Farinetti su Fico ed Eataly: “Una idea buona, ma realizzata di merda”
“Fico è un’idea abbastanza giusta, realizzata di merda, quindi sbagliata”. A parlare, nel corso di una manifestazione dedicata ai libri, è Oscar Farinetti, l’ideatore di Eataly e di Fico, appunto, che “nei primi anni ha cumulato perdite per una dozzina di milioni”, come spiegava l’amministratore delegato Stefano Cigarini in un’intervista realizzata lo scorso maggio.
Proprio Cigarini, in una conferenza stampa del 17 dicembre, ha presentato invece, con ottimismo, le prospettive future per il parco a tema dedicato al cibo italiano. Noi, ovviamente, non potevamo mancare e ne abbiamo approfittato per andare a fare un giro nella struttura. L’amministratore delegato non ha voluto nascondere gli errori del passato: “Essendo una realtà unica al mondo, dobbiamo procedere per trial & error”. Gli sbagli hanno permesso di elaborare un progetto nuovo. A cominciare dagli ingressi, che non sono più gratuiti.
Da luglio 2021 per entrare a Fico occorre un biglietto: 10 euro il ticket base; 29 euro l’abbonamento annuale pensato per le famiglie, che garantisce anche uno sconto del 10% all’interno del parco.
In questo modo, invece dei 6 milioni di visitatori annuali necessari con il modello precedente per andare in positivo con il bilancio, ne sono necessari ‘solo’ 500mila: un’ipotesi molto più realistica. Inoltre, rispetto al 2021, i visitatori sono aumentati del 30%. La permanenza media è passata da 1,5 ore a 5 ore. La spesa media per utente è aumentata da 17,50 euro a 35 euro. Nel 2022, il fatturato è stato di 10-12 milioni di euro. Attualmente, mancano ancora almeno 100mila visitatori per far tornare i conti; il pareggio è previsto per il 2024.
Ora, bisogna capire da quale tipo di utenza Fico intende attingere per riempire i suoi saloni (e le sue casse). Hanno senz’altro un ruolo centrale le giovani famiglie con bambini piccoli e le scolaresche. “Fico vuole essere anzitutto un’esperienza educativa multisensorial”, spiega Cigarini, “che coinvolge la mente e i sensi per mostrare il percorso del cibo lungo tutta la filiera che lo porta dalla materia prima al prodotto finito”. In quest’ottica si spiegano la presenza di animali e attrazioni all’interno del parco. E non è un caso che quasi tutti i visitatori presenti durante la nostra ispezione fossero papà e mamme con i loro figli. Tutti quelli che abbiamo intervistato trovano che sia un buon posto per portare i propri bambini a svagarsi per una giornata, e pensano che l’abbonamento sia un utile incentivo.
Fico, inoltre, ha finalmente riaperto i battenti alle visite scolastiche, dopo che queste erano state interrotte a causa della pandemia. Ma il target di riferimento del parco include anche gli esponenti del mondo del business, i turisti e gli amanti dello sport e dello spettacolo. In quest’ottica si comprende il progetto di costruzione dello stadio temporaneo del Bologna calcio, che sarà interno al parco.
Ma c’è anche l’intenzione di ampliare l’area congressi, arricchendola di una nuova sala, e di avviare corsi di formazione professionale in collaborazione con l’Italian Food Accademy. E, se tutto andrà bene, ci sono già idee per aperture all’estero: in particolare, Cigarini ha parlato di accordi con la Cina.
Grandi progetti, insomma. Ma anche tanti dubbi, che sono sorti durante la nostra visita. Anzitutto, il pubblico a cui Fico vuole rivolgersi sembra davvero variegato, mentre il parco risultava piuttosto vuoto. Poche persone ai tavoli di bar e ristoranti, e le ampie corsie erano animate da piccoli e sparuti gruppi. Verso sera le presenze sono cresciute, in occasione di una sfilata di moda che si teneva nell’anfiteatro. Ancora: i prezzi dei prodotti in vendita e dei ristoranti non sono esattamente accessibili, trovandosi sugli scaffali referenze di indubbia qualità ma anche dai costi elevati.
Le famiglie che abbiamo incontrato ci hanno detto di non essere di certo lì per fare la spesa. E poi alcuni problemi tecnici: la pista su ghiaccio, attrazione fondamentale per genitori e bambini, non funzionava, e anche alcune giostre e ristoranti erano chiusi. Comunque, i negozianti e gli operatori si dicono ottimisti, e Cigarini sembra ispirare fiducia. Certi complimenti (leggi Farinetti) però non aiutano…