Il legame tra brand familiare e territorio quale fattore critico di successo per il vino italiano è stato il focus degli incontri con stampa, trade, appassionati ed istituzioni. Piero Mastroberardino, Presidente IGM: “Si può e si deve ricercare sintonia con i Monopoli dei due Paesi sui valori che costituiscono la base di un consumo del vino di pregio e non scindibile dalle sue radici sociali e culturali”
Rafforzare nel mondo l’immagine del vino italiano di qualità esaltandone valori come l’unicità, la storia e la cultura, rientra sin dagli esordi tra le principali caratteristiche che contraddistinguono le attività di Istituto Grandi Marchi, gruppo di famiglie storiche che annovera tra le sue fila 18 delle più importanti e apprezzate realtà italiane del settore.
In tal senso vanno letto le due giornate, martedì 19 e mercoledì 20 settembre, che hanno visto i produttori del gruppo protagonisti su due scenari di rilievo come Stoccolma e Oslo per una serie di incontri, masterclass e degustazioni con istituzioni, stampa, trade e appassionati che hanno costituito il percorso dell’evento istituzionale annuale dell’Istituto.
Fondamentale anche l’approfondimento di concetti quali l’unicità del connubio tra brand familiari e marche territoriali che sin dall’origine rientra a pieno diritto nel dna del gruppo.
“A ben guardare – dichiara il Presidente Piero Mastroberardino – i valori difesi dal gruppo delle famiglie del vino dell’Istituto Grandi Marchi sono i più coerenti e congruenti con le finalità strategiche che i due monopoli hanno posto negli ultimi anni, ovvero il consumo responsabile e la sostenibilità. In tale ottica la strada maestra consiste nell’elevare il valore percepito del vino, contrastare tendenze omologanti e massificanti, favorire la diffusione di quei valori immateriali che contraddistinguono l’offerta di pregio, legata alla storia di uomini, di comunità, di buone pratiche che identificano ciascun vino rendendolo unico, non sostituibile né replicabile in base a banali algoritmi tecnici, non scindibile dalle sue radici sociali e culturali“.
Una linea che mira a contenere il fenomeno delle aggiudicazioni di gare di fornitura ai monopoli da parte di imbottigliatori totalmente slegati dai territori di origine dei vini, a volte persino situati fuori dai confini, che collocano grandi quantità di prodotti anonimi con etichette di denominazioni rinomate, per poi dileguarsi nei meandri di una filiera assai complessa.
Una lotta a favore del consumo di qualità e della creazione di valore, che IGM persegue da sempre e che sarà protagonista anche dei prossimi appuntamenti autunnali dell’Istituto che avranno luogo presso il mercato nordamericano con tappe fondamentali negli Stati Uniti e in Canada.
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