Diversity Ark: la certificazione che guida le aziende agricole verso la sostenibilità
È nato Diversity Ark. Un marchio di certificazione che punta sulla “salute unica” dell’ambiente.
A rilasciare questo nuovo attestato è la società formata da Stefano Amadeo e Stefano Zaniotti, insieme al loro amministratore Luigi Vignaduzzo.
Dal 2022 i due si prefiggono un obiettivo preciso, incentivare le best practices in agricoltura, specialmente nel campo viticolo.
In concreto tutto questo lo si realizza partendo dalle basi, ovvero: dalla formazione e non solo da semplici istruzioni.
La novità sta proprio qui, fornire tutti gli strumenti necessari per dare, agli agricoltori, la consapevolezza necessaria per saper fare bene impresa partendo dalla terra.
La certificazione Diversity Ark si concretizza con la valutazione dell’agro-ecosistema di ogni azienda agricola e del suo stato di salute, permettendo poi di migliorare la gestione dei terreni materialmente e ottenere, col passare del tempo, maggiore qualità ed eccellenza delle produzioni.
Diversity Ark concretizza l’argomento proponendo soluzioni a una situazione di emergenza delineata dall’inquinamento e dal cambiamento climatico che imperversa.
Con l’esempio della viticultura e della situazione disastrosa della vendemmia 2023 è necessario, ora ancora di più, darsi da fare e cercare delle risposte vincenti per non ritrovarsi a piangere per un ulteriore raccolto andato male.
Diversity Ark sull’argomento fa sul serio e propone, con serie prospettive d’aumento, almeno due eventi formativi all’anno dedicati a chi li sceglie per garantire la bontà e la sostenibilità del prodotto.
L’obiettivo dei corsi è indurre ad adottare un approccio che prevede l’integrazione dell’intervento umano con l’ambiente circostante. Tutto ciò, per l’azienda, diventa uno strumento di lavoro.
Una base di partenza, quella dei corsi, utile a favorire la programmazione pluriennale, fondamentale in agricoltura.
L’azienda si deve impegnare a utilizzare agrofarmaci con azione erbicida e non nociva per l’uomo, applicare tecniche conservative per prevenire l’erosione e la perdita di sostanze organiche.
L’obiettivo è una riduzione del materiale non riciclabile a favore di leghe biodegradabili.
Il disciplinare inoltre, prevede almeno un controllo all’anno da parte di un laboratorio accreditato ai sensi della norma ISO/IEC 17025 per realizzare analisi multiresiduali e campionamenti su frutta, parti vegetali, uve, mosti, vini o altri prodotti trasformati o altra matrice.
L’obiettivo è accertare l’eventuale presenza delle sostanze non ammesse secondo il disciplinare stesso.
Diversity Ark è una realtà che si sta affermando nel nord Italia i progetti per il futuro sembrano guardare ancora più in là.
Ma c’è l’intenzione da parte di Stefano Amadeo di arrivare anche in Canada, Usa, Svezia, perché in Europa è già attiva.
È un percorso lento, sì, ma costante.
Ciò permette a molte aziende italiane credere nel progetto, anche solo inserendo il marchio in etichetta.
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