Come cogliere il gusto del Natale
- redazione
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A chi mi dice che le festività natalizie sono pericolose per la linea, rispondo che è più pericoloso il resto dell’anno, scandito dalla routine delle cattive abitudini ormai inveterate: dal salto della colazione, alla frettolosità dei pasti, dalla scelta scellerata di cibi mediocri accompagnati da bevande del medesimo blasone, alla sedentarietà lavorativa ed extra lavorativa.
Il Natale, invece, è l’occasione per riprendersi il gusto della lentezza e della convivialità, il momento di “ri-gustare” le ricette della tradizione culinaria che sono tante e variopinte, lungo tutto lo Stivale.
Pochi suggerimenti possono bastare per abbinare il gusto alla salubrità, la moderazione alla convivialità:
- Iniziare i pasti con le verdure
- Masticare lentamente
- Muoversi dopo i pasti
La verdura all’inizio dei pasti
E’ di grande aiuto per riempire lo stomaco cautamente, senza eccedere in calorie superflue e raggiungere con garbo il senso di sazietà. In più, la verdura mangiata all’inizio del pasto rende più veloce il transito del cibo nell’intestino e riduce l’assorbimento dei grassi e degli zuccheri.
Quest’ultimo aspetto è fondamentale per evitare i dannosi picchi glicemici che comporterebbero un aumento repentino della produzione di insulina da parte del pancreas, con il rischio di scompenso metabolico (fino al diabete mellito) e di aumento della massa grassa (l’insulina aumenta la trasformazione dei carboidrati -in eccesso- in grassi). Non da ultimo, la fibra delle verdure rappresenta un ottimo cibo per i batteri intestinali (microbiota) che provvedono al mantenimento delle difese immunitarie e quindi allo stato di salute dell’intero organismo.
Ad esempio, un ottimo pinzimonio con verdure miste di stagione -sedano, carota, ravanello, finocchio, insalata belga, radicchio a coste larghe- rappresenta un piatto “ecumenico” che accoglie i convitati al desco, richiama alla socialità e agevola la masticazione.
La lenta masticazione
E’ un altro fattore importante per gustare fino in fondo i cibi, godere la convivialità della tavola e dare tempo allo stomaco per prendere coscienza del suo riempimento: il senso di sazietà non arriva prima di 20-25 minuti dall’inizio del pasto.
La masticazione, poi, avvia il processo di digestione con la complicità della saliva e dei suoi enzimi che hanno bisogno, però, di entrare a contatto intimo con il cibo. Ecco perché c’è la necessità di triturare finemente ogni boccone. La saliva, inoltre, ha la capacità di lubrificare il “bolo alimentare” e facilitarne il passaggio attraverso l’esofago per arrivare senza intoppi nello stomaco, dove inizierà la seconda fase digestiva. Se il cibo è stato masticato a sufficienza, lo stomaco farà meno fatica nel continuare la digestione, in caso contrario sentiremo pesantezza, gonfiore, sonnolenza, digestione difficoltosa e prolungata, perdita di lucidità dopo il pasto.
Ma come fare per rallentare la masticazione quando siamo al cospetto di una tavola ben imbandita e ricca di cibi saporiti? Semplicemente basta prendere tempo appoggiando le posate e chiacchierando con i commensali. Per contrastare la voracità, quindi, sostituiamo il verbo “affrettare” con “posare” e “posiamo” la “posata” tra un boccone e l’altro.
In chiusura dei pasti, sarebbe meglio evitare la frutta oleosa (noci, mandorle, nocciole, arachidi, pistacchi, ecc) che troverà, invece, il giusto spazio a colazione.
Infine, da non dimenticare il movimento
Una buona abitudine è rappresentata da una passeggiata dopo pranzo e dopo cena per mantenere attivi i muscoli e stimolare il metabolismo, senza distrarre la digestione. Il caffè dopo il pranzo, ad esempio, beviamolo al bar, ma non in quello sotto casa.