Donne e gusto: tra cucina, scrittura e spettacolo
Donne e gusto: tra cucina, scrittura e spettacolo
Intervista a Rosanna Marziale, la “quinta” colonna
Può un uomo raccontare di una donna con lo stesso entusiasmo di quando racconta di una partita di calcio o un incontro epico di boxe?
Direi di sì! Visto che Rosanna Marziale, eclettica e geniale chef di Caserta può annoverarmi nel suo Fan Club.
Casertana, innamorata del proprio territorio, balzò agli onori della cronaca alcuni anni fa quando fu avvicinata da una nota trasmissione d’inchiesta RAI e rifiutò la visibilità che le sarebbe derivata perché avrebbe dovuto portarli in giro a mostrare la “Terra dei Fuochi”.
In un’epoca dove ci si vende per un piatto di lenticchie una scelta del genere ti rende fan a vita.
Rosanna Marziale nasce in una famiglia di ristoratori, tra cuochi, camerieri, tavoli e cucine fumanti. È qui che si compie il suo destino scritto già nel suo codice genetico come corredo di vita.
Ma ho preferito chiederle di raccontarmi la sua storia.
“Il locale fu inaugurato da mio padre a 500 metri dalla Reggia di Caserta – oggi Patrimonio Unesco – con il nome “La bomboniera”. Ebbe da subito un gran successo come locale di cerimonie in città, peraltro anche grazie al fatto che fosse dotato di più sale e potesse ospitare più eventi in contemporanea. Una novità per l’epoca.
Poi, purtroppo mio padre è mancato nel 1985 quando io avevo 16 anni ed assieme a mio fratello Loreto che era il più grande dei 4 figli ci siamo rimboccati le maniche. Oggi ci aiuta in azienda anche mia sorella Maria, subentrata poco dopo, che si occupa dell’amministrazione ed ha un ruolo manageriale. Solo Laura ha fatto scelte professionali esterne all’attività di famiglia.
In quel preciso momento sono entrata in quello che era il “mio mondo”.
“Io tuttora faccio cerimonie. Le faccio soprattutto al San Bartolomeo Green Events Experience Park di Caiazzo, progetto creato con mio fratello Loreto, anch’egli mancato a novembre del 2023.
Il primo cambiamento significativo verso quel cammino è stata la grande ristrutturazione che fu fatta nel 1988, ad opera del celebre architetto Falconio, dalla quale residuarono le quattro colonne che si trovano nella sala ristorante al pian terreno.
Da lì il nome attuale del locale.
Negli anni ’90 ho iniziato a formarmi per cercare di fare dei passi avanti nella crescita professionale e stare al passo con i tempi e la nuova ristorazione.
Al corso manageriale seguito a Milano, hanno fatto seguito il corso di Sommelier, quello AIBES, di Maître di sala e così via fino alla vera svolta in cucina dopo aver fatto diverse esperienze importanti”.
“Accade a causa del mio secco rifiuto a servire una mozzarella solo come “caprese”, messa lì in un piatto con dei pomodori. Per carità, nulla contro la caprese, ma ho sempre pensato che la filiera bufalina e, soprattutto, la mozzarella di bufala fosse molto di più che quello.
Sono stata la prima a partecipare al I Congresso mondiale degli allevatori bufalini con gente proveniente da tutto il mondo e la prima a cucinare la carne di bufalo.
La verità è che, a mio avviso, la mozzarella è un ingrediente versatile e identitario”.
“Arrivano un po’ alla volta partendo dal 2003 anno della “Palla di mozzarella”, che se vogliamo ha poi segnato la strada delle rimozzate, arrivate nel 2009, ossia delle mozzarelle riformate con all’interno peperoni, friarielli o anche l’uovo poché come nel caso di “ovo mozzo”.
Sempre in quell’anno ho creato “grigioperla”, un piatto fatto con la ricotta di bufala campana DOP che ancora oggi stenta a decollare nonostante abbia un Consorzio di tutela con un presidente giovane e dinamico.
Poi nel 2010 è stata la volta di “Pizza al contrario” dove la base della pizza, simbolo per eccellenza campano; è la mozzarella e non l’impasto”.
C’è una verità dietro una donna così che è quella della sua determinazione.
La perdita del fratello Loreto è stato l’ennesimo scossone nella sua vita al quale è seguito un periodo riorganizzativo difficile anche psicologicamente.
Ma Rosanna è una donna con idee e sostanza e non tarderà a farsi risentire e stupire come sempre.
Lei è la quinta colonna del locale, quella sulla quale si sorregge tutto.
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