Diversity Ark: la certificazione che guida le aziende agricole verso la sostenibilità
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Diversity Ark: la certificazione che guida le aziende agricole verso la sostenibilità
È nato Diversity Ark. Un marchio di certificazione che punta sulla “salute unica” dell’ambiente.
A rilasciare questo nuovo attestato è la società formata da Stefano Amadeo e Stefano Zaniotti, insieme al loro amministratore Luigi Vignaduzzo.
Dal 2022 i due si prefiggono un obiettivo preciso, incentivare le best practices in agricoltura, specialmente nel campo viticolo.
In concreto tutto questo lo si realizza partendo dalle basi, ovvero: dalla formazione e non solo da semplici istruzioni.
La novità sta proprio qui, fornire tutti gli strumenti necessari per dare, agli agricoltori, la consapevolezza necessaria per saper fare bene impresa partendo dalla terra.
La certificazione Diversity Ark si concretizza con la valutazione dell’agro-ecosistema di ogni azienda agricola e del suo stato di salute, permettendo poi di migliorare la gestione dei terreni materialmente e ottenere, col passare del tempo, maggiore qualità ed eccellenza delle produzioni.
“Si tratta di dimostrare concretamente cosa si racconta a parole nei vari settori dell’agricoltura, come quello del vino ad esempio – dice Amadeo – noi certifichiamo che la filiera, dalla cantina alla tavola, sia seguita alla lettera e -argomento molto sentito in odore di recenti inchieste Rai – non basta esporre un ape in etichetta per dire che si rispettano la biodiversità, piuttosto bisogna che ci sia qualcuno che certifichi questa cosa stando sul campo. Allo stesso modo non è necessario un mero accumulo di carte e documenti, al contrario, con Diversity Ark ci prefiggiamo l’obiettivo di snellire la burocrazia che crea problemi all’agricoltore che vuole approcciarsi in modo green”.
“Durante gli anni di collaborazioni con aziende agricole, cantine e altre realtà legate al mondo agricolo, sia a livello nazionale sia internazionale, abbiamo notato lacune o incongruenze nelle certificazioni già esistenti o, semplicemente, degli aspetti che potevano essere approfonditi o migliorati, agevolando il produttore. Così abbiamo pensato di proporre qualcosa che davvero facesse la differenza, prendendo le parti della natura e cercando di allontanarci da una visione tradizionale dell’agricoltura. Il periodo storico in cui viviamo ci obbliga ad avere una visione lungimirante sugli effetti che l’uomo ha sulla natura. Responsabilizzarci e portare in tavola prodotti che non danneggiano l’ambiente è una necessità del qui e ora, ma anche per le generazioni future”.
Diversity Ark concretizza l’argomento proponendo soluzioni a una situazione di emergenza delineata dall’inquinamento e dal cambiamento climatico che imperversa.
Con l’esempio della viticultura e della situazione disastrosa della vendemmia 2023 è necessario, ora ancora di più, darsi da fare e cercare delle risposte vincenti per non ritrovarsi a piangere per un ulteriore raccolto andato male.
“Nell’ambito della viticoltura c’è un cambiamento in atto e c’è voglia di far sempre meglio. Per agire e reagire ci vuole la formazione serve – afferma Amadeo – perché specializzarsi permette di studiare nel lungo periodo rimedi necessari per non essere vittima degli eventi e non affidandosi solo all’emergenza, ad esempio”.
Diversity Ark sull’argomento fa sul serio e propone, con serie prospettive d’aumento, almeno due eventi formativi all’anno dedicati a chi li sceglie per garantire la bontà e la sostenibilità del prodotto.
L’obiettivo dei corsi è indurre ad adottare un approccio che prevede l’integrazione dell’intervento umano con l’ambiente circostante. Tutto ciò, per l’azienda, diventa uno strumento di lavoro.
Una base di partenza, quella dei corsi, utile a favorire la programmazione pluriennale, fondamentale in agricoltura.
“Attraverso i nostri consulenti abilitati specialisti naturalisti e agronomi, spiegheremo alle azienda tutte le necessarie migliorie da apportare in azienda, fornendo anche attività di supporto non solo periodicamente, ma proprio durante tutto l’anno lavorativo e in periodi critici. Si parte dal campionamento del suolo, l’analisi biologica e chimico-fisica del suolo, quindi viene calcolato l’indice di fertilità biologica ed effettuata l’analisi degli insetti per favorire la biodiversità nei campi coltivati, comprese le interazioni fra flora e fauna e il bilancio naturale di questo ambiente. Non si prescinde anche dalla biodiversità floristica dell’appezzamento preso in esame”, ecco cosa vuole fare Diversity Ark
L’azienda si deve impegnare a utilizzare agrofarmaci con azione erbicida e non nociva per l’uomo, applicare tecniche conservative per prevenire l’erosione e la perdita di sostanze organiche.
L’obiettivo è una riduzione del materiale non riciclabile a favore di leghe biodegradabili.
Diversity Ark: la certificazione che guida le aziende agricole verso la sostenibilità
Il disciplinare inoltre, prevede almeno un controllo all’anno da parte di un laboratorio accreditato ai sensi della norma ISO/IEC 17025 per realizzare analisi multiresiduali e campionamenti su frutta, parti vegetali, uve, mosti, vini o altri prodotti trasformati o altra matrice.
L’obiettivo è accertare l’eventuale presenza delle sostanze non ammesse secondo il disciplinare stesso.
“Dopo le visite di Diversity Ark le aziende hanno dimostrato progressi evidenti, poiché essere seguiti in maniera costante porta un risparmio di tempo nella verifica della documentazione da parte degli enti di certificazione preposti. Attenzione, costanza dei controlli agro-ecologici in campo, riduzione dell’uso della plastica. Sono solo alcune delle azioni che favoriscono uno snellimento burocratico e anche un risparmio economico”.
Diversity Ark è una realtà che si sta affermando nel nord Italia i progetti per il futuro sembrano guardare ancora più in là.
Ma c’è l’intenzione da parte di Stefano Amadeo di arrivare anche in Canada, Usa, Svezia, perché in Europa è già attiva.
È un percorso lento, sì, ma costante.
Ciò permette a molte aziende italiane credere nel progetto, anche solo inserendo il marchio in etichetta.