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Come rispondere alle sfide climatiche in maniera sostenibile?

Come rispondere alle sfide climatiche in maniera sostenibile?

Non possiamo controllare il clima, ma possiamo mitigarne gli impatti scegliendo il modo con cui ci prendiamo cura della terra.

Sei storie di resilienza e amore per la terra, raccontate dai custodi della sostenibilità che hanno scelto un’agricoltura senza chimica di sintesi per affrontare le sfide quotidiane di un ecosistema in rapido cambiamento, condizionato da impatti climatici sempre più estremi.

Le storie di biodiversità passano dall’esperienza di Giuseppe Goio, dell’omonima azienda agricola nel Biodistretto del Riso Piemontese, impegnata nella valorizzazione di antiche varietà di riso, con tecniche naturali come la “pacciamatura verde”.

Giuseppe decide di passare al biologico riscoprendo così il rapporto profondo e appagante con la terra e il piacere di essere agricoltore.

Le tecniche naturali che utilizza lo aiutano a contrastare gli impatti climatici preservando la fertilità del suolo e l’ambiente.

Coltivare il riso con il metodo bio è anche la sfida dell’azienda agricola Rovasenda Biandrate Maria, un’altra realtà del Biodistretto del Riso Piemontese, nata negli anni ‘70 nelle colline biellesi.

Stefano Tiraboschi, l’agronomo che nel 2016 ha deciso di eliminare le sostanze chimiche di sintesi, racconterà quanto è importante rispettare i tempi della natura e valorizzare la diversificazione colturale.

Rotazione e uso della pacciamatura verde consentono di mantenere intatti gli ecosistemi locali, rendendo l’agricoltura un alleato fondamentale nella mitigazione degli effetti del riscaldamento globale.

Jurij Bonomo, fondatore di Cortobio Società Agricola Cooperativa, condividerà l’approccio basato su sostenibilità e innovazione della cooperativa agricola, etica e solidale.

Cortobio opera come un gruppo di acquisto che propone cassette di frutta e verdura bio, di stagione e a filiera corta, riducendo gli sprechi e valorizzando anche le imperfezioni per garantire qualità e sostenibilità. La storia di Bonomo dimostra come un modello agricolo rispettoso della natura possa rappresentare un motore di sviluppo sostenibile.

Innovazione e passione per l’agricoltura biologica caratterizzano anche il percorso di Paolo Di Francesco, fondatore dello Studio Agronomico SATA, punto di riferimento per le aziende agricole che desiderano crescere nel rispetto dell’ambiente.

Alla Festa del BIO, Di Francesco presenterà le metodologie all’avanguardia che ha perfezionato per l’analisi del suolo, la gestione ottimale delle colture e il miglioramento delle rese produttive, dimostrando come la sostenibilità sia una leva di sviluppo dell’agricoltura.

Creare eccellenze enologiche riducendo l’impatto ambientale, è possibile, lo conferma l’esperienza dell’Azienda Vitivinicola Ortelli Desenzano immersa nelle colline moreniche del Lago di Garda.

Venti ettari di terreno coltivati con passione da Giuliano Milesi nel rispetto dei cicli naturali e valorizzando il microclima unico del territorio.

L’impegno di Milesi dimostra che integrando tradizione, sostenibilità e innovazione è possibile tutelare la biodiversità e le risorse naturali.

Tra le prime in Italia ad adottare l’agricoltura biodinamica, Cascine Orsine incarna lo spirito innovativo della sua fondatrice, Giulia Maria Crespi, nota anche per aver creato il FAI.

Marco Paravicini, nipote di Giulia Maria, sottolineerà l’importanza della tutela della biodiversità in un ambiente dove natura e agricoltura coesistono in perfetto equilibrio.

Grazie alla conservazione di 300 ettari di boschi all’interno del Parco del Ticino, Cascine Orsine offre un habitat naturale per numerose specie di flora e fauna.

L’approccio olistico e le pratiche biodinamiche utilizzate rappresentano anche un prezioso alleato per contrastare l’impatto dei cambiamenti climatici.

 

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redazione

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