Donne e gusto: tra cucina, scrittura e spettacolo
Donne e gusto: tra cucina, scrittura e spettacolo
Intervista a Marilena Giuliano oste del ristorante “Gli scacchi”
Nel cuore di Caserta, il ristorante “Gli Scacchi” rappresenta un punto di riferimento per la cucina di qualità, grazie all’impegno e alla dedizione di Marilena Giuliano e della sua famiglia.
Chef e proprietaria del locale insieme al marito Gino, Marilena è riuscita a trasformare una passione in una vera e propria missione, portando avanti una filosofia culinaria che valorizza il territorio e i suoi prodotti.
In questa intervista, ci racconta il suo percorso, le sfide di conciliare il ruolo di imprenditrice, insegnante, moglie e madre e non solo.
Tra aneddoti e riflessioni, emerge la storia di una donna che ha saputo trovare un equilibrio tra tradizione e innovazione, restando sempre fedele ai propri valori.
“Mi presento sono Marilena Giuliano e lavoro con mio marito Gino da oltre 30 anni. Abbiamo iniziato a Caserta Vecchia, dove avevamo una struttura che oggi utilizziamo solo per eventi.
Successivamente ci siamo trasferiti a Caserta. Nessuno dei due si era preparato per diventare ristoratore, ma Gino ha sempre avuto una grande passione per questo settore e mi ha coinvolta.
Io, invece, all’epoca lavoravo come supplente nella scuola primaria, un campo completamente diverso dalla ristorazione. Inizialmente davo una mano nei momenti di necessità, ma pensavo di continuare con l’insegnamento.
Poi, piano piano, mi sono lasciata coinvolgere sempre di più. In questo settore è fondamentale mantenere il controllo sui punti chiave del lavoro, quindi alla fine sono rimasta.
Mio marito ha avuto un ruolo importante in questa scelta, è stato un talent scout. Aveva intuito il mio potenziale in cucina osservandomi a casa.
Così, quando il pizzaiolo se ne andò, Gino dovette imparare a fare le pizze per mantenere lo standard di qualità del locale, mentre io rimasi in cucina. Contemporaneamente continuavo ad insegnare. Quando poi sono diventata di ruolo, è diventato tutto ancora più impegnativo”.
“Con tanta fatica e con l’aiuto di Gino, che è un grande supporto. Come madre, credo di aver fatto del mio meglio, anche se ho sempre avuto il timore di non essere stata abbastanza presente. Abbiamo cercato di tenere i nostri figli vicini, coinvolgendoli nel ristorante. Certo, qualche sacrificio è stato inevitabile: magari non potevamo sempre accompagnarli alle feste o fare vacanze nei periodi più comuni. Ma alla fine abbiamo trovato un nostro equilibrio”.
“Molto. All’inizio non avevo un’identità culinaria precisa, proponevo piatti che semplicemente mi piacevano. Poi, grazie all’incontro con Slow Food, ho capito che la mia cucina doveva valorizzare il territorio e le stagioni. Questo mi ha dato maggiore sicurezza e consapevolezza. Bisogna essere sempre attenti alla materia prima, alla coerenza delle proposte e all’accoglienza. Il cliente è al centro di tutto. Anche mia figlia, che lavora con noi, ha interiorizzato questo concetto. La nostra filosofia è offrire una cucina semplice ma autentica, con piatti che i collaboratori possano riprodurre mantenendo lo stesso standard”.
“Sì, nel tempo abbiamo fatto una selezione naturale. Siamo passati da una semplice trattoria a un vero e proprio ristorante e questo ha influito sul tipo di clientela. Ci siamo sempre impegnati a mantenere un certo livello di qualità e questo ci ha portato a conquistare clienti che apprezzano il nostro lavoro”.
“Sarei una pasta frolla salata con verdure. Amo le verdure e la cucina salata, ma la pasta frolla rappresenta anche la mia passione per i dolci. Questo piatto unisce tre elementi che mi caratterizzano: la passione per il dolce, l’amore per il salato e l’equilibrio tra questi due mondi”.
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