"La minestra riscaldata" non è buona
- Giustino Catalano
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Alcuni cibi potrebbero risultare tossici una volta riscaldati
E’ di molte case l’abitudine dei cibi riscaldati, ovvero di riscaldare i cibi che abbiamo conservato in frigo. Soprattutto nella stagione estiva nella quale per preservarne la freschezza, appena terminato di mangiare, si provvede a conservare il cibo in frigo.
Eppure, molte volte mi capita di assistere a scene del genere “aspetta che è freddo di frigorifero. .. lo riscaldo un attimo”.
Sbagliato? NI!
Cominciamo con il dire come dovremmo riscaldare i cibi e cosa non dovremo mai fare con i cibi da riscaldare.
- I cibi vanno riscaldati a fiamma bassa e lentamente, evitando che la temperatura superi i “70°C a cuore”, ossia nel centro del prodotto.
- Lo stesso cibo non può essere riscaldato più di una volta.
- Se si tratta di più prodotti nella stessa preparazione da riscaldare, va tenuto conto delle loro differenze e pertanto vanno riscaldati anche coperti onde evitare dispersioni di calore e che un ingrediente risulti ben caldo e un altro ancora freddo.
Presso ciò però ci sono dei prodotti che una volta cotti non vanno assolutamente riscaldati, in quanto tale operazione apparentemente innocua mette a rischio la nostra salute.
Il Pollo è sicuramente uno di questi. Il riscaldarlo a distanza di ore dalla sua preparazione genera un’alterazione delle sue proteine e può comportare problemi digestivi. Meglio destinarlo a consumi freddi come sandwich o insalate.
Le patate bollite, prese dal frigo e riscaldate, oltre a cambiare sapore alterano molti dei propri elementi giungendo anche a rivelarsi tossiche. Meglio anche qui il consumo freddo.
A questi due prodotti ne vanno aggiunti poi tre altri, che sono accomunati tra loro per il fatto che contengono alte percentuali di nitrati, che ad alte temperature si trasformano in nitriti che sono dannosi per la nostra salute. A questo gruppo appartengono gli spinaci, il sedano e la barbabietola.
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Di formazione classica sono approdato al cibo per testa e per gola sin dall’infanzia. Un giorno, poi, a diciannove anni è scattata una molla improvvisa e mi sono ritrovato sempre con maggior impegno a provare prodotti, ad approfondire argomenti e categorie merceologiche, a conoscere produttori e ristoratori.
Da questo mondo ho appreso molte cose ma più di ogni altra che esiste il cibo di qualità e il cibo spazzatura e che il secondo spesso si mistifica fin troppo bene nel primo.
Infinitamente curioso cerco sempre qualcosa che mi dia quell’emozione che il cibo dovrebbe dare ad ognuno di noi, quel concetto o idea che dovrebbe essere ben leggibile dietro ogni piatto, quella produzione ormai dimenticata o sconosciuta.
Quando ho immaginato questo sito non l’ho pensato per soddisfare un mio desiderio di visibilità ma per creare un contenitore di idee dove tutti coloro che avevano piacere di parteciparvi potessero apportare, secondo le proprie possibilità e conoscenze, un contributo alla conoscenza del cibo. Spero di esservi riuscito.
Il mio è un viaggio continuo che ho consapevolezza non terminerà mai. Ma è il viaggio più bello che potessi fare.