Bar e ospitalità ai tempi del covid – parte 3
- Stefano Gallerani
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Dopo una premessa – https://www.ditestaedigola.com/lospitalita-ai-tempi-del-covid/ – e i primi interventi di Antonio Parlapiano e Riccardo Rossi – https://www.ditestaedigola.com/lospitalita-ai-tempi-del-covid-parte-2-la-parola-ai-professionisti/ – altri due professionisti condividono con noi i loro pensieri sul tema Covid e Ospitalità.
Punto di riferimento delle giovani generazioni di bartender al femminile, Valeria Bassetti si impegna ormai da anni nella battaglia per uguagliare opportunità e remunerazione in un mondo ancora troppo maschilista. Insieme alla rivista culturale Zero Organizza ogni anno l’evento più importante del settore a Roma: la Barmarathon. Con altri autorevoli colleghi ha lanciato la campagna “no straws” in Italia e nel cocktail bar che attualmente dirige non vengono usate cannucce o altri elementi in plastica. Da molti anni si occupa di promuovere una sana educazione all’uso dell’alcool presso la storica Enoteca Del Frate a Roma. Insieme ad un collega e socio romano ha creato e lanciato la linea Drink.it, ovvero drink imbottigliati a portar via, distribuiti in tutta Italia, Londra, Parigi, Berlino e Tel Aviv – https://www.drinkitcocktails.com/. Attualmente è Vice presidente e portavoce di IHN Italia Hospitality Network e sostenitrice sin dall’inizio del progetto Shakher
VALERIA BASSETTI
La notte prepara la vita al giorno. Per noi che la abbiamo scelta di vivere come un mondo da abitare è casa, è famiglia, è lavoro. 26 anni fa ho scelto di dedicare tutta me stessa al servizio dell’Ospitalità. Non me ne sono mai pentita. Neanche ora. Questo anno ha messo a durissima prova l’amore e la dedizione di ognuno di noi verso il nostro settore, quella che chiamiamo Industry, forse con un pizzico di arroganza ma con altrettanto orgoglio. Con IHN, Italiano Hospitality Network abbiamo voluto ripagare il nostro lavoro di tutte le soddisfazioni che ci ha donato in tanti anni di carriera. È davvero una storia d’amore. Tra noi, i nostri clienti, la notte. Come in tutte le relazioni è fondata sulla fiducia ed il rispetto, elementi che sono venuti totalmente a mancare da parte di quelle istituzioni che ci hanno tradito e, per quanto mi riguarda, umiliato.
Come abbiamo visto fare negli ultimi decenni con altri settori, come l’Istruzione, i giovani, la Sanità. Un paese civile non si misura solo con chi fonda la propria esistenza nelle ore diurne ma con tutti i suoi cittadini e cittadine. Nessuno più di noi vuole lavorare in sicurezza e garantendo la salute dei propri ospiti. Se è necessario chiudere tutto per salvare vite fragili e a rischio non ci tireremo indietro. Il senso di responsabilità lo abbiamo nel nostro patrimonio etico. Siamo coloro che vi fanno da mangiare e da bere, che rifanno i vostri letti d’albergo, siamo persone delle quali ci si può fidare.
Ma la stessa identica responsabilità la pretendiamo, allora, quando desideriamo conoscere il futuro del nostro destino. La Notte totalmente spenta è un mondo meno sicuro, un Paese che dimentica chi lavora nell’Ospitalità non è soltanto un Paese più povero economicamente, ma culturalmente e socialmente. Siamo pronti a fare ulteriori sacrifici in nome di quell’amore senza compromessi che nutriamo verso il nostro lavoro ma, come diciamo, spesso in maniera minacciosa noi donne in una relazione: “poi, dobbiamo parlare”.
Non subiremo più regole non condivise. Ne usciremo tutti migliori solo se insieme. Siamo pronti ad accogliervi di nuovo, responsabilmente. Vegliamo sulle vostre città e spesso anche sui vostri figli, sulle vostre ansie e paure, custodiamo i vostri segreti, carezziamo i vostri cuori innamorati. La Notte è anche casa vostra. Non la abbandonate.
Già bar manager dell’high-volume street bar trasteverino Freni e Frizioni e “miscelatore seriale con una spiccata passione per la musica e le bevande alcoliche”, Cristian Bugiada è oggi al comando, con Roberto Artusio e sempre nel cuore dello storico quartiere romano, de La Punta Expendio de Agave, un cocktail bar interamente dedicato a tequila e mezcal, di cui Bugiada, come Artusio, è uno dei sei ambasciatori mondiali ufficiali, ma un cocktail bar, anche, che a sua volta ne cela un altro magico, sotterraneo e misterioso come un racconto messicano: il Maria Sabina. Vastissima, come la competenza di gestori e staff, la scelta di distillati d’agave, frutto di decine di viaggi e di una ricerca costante che coniuga avanguardia e tradizione, realismo e magia – https://www.lapuntaexpendiodeagave.com/.
CRISTIAN BUGIADA
Lockdown life
Capitolo 1. Ce la faremo
A più di un anno di distanza mi ritrovo ad analizzare la mia vita da un punto di vista che mai – e dico mai – avrei pensato di dover considerare.
