Confagricoltura: il futuro incerto tra governance a rischio e ambizioni personali

Confagricoltura: il futuro incerto tra governance a rischio e ambizioni personali

Confagricoltura: il futuro incerto tra governance a rischio e ambizioni personali

Confagricoltura, la più antica organizzazione agricola d’Italia, si trova ad un bivio.

Da un lato, la necessità di rinnovare i propri organi sociali in un periodo di profonda crisi per il settore.

Dall’altro, le ambizioni di Massimiliano Giansanti, attuale presidente, di ricandidarsi per un terzo mandato, nonostante il limite statutario dei due mandati consecutivi.

Le forzature statutarie e il “parere legale”

Giansanti, per aggirare l’ostacolo statutario, ha ottenuto un parere legale commissionato alla direzione legale di Confagricoltura e a un suo consulente di fiducia.

Un parere che, tuttavia, non è stato sottoposto a un esame indipendente e che, secondo alcuni, sarebbe illegittimo.

L’assemblea e il voto palese

Il “parere legale” è stato comunque sottoposto all’Assemblea, che avrebbe dovuto approvarlo.

Ma Giansanti ha preteso che il voto avvenisse a scrutinio palese, costringendo i membri a esporre pubblicamente la propria posizione.

Un metodo che ha sollevato diverse critiche per la sua mancanza di trasparenza e per il clima di intimidazione che si è creato.

Una presidenza stagnante e lontana dalle esigenze degli agricoltori

I sette anni della presidenza Giansanti sono stati caratterizzati da una certa stagnazione, sia nella composizione degli organi dirigenti che nelle politiche attuate.

Confagricoltura, secondo molti, non è riuscita a raccogliere i segnali di malessere degli agricoltori in crisi e a rispondere alle loro istanze.

Il rischio di una deriva autoritaria

La volontà di Giansanti di ricandidarsi, nonostante il limite statutario, e le forzature messe in atto per aggirare le regole, fanno temere una deriva autoritaria all’interno di Confagricoltura.

Un rischio che potrebbe compromettere la rappresentatività dell’organizzazione e la sua reputazione.

L’invito a cambiare

Confagricoltura ha bisogno di un cambiamento.

Un cambiamento che deve partire dalla base, dagli associati e dai presidenti territoriali.

Solo loro possono riappropriarsi della propria organizzazione e darle un futuro nuovo e più democratico.

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