Bigoli in salsa d’acciughe con “rosa dell’Isonzo”

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25 Marzo 2021 12:07

Una ricetta apparentemente dedicata alla Quaresima, ma talmente buona e ricca di identità territoriale da poter essere apprezzata ogni volta che si vuole fare festa a tavola. I bigoli (in veneto bigoi) sono una pasta lunga simile a uno spaghettone, fatti originariamente con grano tenero acqua e sale. Sono disponibili anche in altre varianti, compresa quella dei bigoi mori, cioè scuri, con grano saraceno, specialità di Bassano del Grappa. 

Bigoli in salsa d’acciughe con rosa dell’Isonzo

  • 400 gr bigoli
  • 12 filetti di acciuga sott'olio
  • 200 gr Rosa dell'Isonzo (radicchio rosa)
  • 4 cucchiai olio d'oliva (extra vergine)
  • 1/4 cipolla
  • q.b sale
  • qb foglie di rosa dell'isonzo ((per guarnire))
  • prezzemolo ((per guarnire))
  1. Tritare grossolanamente la cipolla e rosolarla in padella con l’olio extra vergine di oliva.Aggiungere la rosa tagliata a listarelle, spadellare fino al suo appassimento.Spegnere il fuoco, aggiungere 8 filetti di acciuga e schiacciarli con i rebbi di una forchetta.In una pentola con acqua leggermente salata cucinare i bigoli per 10-12 minuti, scolarli e versarli nella padella della cipolla, rosa e acciughe.Unire eventualmente poca acqua di cottura, amalgamando il tutto.Distribuire i bigoli nei piatti caldi, guarnire con i filetti di acciuga rimasti tagliati a pezzetti, foglie di Rosa e prezzemolo tritato.

Autore

  • Romanutti

    Friulana di nascita, triestina di adozione. Quanto basta per conoscere da vicino la realtà di una regione dal nome doppio, Friuli e Venezia Giulia. Di un'età tale da poter considerare la cucina della memoria come la cucina concreta della sua infanzia, ma curiosa quanto basta per lasciarsi affascinare da tutte le nuove proposte gourmettare. Studi di filosofia e di storia l'hanno spinta all'approfondimento e della divulgazione. Lettrice accanita quanto basta da scoprire nei libri la seduzione di piatti e ricette. Infine ha deciso di fare un giornale che racconti quello che a lei piacerebbe leggere. Così è nato q.b. Quanto basta, appunto.

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Fabiana Romanutti

Friulana di nascita, triestina di adozione. Quanto basta per conoscere da vicino la realtà di una regione dal nome doppio, Friuli e Venezia Giulia. Di un'età tale da poter considerare la cucina della memoria come la cucina concreta della sua infanzia, ma curiosa quanto basta per lasciarsi affascinare da tutte le nuove proposte gourmettare. Studi di filosofia e di storia l'hanno spinta all'approfondimento e della divulgazione. Lettrice accanita quanto basta da scoprire nei libri la seduzione di piatti e ricette. Infine ha deciso di fare un giornale che racconti quello che a lei piacerebbe leggere. Così è nato q.b. Quanto basta, appunto.