Alberto Rupi, l’allevatore di galline felici
- MARCELLA PACE
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Alberto Rupi, l’allevatore di galline felici
Le sue galline razzolano felici in più di un ettaro a disposizione.
L’asino e le pecore sono la fonte per concimare il terreno.
Per Alberto Rupi, 35 anni di Paglieta (Chieti) docente di Matematica e Fisica in un istituto superiore di Lanciano (Chieti) la campagna è il suo “rifugio dell’anima”.
Non è un caso che ha chiamato la sua azienda agricola Fattoria Akape, prendendo in prestito un termine di lingua nativa americana, che significa proprio rifugio.
Sono stato lì per 12 anni, perché dopo gli studi ho cominciato a lavorare come insegnante a Ferrara. La voglia di tornare in Abruzzo però era sempre fortissima, perché la vita di città un po’ mi aveva stancato. Mi mancava l’aria. Tramite la scuola in cui insegnavo sono venuto in contatto con una fattoria didattica e ho cominciato a sognare di farne una tutta mia”.
Una volta rientrato in Abruzzo, acquista 50 galline, di razze miste, tra cui la Livornese, una razza antica, un asino e due pecore, e un anno e mezzo fa apre la sua Fattoria Akape, “un luogo dove piante e animali possono avere la stessa casa”, continua l’allevatore.
“Dopo tanti anni finalmente mi sentivo realizzato. Questo progetto è stato il mio riparo, ecco perché ho scelto quel nome che può indicare anche un rifugio per la biodiversità. Io opero in termocoltura, non uso prodotti chimici e riciclo tutto. Il letame di asino e pecore lo uso per compostare il mio piccolo orto. Le galline razzolano tutto l’anno in un ettaro di uliveto. Non mangiano mangimi proteici, ma solo erba, piante, fiori e un mix di cereali che gli preparo la sera. Stanno all’aria aperta. Alcune dormono sugli alberi. Vivono allo stato brado e sono felici. Alcune diventano tipo cani, quando ad esempio gli porto da mangiare mi seguono. Mi danno tante soddisfazioni”, confessa con un sorriso.
Per il momento i ricavi della fattoria arrivano dalla vendita di olio e delle uova colorate (perché le razze sono miste), rigorosamente fresche di giornata.
La prima parola l’ho pronunciata a sei mesi. Da allora “comunicare” per me è stata la missione della vita, tanto da convincermi fin da adolescente che “da grande” sarei diventata una giornalista professionista. Così è stato. Avevo 17 anni quando, nell’ottobre 2001, ho pubblicato il mio primo articolo sul Tempo d’Abruzzo. Dal 2009 lavoro nel campo della comunicazione come responsabile di uffici stampa e giornalista in testate televisive, web e riviste, occupandomi di politica, economia ed enogastronomia. Da buona forchetta mi piace mangiare bene e adoro il mondo del vino. Il che mi ha portato, nel marzo 2018, a diventare sommelier e poco dopo a sposare il progetto di Virtù Quotidiane, testata dedicata all’enogastronomia abruzzese e non solo. Del giornalismo adoro avere il privilegio di raccontare storie, ambizioni, passioni e sogni di chi ha idee, creatività e ama quello che fa.