La ricetta della Crostata Vegana Mediterranea nasce davvero per caso. Avevo qualche rimasuglio di frutta secca e semi oleosi sparsi qua e là nella credenza e lo scarto di okara in frigorifero da un po’ di giorni. Così ho improvvisato un panetto, che avrebbe dovuto ricordare quello della pasta di mandorle. Il sapore e la consistenza di questo impasto crudo mi hanno riportato con la mente a dei pasticcini tipici marocchini denominati corne de gazelle, dei quali io sono molto ghiotta. Ho pensato quindi che il panetto potesse fare da ripieno ad una sfoglia e, non volendo usare ingredienti burrosi, ho optato per una frolla vegana a base di olio di semi.
Il risultato è una crostata leggera e friabile dall’inconfondibile cuore mediterraneo, che ha messo già in moto varie idee per nuove creazioni!
Nel vostro robot da cucina riducete a farina le mandorle, gli anacardi, i quattro tipi di semi, aggiungendo anche la zeste di lime e lo zucchero. Otterrete una farina leggermente unta grazie all’olio prodotto dalla macinazione dei semi. Lavoratela con l’okara di mandorle che avrete ottenuto come scarto del vostro latte vegetale (vedi ricetta sul nostro sito) finché non avrete ottenuto un panetto appiccicoso (vi consiglio di usare un guanto in vinile senza polvere per impastare a mano), che riporrete poi in frigorifero a riposare per un paio ore.
In una terrina amalgamate olio e zucchero e, in un’altra più grande, dove poi lavorerete il tutto, farina, sale e bicarbonato. Trasferite poi il composto umido al centro del composto secco e lavorate pian piano riversando poco alla volta l’acqua di fiori d’arancio. Non dovrebbero essere necessari i 65 ml di acqua naturale indicati tra gli ingredienti. Tuttavia, all’occorrenza, aggiungetene poco alla volta regolandovi anche con ulteriore farina. Dovrete ottenere un panetto simile a quello di una frolla, che riporrete in frigorifero a riposare per un paio d’ore.
Lavorate il panetto di frolla direttamente tra due strati di carta forno fino al raggiungimento del diametro necessario a rivestire una teglia per crostate di circa 26 cm con bordo di almeno 3 cm. Quindi stendetevi il ripieno all’interno, aiutandovi con le mani, e livellatelo per bene. Decorate a piacere con le mandorle non pelate messe da parte, lasciandole semplicemente affogare nel ripieno, e cuocete in forno ventilato preriscaldato a 160°C per circa 30 minuti.
Ogni piccolo boccone di questo dolce riporta con la mente ai paesi dal clima mite che si affacciano sul mediterraneo, Sicilia in primis. E’ aromatico, per la presenza dell’acqua di fiori d’arancio, e persistente, per la mandorla, che qui è un concentrato di gusto. Non è particolarmente dolce, per la moderata quantità di dolcificanti naturali aggiunti, tuttavia lo zucchero del fiore di cocco gli dona, in cottura, un leggero sentore di caramello. Anche gli olii utilizzati, da quello di semi di mais a quello dei semi oleosi, sono ben dosati nelle proporzioni e non lasciano alcuna scia d’unto sul palato. La bocca resta asciutta, ha bisogno solo di freschezza e di esaltare quegli aromi che già hanno sedotto le sue papille gustative.
Vi propongo, pertanto, l’abbinamento al Passito siciliano Diamante D’Almerita, vendemmia 2015, Tenuta Regaleali, di Tasca D’Almerita. Un vino a base di uve Moscato e Traminer aromatico, che fin dal primo sorso ci riporta ad un territorio fresco – e precisamente ai vigneti più alti della Tenuta -. Tali uve vengono lasciate disidratare all’ombra per preservarne acidità e caratteristiche aromatiche tipiche: arancia candita, rosa gialla e miele di zagara. Ed anche se la gradazione alcolica di 10,5 % vol. risulta abbastanza sostenuta per un passito siciliano, la sua persistenza aromatica la fa da padrona e, assieme a questo dolce, altrettanto aromatico, si contende il ring del palato, finendo il match alla pari.
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