Partiamo dal principio, la prima settimana di chiusura forzata nessuno, me compreso, sapeva cosa sarebbe successo né, credo, immaginasse la pericolosità di questo virus e delle scelte che ci hanno portato a rimanere in ginocchio. Come ogni bartender che si rispetti, mentre tutti correvano a comprare il lievito di birra e si scaldavano le ugole per i concerti al balcone, io cominciavo a pianificare cosa bere. E così ho fatto, per vari motivi: 1 non avevo nessuna intenzione di mettermi ad impastare; 2 a casa ho un forno indecente; 3 non ho un balcone dove esibirmi; 4 preferisco bere così non ci penso e almeno riesco a dormire.
Capitolo 2 Stai bene? Mmmh insonnia.
Per la prima settimana tutto bene come spiegavo, ma nel giro di 7 giorni avevo già fatto fuori una quantità di alcolici considerevole dal momento che abito da solo e i miei conigli (compagni fidati di avventure casalinghe) non bevono. Non solo, come se non bastasse cominciavo a rendermi conto che per riuscire a dormire dovevo “buttarne giù” un sorso in più ogni sera, cosa che cominciava a darmi fastidio e che mi avrebbe portato a infrangere tre regole fondamentali per il barista consapevole, ovvero rispettare sempre il drink cost (da lì a poco mi sarei trovato a secco), bere responsabilmente e, ultima ma non per importanza: CHI BEVE DA SOLO SI STROZZA!
Capitolo 3 Stai bene? Mmmh NZOOM
La socialità nel nostro lavoro è tutto, la cosa più importante in assoluto, più del drink, più delle ricette, delle tecniche, più importante anche del denaro. (Mia madre mi ripete sempre “chi è ricco d’amici e povero di guai”). Ed è quella che mi manca del bar, quella sensazione di saper socializzare anche con un San pietrino, quella convinzione che oggi accadrà di nuovo la magia. I bar sono questo, contenitori di socialità che possono miscelarsi in miliardi di ricette possibili e tutte speciali. Insomma sai come entri ma non sai come esci. L’unica alternativa possibile quando sei chiuso in casa e non puoi socializzare con nessuno è affidarsi alle mille piattaforme social che ci sono a disposizione e così come per magia mi ritrovo a pubblicare il triplo dei contenuti al giorno sulle mie pagine, partecipare a tutte le dirette possibili e perché no, guadagnare anche dei soldi facendo qualche lavoretto digitale per qualche brand. Eravamo felici e non lo sapevamo.
Capitolo 4 Stai bene ? SI, stranamente SI.
Mens sana in corpore sano, dicono, quindi finite anche le dirette, i webinar gli aperizoom e i tric trac capisco che è ora di un grande cambiamento personale, che deve iniziare dalla testa per far muovere il corpo per far rimuovere la testa. Insomma, un cane che si morde la coda ma in senso buono. È passato un mese dalla prima chiusura, quindi siamo circa a metà aprile 2020, mi guardo allo specchio per farmi compagnia e non mi piaccio, non mi piace la mia faccia, il modo in cui quello dall’altra parte mi guarda; decido, quindi, che è il momento di fare qualcosa, anche perché, riducendo le dosi di alcol, da qualche settimana le notti si fanno sempre più lunghe e pensierose. Mi chiedo se c’è un altro modo per dormire sereni ma senza doversi fare troppo male, e bene sì, solo che mille scuse e mille nottate mi hanno impedito di vederlo. Lo sport, la dieta come strumenti per rimediare anche se in parte a quel mal di schiena che questo lavoro e anni di pedana a scorrazzare su e giù per il bar mi hanno procurato. Oggi, dopo un anno posso dire di esserci riuscito, ho perso quasi 20kg, e ho iniziato a mangiar bene, la sera dormo come un pupo anche se non mancano i pensieri mentre sono sveglio. Si, perché dentro di me qualcosa è cambiato, mi sento più forte, più in salute, mentre fuori vedo che il mondo si fa sempre più grigio e le persone più cupe, i volti senza speranza, e mi fa male, ma credo che questa volta, il danno sia più grande di quello che ho immaginato, questa volta ci vuole uno sforzo da parte di tutti oltre che dalle istituzioni per un cambiamento collettivo.
“La forma nello spazio si trasforma, la notte è un’isola che affonda” mi ripeto mentre ascolto Before the beginning di John Frusciante. Spero tanto che a questa nuova versione di me possa essere data un’altra possibilità di non sprecare quella felicità che era a un passo dall’essere raccolta e apprezzata, e ovviamente spero che lo stesso accada a tutti voi che leggete. Un grande abbraccio
Stefano Gallerani è nato il 4 ottobre del 1975 a Roma, dove vive lavorando in televisione. Suoi articoli e saggi sono apparsi su «Alias», supplemento letterario de «il manifesto», “l’Unità”, “Il Mattino” e “Playboy”. Collabora con le riviste «Il Caffé Illustrato» e «L’Illuminista». Altri contributi sono apparsi su “Nuovi Argomenti”, «Alfabeta2», «Il Giannone», «Allegoria» e «Reportage». Nel 2014 ha pubblicato “Albacete” (Lavieri). Il suo ultimo libro. “A Buenos Aires con Borges” è uscito nel giugno scorso per i tipi di Giulio Perrone Editore.