Caffè in Italia, perché siamo ancora all’anno zero?

Caffè in Italia, perché siamo ancora all'anno zero?

Caffè in Italia, perché siamo ancora all’anno zero?

Nonostante l’Italia sia famosa per la sua cultura del caffè, la penetrazione del caffè specialty è ancora minima.

Secondo Andrej Godina, esperto di caffè e docente di Storia del Caffè all’Università di Trieste, il settore del caffè specialty in Italia è “all’anno zero”, con appena lo 0,3% dei bar italiani che offrono caffè di alta qualità.

Questo dato, emerso durante la Conviviale del Caffè a Montesilvano Colli, Pescara, organizzata dall’Accademia Italiana della Cucina, sottolinea la lentezza con cui il caffè specialty sta guadagnando terreno in Italia.

Secondo Godina, il percorso per l’affermazione del caffè specialty in Italia è ancora lungo, ma necessario per migliorare la cultura e la qualità del consumo.

Il caffè specialty si distingue per le sue origini, i metodi di estrazione e l’attenzione alla sostenibilità, aspetti ancora poco conosciuti dal grande pubblico italiano.

“Il caffè è la bevanda più complessa che consumiamo quotidianamente, con oltre 2.000 composti chimici presenti, eppure lo beviamo distrattamente,” afferma Godina.

In Italia, il rituale del caffè è spesso ridotto a pochi minuti, giusto il tempo di un espresso al bar, senza approfondire l’universo di sapori, terroir e tecniche che il caffè può offrire.

“Lo specialty coffee può riservare sentori fruttati e floreali unici, grazie alla varietà botanica dell’arabica e a metodi di estrazione specifici,” aggiunge Godina.

Un tema caldo della serata è stato il prezzo dell’espresso al bar.

Godina ha sottolineato come, per essere sostenibile, il costo dovrebbe essere di almeno 2 euro.

Attualmente, che la qualità sia buona o meno, il prezzo di un caffè espresso in Italia è spesso troppo basso, vicino al sottocosto.

Un aumento del prezzo permetterebbe di differenziare la qualità e rendere sostenibile la filiera.

La serata organizzata presso la Taverna del Conte di Montesilvano Colli è stata arricchita da un menù gastronomico curato dallo chef Fabio Di Carlo.

Il menù ha abbinato il caffè specialty a piatti sofisticati, valorizzando la biodiversità e i sapori unici di diverse origini di caffè.

Tra i piatti spiccano l’Uovo pochè con crema di patate e caffè specialty Etiopia, e il Girello con riduzione di caffè provenienza India, dimostrando quanto il caffè possa essere versatile anche in cucina.

La cultura del caffè in Italia ha ancora molta strada da fare per raggiungere un vero apprezzamento del caffè specialty.

Tuttavia, eventi come la Conviviale del Caffè aiutano a sensibilizzare su questo tema e a promuovere una maggiore consapevolezza tra consumatori e professionisti del settore.

Con il tempo e un impegno costante, il caffè specialty potrà finalmente trovare il suo posto d’onore anche in Italia.

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