Cose strane nel cibo
- Giustino Catalano
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di Giustino Catalano
Dal frutto più costoso al “fermo per guerra” della produzione di salsicce. Il mondo del cibo è fatto anche di stranezze. Ed è proprio grazie a cose strane, gesti inconsapevoli, frutti rarissimi o altro che il “pianeta cibo” ci riserva sempre nuove sorprese.
Ad esempio lo sapevate che le bustine di tè nascono da un gesto inconsapevole di un negoziante? Thomas Sullivan di New York nel 1908 per alleggerire le spedizioni delle campionature passò dalle scatolette di latta a dei pratici sacchetti di seta chiusi con lo spago. La sorpresa fu che i clienti anziché vuotare i sacchetti nelle tazze o nelle teiere immergevano i sacchetti tal quali come li avevano ricevuti. Nacquero così le bustine di tè.
Ma è durante la Grande Guerra che una compagnia tedesca, la Teekanne, sfruttò l’idea creando bustine destinate alle truppe al fronte, ribattezzandole come le “tee-bombe” ovvero “bombe tè”, contenenti l’infuso per la bevanda in sacchetti di cotone che, copiando in un certo senso l’idea agli americani, l’azienda tedesca destinò ad un uso “militare” includendole abitualmente nel rancio dei soldati.
Se è vero che durante la prima guerra mondiale si fece strada l’uso delle bustine da tè tra le truppe austro-ungariche è anche vero che queste patirono a metà del conflitto (intorno al 1916) una iniziale carenza e assoluta mancanza di salsicce nel rancio.
Il problema della drastica riduzione prima e della sospensione totale poi fu determinato dall’esigenza dell’industria bellica di costruire sempre più Zeppelin, i potenti e temuti dirigibili che bombardavano le linee e gli avamposti nemici con un grande carico di bombe. La costruzione degli stessi richiedeva, per il rivestimento esterno che doveva trattenere l’idrogeno all’interno delle avio navi, l’uso di budella di mucca che normalmente erano destinate al confezionamento di salsicce e würstchen (würstel nella forma dialettale). Per costruire uno zeppelin occorrevano le budella di 25.000 mucche!
Se è vero che alcuni frutti sono molto costosi, soprattutto fuori stagione, è anche vero che il record mondiale spetta al Yubari King. Questo apparente melone, molto simile al cantalupo nostrano, viene venduto all’asta e il prezzo più alto che si annoveri ad oggi è di 3.200.000 yen ossia l’equivalente approssimativo, centesimo più centesimo meno, di 25.000 euro!!!!
Ad aggiudicarselo un ricco proprietario di una fabbrica del Sol Levante dove questo frutto, che dicono essere unico nel suo genere, viene coltivato. Ma cosa lo rende così particolare? Tutto.
Le radici sono le più forti reimpiantate appositamente. Le api per l’impollinazione sono state appositamente selezionate e “addestrate” allo scopo. I frutti non toccano mai terra e ricevono una doccia tutti i giorni. Prima di essere messi in commercio sono sottoposti a tassativi e rigorosissimi controlli. Solo dopo tutto questo processo nel periodo di maggio, che è quello della loro raccolta, sono portati all’asta e venduti al miglior offerente.
Che prosciutto crudo ci abbinereste per farci il classico piatto italiano?
Se esistono frutti prelibati ve ne sono anche di vietati. Tra essi c’è di sicuro il Durian (del quale parlammo qui) il cui consumo è vietato in molti paesi del sud- est asiatico (la cui popolazione ne è ghiotta) in tutti i luoghi pubblici al chiuso. L’odore ricorda le uova marce e la carne andata a male. Il gusto, superato il grande scoglio dell’olfatto, è dolce e gradevole. Ma il primo passaggio è davvero molto arduo.
Lo mangereste un topo? Non uno di quelli piccolini ma uno di quelli grossi, la cosiddetta pantegana giusto per capirci. Nella Louisiana, benché sia abbastanza comune, stanno cercando di spingere il consumo delle Nutrie che sono divenute ormai una grande piaga per la grande presenza.
Le si trova sia nel banco congelati che sugli scaffali in barattolo o in scatola in molteplici preparazioni. Qui da noi c’è stato un momento che nell’area circostante Cremona la si è anche servita. Il Sindaco di Gerre de’ Caprioli in provincia proprio di Cremona ne avrebbe proposto il consumo anche nei ristoranti del luogo.
Di formazione classica sono approdato al cibo per testa e per gola sin dall’infanzia. Un giorno, poi, a diciannove anni è scattata una molla improvvisa e mi sono ritrovato sempre con maggior impegno a provare prodotti, ad approfondire argomenti e categorie merceologiche, a conoscere produttori e ristoratori.
Da questo mondo ho appreso molte cose ma più di ogni altra che esiste il cibo di qualità e il cibo spazzatura e che il secondo spesso si mistifica fin troppo bene nel primo.
Infinitamente curioso cerco sempre qualcosa che mi dia quell’emozione che il cibo dovrebbe dare ad ognuno di noi, quel concetto o idea che dovrebbe essere ben leggibile dietro ogni piatto, quella produzione ormai dimenticata o sconosciuta.
Quando ho immaginato questo sito non l’ho pensato per soddisfare un mio desiderio di visibilità ma per creare un contenitore di idee dove tutti coloro che avevano piacere di parteciparvi potessero apportare, secondo le proprie possibilità e conoscenze, un contributo alla conoscenza del cibo. Spero di esservi riuscito.
Il mio è un viaggio continuo che ho consapevolezza non terminerà mai. Ma è il viaggio più bello che potessi fare.