Un esempio? I meleti di questa valle vibrante di vita sono popolati da un ricco ecosistema di specie di animali diversi, tra i quali spiccano gli insetti “amici delle mele”, ghiotti di parassiti, che trovano rifugio in graziose “casette-hotel” costruite ad hoc dai melicoltori venostani. Qui sono di casa anche i ricci, per i quali i contadini realizzano mini iglù in pietra pronti ad accoglierli; senza dimenticare, naturalmente, le numerosissime colonie di api che ronzano nei mesi più caldi e che favoriscono, grazie all’impollinazione, la crescita di mele dall’aspetto radioso.
Anche l’irrigazione dei meleti avviene secondo un metodo ad impatto ridotto: le piante sono infatti dissetate dall’acqua proveniente dalle riserve delle vette alpine e dei ghiacciai circostanti: una strategia utile per salvaguardare le limitate risorse idriche.
È in questo paradiso, dove la natura è di casa, che maturano frutti autentici come la Mela Bonita BIO Val Venosta, uno scrigno d’ alta montagna ricco di sorprese.
Un nome, una garanzia: “Bonita”, infatti, significa “Bella”. Nomea che questo frutto ottiene grazie all’ iconico e seducente sovracolore rosso acceso della sua buccia, costellata da tante piccole lenticelle quasi invisibili all’occhio umano. Anche i frutti hanno i loro preziosi segreti, e Bonita Bio non fa eccezione, rilevando sotto al mantello un inaspettato colore giallo crema. Bonita Bio è speciale, però, anche perché molto vanitosa: ama infatti pavoneggiarsi della sua silhouette elegante e raffinata, caratterizzata da una marcata profondità del calice ed un gambo allungato e sottile, che la rendono un vero e proprio fiore all’occhiello nel periodo della raccolta.
Sotto alla buccia, Bonita Bio sprigiona le sue deliziose note dal carattere fruttato, che rimandano al profumo del kiwi, mentre dal calice emergono sentori più erbacei, tendenti al legnoso. I segreti di Bonita Bio, però, non sono finiti, e riguardano anche il sapore: contrariamente alle aspettative, la buccia scarlatta, in questo caso, non è sinonimo di dolcezza, bensì cela un profilo aromatico caratterizzato da un’acidità rinfrescante, affiancata da sentori che spaziano dalla banana e il kiwi, fino ad arrivare al ribes e al mango. Dulcis in fundo, conclude l’esperienza gustativa un delicato retrogusto finale di fiori di sambuco, la vera ciliegina sulla torta.
Durante la degustazione di Bonita BIO, il morso risulta particolarmente intenso e vigoroso grazie alla buccia dura e liscia, il che aiuta a percepire meglio sul palato la frizzante succosità della polpa. Polpa che è caratterizzata da una struttura a cellule finissime, che ama rilasciare in tutta la loro pienezza gli aromi acidi e rinfrescanti.
Croccantezza: 4/5
Succosità: 4/5
Dolcezza: 3/5
Acidità: 4/5
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