Da Follie lo chef Alfonso D’Auria ospita Giovanni Solofra chef 2 stelle Michelin
Da Follie lo chef Alfonso D’Auria ospita Giovanni Solofra chef 2 stelle Michelin
La scoperta a tavola è un viaggio che sfida le abitudini e apre gli occhi, un momento in cui sapori familiari si trasformano in sorprese inaspettate e ciò che era rivela nuove profondità e significati.
È questa la promessa che attende gli ospiti sabato 16 novembre nella splendida cornice di Follie, il fine dining di Villa Agrippina a Roma, dove si terrà una cena speciale a quattro mani, un vero incontro tra due chef e due visioni della cucina italiana.
Lo chef Alfonso D’Auria, anima del ristorante Follie e profondo interprete della cucina mediterranea, e lo chef due stelle Michelin Giovanni Solofra, che con la sua sensibilità inclusiva porta una visione personale della tradizione campana, condurranno questo viaggio gastronomico nei sapori più autentici.
Cresciuti entrambi in Campania, e arricchiti da esperienze di prestigio, D’Auria e Solofra hanno affinato uno stile che parla di radici comuni ma anche di aperture internazionali, unendo così due universi culinari in un dialogo aperto e vivace.
D’Auria e Solofra hanno pensato a un menù che esplora il potere del contrasto e della fusione, a partire da un aperitivo servito presso il cocktail bar Amaro fino alle sei portate da gustare da Follie, ciascuna con una storia da raccontare e un gusto da interpretare.
La cena si apre con l’iconico Fiore di carciofo, cenere di liquirizia, gel di menta e gambo in tempura di Alfonso D’Auria, un piatto che è la summa della sua filosofia di sostenibilità in cucina: zero sprechi.
Un inizio che celebra il contrasto tra aromi e consistenze.
Si passa poi a In tutte le lingue del mondo firmato Solofra.
Un viaggio oltre i confini attraverso un piatto che parte da una proposta iconica della cucina campana.
In questo caso il lesso all’insalata è condito usando salse che sostituiscono quelle tradizionali italiane con influenze di terre lontane, come il curry rosso e il chimichurri.
Il piatto, che riproduce visivamente la celebre “lingua” dei Rolling Stones, sorprende per il gusto e mostra come la cucina è uno spazio senza confini.
Solofra continua con Pescatori d’Argento, un risotto al nero di seppia dedicato ai pescatori di alici, che nel piatto “brillano” come paillettes.
Il risotto, mantecato a freddo con salsa marinara al nero di seppia, pomodoro e origano, si accende nel contrasto caldo-freddo, richiamando il rituale della pesca notturna.
Dopo questo primo piatto è la volta di ???.
Un errore? Non esattamente.
I due chef sorprenderanno gli ospiti con un piatto a sorpresa che nasce dal confronto tra Alfonso e Giovanni.
Sarà poi la volta del Dentice in cartoccio, con crema di cannolicchi e limoni di Sorrento di Alfonso D’Auria, un piatto che evoca la bellezza e la poesia del Mediterraneo, racchiudendo in un semplice involucro i profumi e le emozioni di una passeggiata sulla costa campana.
Il cartoccio, simbolo di attesa e scoperta, si apre come un piccolo scrigno per svelare il dentice, delicatamente avvolto da aromi che richiamano le onde del mare e la freschezza degli agrumi.
L’ultimo piatto, Lat(t)e future di Solofra è l’evoluzione del primo ricordo legato alla colazione italiana, quando per la prima volta viene concessa una goccia di caffè nel latte ed il pane abbrustolito è inzuppato come un biscotto. Diverse texture e temperature si incontrano per una chiusura dolce ed evocativa.
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