Cantine Giacomo Montresor: consolidamento mercato italiano

Cantine Giacomo Montresor: consolidamento mercato italiano

Cantine Giacomo Montresor: consolidamento mercato italiano, aperture strategiche in quello internazionale.

Cantine Giacomo Montresor si lascia alle spalle un Vinitaly positivo.

Forte della consapevolezza di pietra miliare del vino della Valpolicella grazie all’iconica bottiglia satinata dell’Amarone, insieme al dinamismo verso nuovi mercati mondiali con una particolare attenzione all’area del Far East.

“Torniamo dalla kermesse di Vinitaly con due punti fermi – spiega il Direttore generale di Cantine Giacomo Montresor Pierluigi Ferrari – Anzitutto la richiesta di leggerezza in termini di stili di vini, packaging e sostenibilità della filiera.

Da qui la nostra scelta di bottiglie sobrie, leggere ed eleganti, così come l’inizio del percorso per il conseguimento della certificazione Equalitas in futuro.

Nel 2023 inoltre, sempre in questa direzione, abbiamo investito sulla sostenibilità.

Partendo dal risparmio energetico con l’implementazione del fotovoltaico e di un nuovo depuratore ultimati nel 2023.

L’altro elemento di consapevolezza, dall’evento appena alle spalle, sta nella diversificazione dei mercati internazionali.

Aprendosi con forza verso il Nord ed Est Europa, così come il Far East, in particolare Cina, Giappone, Corea del Sud e Thailandia”.

La quota export oggi tocca il 50% del fatturato totale, con il mercato del Nord America (Canada in primis) a primeggiare per la forza di un marchio distribuito sin dal 1969, seguito dai canali on-trade in Gran Bretagna e Svizzera, con un’espansione che sta interessando altre aree.

Oggi i vini di Cantine Giacomo Montresor viaggiano in oltre 50 Paesi in giro il mondo.

Con una contestuale presenza nel canale Horeca del mercato italiano grazie a una produzione di eccellenza che parte dai vini tipici della Valpolicella come l’Amarone e il Ripasso e che arriva a coprire denominazioni come il Bardolino, il Lugana, il Soave, e il Prosecco.

Tutto questo in un percorso lungo oltre 130 anni.

Nel 2018 ha visto un cambio di governance.

Non solo negli ultimi sei anni il fatturato è cresciuto più del doppio.

Contestualmente sono stati fatti tutta una serie di investimenti che hanno fatto cambiare volto a Montresor.

Realizzazione di un nuovo fruttaio per l’appassimento delle uve destinate all’Amarone.

Nuova linea di imbottigliamento.

Bottaia completamente ristrutturata.

Nascita del Museo del vino dedicato alla storia dell’azienda.

Nuovo wineshop esperienziale.

Un’accelerazione c’è stata anche sul fronte delle certificazioni di qualità con il conseguimento nel 2021 della BRC e IFS (certificazioni della filiera agroalimentare basate sull’HACCP), e il prossimo conseguimento della certificazione Equalitas.

Dall’inizio del 2024 Cantine Giacomo Montresor è sotto la direzione di Pierluigi Ferrari.

I vini

Al centro di tutto questo percorso c’è una produzione di eccellenza che parte dai vini tipici della Valpolicella come l’Amarone e il Ripasso e che arriva a coprire denominazioni come il Bardolino, il Lugana, il Soave, e il Prosecco.

Un percorso di qualità attestato dai recenti prestigiosi riconoscimenti di importanti guide di respiro internazionale come avvenuto di recente per alcune referenze.

L’Amarone della Valpolicella Classico Capitel della Crosara 2016 che ha ottenuto 92 punti da James Suckling, uno dei critici più autorevoli del panorama enologico internazionale.

E l’Amarone Valpolicella Satinato 2019 che ha ricevuto i 92 punti da Falstaff, rivista leader del mercato tedesco.

Non sfuggano nelle attestazioni la peculiarità della bottiglia satinata “mula”, vero e proprio “marchio” identitario della produzione di qualità dell’azienda.

La storia ben rappresenta anche la spinta innovativa di Cantine Giacomo Montresor già dai primi del Novecento.

Disegnata da Giacomo Montresor nel 1904, sintesi tra la bottiglia in vetro e il fiasco, la “mula” venne esportata la prima volta negli USA nel 1906.

Il trasporto via nave delle casse di vino esposte al sole sul ponte della nave provocava ossidazioni e rifermentazioni.

Fu così che nel 1921 Giacomo iniziò a satinare la bottiglia per proteggerne il prezioso contenuto.

Oggi l’Amarone Satinato è emblema dell’azienda e della Valpolicella stessa, presente in oltre 50 paesi del mondo.

Nel 2023, la bottiglia satinata è stata oggetto di un importante rinnovamento a conferma del percorso verso la sostenibilità intrapreso dall’azienda.

Mantenendo la caratteristica forma dalle curve sinuose, la bottiglia è stata alleggerita fino ad un peso di 420 gr, circa 1/3 del peso originale.

La bottiglia leggera è già in uso nei paesi più sensibili all’utilizzo di contenitori a minor impatto ambientale come Nord Europa e Nord America.

Una novità importante che ha dato vita anche ad un ampliamento di gamma con l’introduzione di una nuova referenza, un Lugana nella bottiglia satinata bianca in vetro leggero.

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Oltre 130 anni e non sentirli

Se la storia è importante perché dal passato è possibile volgere lo sguardo al futuro, quella di Giacomo Montresor è un percorso che risale alla notte dei tempi.

L’inizio pone le fondamenta addirittura nel XVII secolo.

Quando viene rintracciato il nome Montresor tra i proprietari di alcuni terreni vocati alla coltivazione della vite a Bussolengo.

Due secoli dopo si arriva a Verona e al “fatidico” 1892 quando a Giacomo Montresor.

I genitori Gaetano e Rosa, intestano un’azienda vitivinicola presente sul territorio.

A questa faranno seguito l’acquisto di una Osteria in pieno centro a Verona negli ’20, e la costruzione, nel 1934.

È l’inizio di un percorso fatto di tanti tasselli.

Che hanno contribuito a costruire la notorietà della Valpolicella, anche grazie alla celebre bottiglia satinata.

L’attualità oggi parla di una cantina che esporta vini in oltre 50 Paesi del mondo.

È leader nel mercato del Canada, e dal 2019 ha portato avanti un imponente percorso di ristrutturazione generale grazie all’ingresso dei soci cooperativi Terre Cevico e Cantine di Verona.

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