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Dopo la farina di insetto anche la carne da laboratorio sulle nostre tavole?

Dopo il recente ok dell’Ue alla vendita di cibi a base di ‘farina’ di insetto, sulle nostre tavole potrebbe arrivare presto anche la carne sintetica.

Il via libera della Food and drug administration (Fda) alla produzione negli Usa di carne di pollo sintetica apre la porta a questa possibilità, anche se sono state raccolte già migliaia di firme per chiedere di intervenire in senso opposto.

“Lo contrasteremo in ogni modo”, ha assicurato il ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, in occasione del convegno “Frankenstein nel piatto? Il cibo sintetico la nuova minaccia” organizzato dalla Coldiretti. “Il cibo sintetico non è buon cibo – ha aggiunto – inoltre la produzione di cibo in laboratorio cancellerebbe la nostra economia sostenibile”.

La carne sintetica, “coltivata” in laboratorio, si ottiene facendo crescere le cellule staminali recuperate da animali vivi in una coltura di sostanze nutritive. Il processo di crescita e sviluppo avviene in bio-reattori che rappresentano un ambiente protetto.

Per il momento esiste solo un’azienda al mondo che produce carne in provetta, la Upside Foods. La società americana fondata nel 2015 a Berkeley, in California, produce “pollame” e “frutti di mare” sintetici.

Il via libera europeo alla vendita di carne sintetica potrebbe arrivare già in questo 2023. “Già ad inizio 2023 potrebbero essere introdotte a livello Ue le prime richieste di autorizzazione all’immissione in commercio che coinvolgono Efsa e Commissione Ue – avverte la Coldiretti – mentre entro il primo semestre 2023 negli Usa potrebbero entrare in commercio i primi prodotti sintetici”.

Prima di arrivare nei nostri piatti, infatti, la carne sintetica dovrà seguire lo stesso iter di approvazione servito per gli alimenti a base di insetti.

Contro un possibile via libera da parte di Bruxelles alla produzione, vendita e commercializzazione di carne sintetica in Europa sono state già raccolte 400mila firme: tra queste quella della premier Meloni, del ministro dell’Agricoltura Lollobrigida, di numerosi parlamentari nazionali ed europei e di vari imprenditori. Il timore è che la carne sintetica rappresenti solo il primo passo verso moltissimi altri alimenti prodotti in laboratorio, a partire dall’olio per arrivare poi al latte e al vino.

“Per quanto riguarda la carne da laboratorio la verità che non viene pubblicizzata è che non salva gli animali perché viene fabbricata sfruttando i feti delle mucche – tuona Coldiretti – non salva l’ambiente perché consuma più acqua ed energia di molti allevamenti tradizionali, non aiuta la salute perché non c’è garanzia che i prodotti chimici usati siano sicuri per il consumo alimentare, non è accessibile a tutti poiché per farla serve un bioreattore, non è neppure carne ma un prodotto sintetico e ingegnerizzato”.

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redazione

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