Gli Aristopiatti. Il libro delle ricette che furono.
- Laura Dal Sacco
- Ti potrebbe interessare Dove ti porto, La recensione
Bazzico in rete da una decina di anni e da poco meno conosco virtualmente Lydia Capasso e Giovanna Esposito, individuate subito nel panorama di forum e foodblog perché testimoni di quell’amore per la cucina che, prima e dopo la tavola, si ferma e riflette su origini ed orizzonti.
I loro comuni denominatori sono certamente la città di Napoli e la Rete, luoghi dove si incontrano e si riconoscono.
I loro blog – Tzatziki a colazione e Lost in kitchen – sono e restano dei punti di riferimento che resistono nel tempo, anche se ora scrivono più regolarmente sul magazine Gastronomia Mediterranea.
Nessun grande stupore quando hanno rivelato la notizia della pubblicazione de “Gli Aristopiatti”, una naturale evoluzione del loro rapporto e del rapporto con noi lettori e con la rete. L’appuntamento per la presentazione del libro era alcune settimane fa all’Archivio di Stato di Napoli con l’introduzione della dottoressa Imma Ascione, direttrice dell’Archivio e accogliente padrona di casa.
Cominciamo dal titolo che è perfetto: ironico, descrittivo, pertinente e nell’insieme perfettamente calzante. Si parla di storia del cibo e di cibo collegato alla storia ed ecco che l’imponente Sala Filangieri dell’Archivio di Stato di Napoli si rivela l’ambiente giusto dove parlarne, proprio qui sono custoditi alcuni archivi pubblici e privati dove tanto si parla anche di cibo, di cibo popolare e di cibo aristocratico.
L’indice del libro ci accompagna lungo una passeggiata tutta italiana divisa in sei grandi aree geografiche: Piemonte, Veneto, Padania, Toscana, la Roma di Papi e Cardinali e, per finire, le Terre dei Borboni.
È un percorso che racconta le origini di tante pietanze, ancora oggi presenti nella tradizione delle nostre tavole, le cui ricette sono nate o sono state trasformate nelle cucine dei palazzi aristocratici nel corso dei secoli e che sono quindi inscindibilmente collegate alla storia del nostro paese.
Lydia e Giovanna ci raccontano scenari ed ingredienti, aneddoti e leggende, necessità e piccole manie di personaggi che in parte già conosciamo o che conosceremo procedendo nei capitoli della prima parte del libro.
Nella seconda parte troviamo invece ricordi personali e ricette di famiglia che sopravvivono nella odierna quotidianità di alcune famiglie aristocratiche e ci accorgeremo che la semplicità è la caratteristica che oggi più le accomuna.
Ad accompagnare l’accattivante lettura di questo volumetto ci sono le notevoli illustrazioni di Gianluca Biscalchin che, sin dalla copertina, impreziosisce il lavoro col suo tratto preciso, delicato e scanzonato.
Dal ricettario io ho già rifatto i Grissini stirati, ricetta ideata appositamente per Vittorio Amedeo II, bambino gracilino, dal fornaio di corte su indicazione del medico di Casa Savoia: strisce di pane sottile e croccante, facilmente digeribili, amate poi moltissimo anche da Re Carlo Felice che ne mangiava continuamente e persino a teatro.
E questi sono alcuni dei motivi che mi hanno fatto amare questo libro sin dal titolo: una lettura godibilissima, un racconto pieno di curiosità, 72 ricette facilmente riproducibili e poi lo stile… inconfondibilmente elegante e al tempo stesso lieve e divertente, esattamente come le autrici.
Gli Aristopiatti
Storie e ricette della cucina aristocratica italiana
di Lydia Capasso e Giovanna Esposito
Guido Tommasi Editore
[slideshow_deploy id=’10808′]
Aspirante analista sensoriale, appassionata di gastronomia, assaggiatrice esperta di oli da oliva, segretaria dell’associazione Oleum e tanto altro