Fabio Tuccillo, i preziosi consigli del Bakery Chef in occasione della giornata mondiale della pizza
- anna cali
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Classica al forno, fritta, in pala, in teglia, ripiena, a portafoglio o nel rutiello.
Sono tantissime le preparazioni ed i modi di gustare una fragrante e profumata specialità, l’unica in grado di unire l’Italia da nord a sud: la pizza.
Non ci sono gusti che tengano e seppur la più gettonata resta sempre sua maestà la Margherita, in tutto il mondo ci si cimenta nella creazione di originali varianti, proposte gourmet e reinterpretazioni dei grandi classici, per accontentare anche i palati più esigenti.
E se c’è chi storce il naso alle “variazioni sul tema”, c’è chi invece ha fatto della pizza, in tutte le sue numerose preparazioni, uno dei suoi cavalli di battaglia, sperimentando ogni giorno nuove combinazioni e tecniche di lavorazione.
È il caso del Bakery chef Fabio Tuccillo, che propone, tra le sue specialità, pizze in teglia e nel rutiello, un tipo di pizza, particolare soprattutto nell’impasto, che non viene steso sulla superficie del forno, ma viene cotto in teglia.
Ciò rende la pizza alta, alveolata, leggermente croccante in superficie e morbida al suo interno.
Ed è proprio in occasione della Giornata Mondiale della Pizza, che si celebra il 17 gennaio, che il Bakery chef Tuccillo ha deciso di svelare il segreto per la preparazione della “pizza perfetta”, un alimento semplice, eppure insidioso nella lavorazione.
Tutti coloro che vorranno, oltre che gustarla o ordinarla presso la Tuccillo Bakery, potranno così cimentarsi in una preparazione home made, rispettando solo alcune semplici regole:
“Per realizzare una buona pizza, anche fatta in casa, il segreto sta nella doppia lievitazione”, afferma Tuccillo. “Infatti, una volta fatto l’impasto e diviso in panetti, questi dovranno continuare a lievitare a temperatura dolce e anche quando la pizza sarà schiacciata e adagiata nella teglia che si intenderà utilizzare, avrà ancora necessità di lievitare, per 30-40 minuti almeno. Questo perché il forno domestico non supera i 240°, risulta, quindi, necessaria una doppia lievitazione per ottenere un risultato professionale ed un prodotto finale più leggero e dalla consistenza più soffice”.