari dove venivano riciclati gli avanzi del cibo.

Ciò che è certo è che le arancine costituiscono un prodotto di origini popolari che si perde nella notte dei tempi. Tale specialità siciliana prende questo nome, in quanto la sua forma tondeggiante ricorda l’arancia, il succoso frutto siciliano per eccellenza. Quanto alla terminologia, mentre il nome “arancina” è utilizzato nella zona occidentale della Sicilia per fare riferimento a questa golosa pietanza, il termine “arancino” è, invece, tipico della parte orientale dell’isola.

Spesso questa prelibatezza siciliana la si trova anche in forma di cono, al fine di simboleggiare il vulcano Etna. Le arancine di riso presentano un diametro di circa 8-10 cm e sono realizzate con riso impanato e fritto ripieno generalmente con ragù, piselli, zafferano e caciocavallo. Esternamente appaiono dorate e croccanti, mentre presentano una piacevole morbidezza all’interno. Le arancine di riso sono anche conosciute come “cibo di strada”, dal momento che sono vendute anche nelle bancarelle e possono essere gustate semplicemente avvolte con un tovagliolino durante una piacevole passeggiata per strada. Con il termine di “arancini di riso”, questa pietanza siciliana è stata riconosciuta ed inserita ufficialmente dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, nell’elenco dei PAT, vale a dire dei Prodotti agroalimentari tradizionali italiani.

Delle arancine di riso esistono diverse varianti. Di seguito, la ricetta che prevede, tra gli ingredienti, il brodo di carne, che non tutti conoscono.

Per 4 persone

350 g di riso

250 g di polpa di manzo tritata

150 g di piselli

70 g di caciocavallo

1 cipolla

1 spicchio d’aglio

30 g di concentrato di pomodoro

1/5 litro di brodo di carne

1 bicchiere di vino rosso

1 bustina di zafferano

3 uova

60 g di parmigiano grattugiato

50 g di farina

Olio di semi

Olio extravergine di oliva

Sale e pepe q.b.

Iniziare la preparazione delle arancine sciacquando i piselli e sbollentandoli in acqua salata per 15 minuti. Nel frattempo, ridurre a dadini il caciocavallo, pelare la cipolla, tagliarla a piccole fette e rosolarla in una casseruola con l’olio e l’aglio; disporre la polpa di manzo e continuare la rosolatura per qualche minuto. Sfumare con il vino rosso, unire il concentrato di pomodoro, aggiungere sale e pepe quanto basta, coprire e cuocere a fuoco lento per 40 minuti bagnando con il brodo bollente. Aggiungere i piselli sgocciolati e lasciare insaporire sul fuoco per 5 minuti. Successivamente, fare bollire una pentola con l’acqua, salare, immergere il riso e farlo cuocere per un quarto d’ora mescolando con un cucchiaio di legno. Terminata la cottura, scolare il riso, disporlo in una ciotola, unire lo zafferano, 2 uova sbattute, il parmigiano grattugiato e mescolare il tutto. Disporre il composto di riso ottenuto su un piano da lavoro e, inumidendo le mani, realizzare delle sfere della grandezza di un’arancia, aprirle a metà, farcirle con un po’ di ragù e di caciocavallo, ricomporle e rimodellarle. Passare le arancine ottenute inizialmente nella farina, successivamente nell’uovo sbattuto rimasto e, infine, nel pangrattato. Friggere le arancine di riso nell’olio di semi caldo fino al raggiungimento della doratura, sgocciolarle, passarle sulla carta assorbente per eliminare i residui di olio e farle riposare prima di servire.