Aperitivo all’italiana: serve il giusto food pairing
- Fabiana Romanutti
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APERITIVO ALL’ITALIANA, NON SOTTOVALUTARE IL FOOD PAIRING
Per 8 italiani su 10 nell’aperitivo italiano non può mancare il food pairing, appetizer di qualità che vanno dai classici stuzzichini a proposte salutari, light ed etniche. È quanto emerge da uno studio promosso da Sanbittèr condotto con metodologia WOA (Web Opinion Analysis) su un campione di 300 italiani attraverso un monitoraggio dei principali social network, forum, blog e community lifestyle internazionali.
La moda di accompagnare le bevande a piccoli ancorchè frugali stuzzichini (soprattutto olive e salatini) si diffonde nei café chantant di Torino, antesignani degli odierni bar. L’abitudine dell’aperitivo fatto al bar in prossimità dei pasti (pranzo compreso) diventa in breve qualcosa di davvero tipico in Italia, radicandosi nello stile di vita e nelle usanze del nostro paese ma differenziandosi da nord a sud. L’Italia è infatti l’unico paese al mondo in grado di poter vantare un gustoso patrimonio di 4.698 specialità tradizionali alimentari e ogni paese ha le proprie proposte di food per l’aperitivo, dalle pizzette, arancini e fritti al sud ai tramezzini, patatine, olivette e focacce al nord.
Oggi è molto in voga l’aperi-light, cioè quell’aperitivo che coniuga il momento di relax con colleghi e amici con la leggerezza e il gusto delle verdure e ortaggi e con una miscelazione che è sempre più analcolica o solo leggermente “corretta”. Un aperitivo sano che ha conquistato il nostro paese, che al momento dell’aperitivo vede sempre più verdure grigliate, bruschette e leggeri flan, al fianco di pizzette, patatine fritte e crocché.
Sempre più diffuso il food pairing etnico, con bao (panini ripieni cotti al vapore.), l’hummus (salsa a base di pasta di ceci) e gyoza (fagottini ripieni di carne o verdure,) e nascono nuove contaminazioni che utilizzano ad esempio alghe o frutti tropicali. Ci sono anche i samosa, triangolini indiani di pasta sfoglia croccante ripieni di verdure speziate con curry e tandoori, e i falafel arabeggianti, polpettine di legumi speziate e fritte. Anche il bere miscelato si evolve quindi con cocktail sempre più ricercati nei colori e nei sapori pensati per accostarsi perfettamente ai nuovi aromi delle pietanze.
Per la scelta del locale dove fare un buon aperitivo, oggi i consumatori dedicano grande attenzione alla qualità del cibo (55%), oltre che alle proposte di cocktail (42%) e all’atmosfera suggestiva (45%) in grado di regalare scorci invidiabili sulle grandi piazze italiane e nei piccoli borghi al mare o in montagna. L’immancabile dell’aperitivo non risulta quindi essere l’alcol, sostituito progressivamente da bitter e aperitivi analcolici ready to drink. Più della metà degli italiani (62%) ritiene infatti che si possano esplorare diverse sensazioni di sapori anche con proposte a bassa o inesistente componente alcolica, scelte sempre più dai consumatori per questioni di benessere (47%), moda (35%), o necessità (41%). (fonte: Sanbittèr).
Friulana di nascita, triestina di adozione. Quanto basta per conoscere da vicino la realtà di una regione dal nome doppio, Friuli e Venezia Giulia. Di un’età tale da poter considerare la cucina della memoria come la cucina concreta della sua infanzia, ma curiosa quanto basta per lasciarsi affascinare da tutte le nuove proposte gourmettare. Studi di
filosofia e di storia l’hanno spinta all’approfondimento e della divulgazione. Lettrice accanita quanto basta da scoprire nei libri la seduzione di piatti e ricette. Infine ha deciso di fare un giornale che racconti quello che a lei piacerebbe leggere. Così è nato q.b. Quanto basta, appunto.