Gli Arrosticini: una famiglia abruzzese torna alle radici

arrosticini

Un’immagine in bianco e nero, catturata nel 1930 da Gerhard Rholfs e Paul Scheuermeier per il libro “Gli Abruzzi dei Contadini 1923-1930”, ha recentemente rivelato una sorprendente scoperta per la famiglia Ginestrino.

La nipote Loredana Ginestrino ha riconosciuto la nonna Maria Colaiocco, seduta di fronte a due file di mattoni ardenti durante un antico rito culinario abruzzese: la cottura degli arrosticini, tradizionali spiedini di carne di pecora.

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Questo storico evento è avvenuto durante la quinta edizione de “L’Arrosticiere in Piazza”, un festival organizzato dalla famiglia Ginestrino in collaborazione con il Comune di Civitaquana, situato nel cuore dell’Abruzzo. Durante il festival, i cugini Fabio e Loredana hanno mostrato al pubblico come veniva effettuata l’antica cottura degli arrosticini.

“Gli arrosticini magri non sono mangiabili perché la carne si indurisce, il grasso invece l’ammorbidisce e l’insaporisce”.

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Questa rievocazione storica ha lo scopo di preservare e celebrare una tradizione culinaria radicata nella provincia di Pescara, ma ormai apprezzata in tutto l’Abruzzo e nel mondo. La chiave del suo successo sta sia nella qualità della carne di pecora utilizzata che nella tecnica di cottura.

In passato, gli arrosticini venivano cotti tra mattoni, come illustrato durante il festival, ma successivamente è stata introdotta la “fornacella”.

“C’è stata una graduale evoluzione dello strumento di cottura. Sono state introdotte le gambe, per evitare la posizione chinata”, ha spiegato Loredana.

Durante il festival, il cognato Marco Speziale ha preparato arrosticini utilizzando la parte più saporita della carne di pecora, tagliata a mano e infilzata su ceppi di sanguinello, raccolti e fatti seccare appositamente da Fabio.

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“Una volta si utilizzavano solo questi ceppi, più lunghi rispetto a quelli odierni, perché nella fila di mattoni c’è uno spazio interno per la cottura e per poterli girare era necessaria quella lunghezza”, ha spiegato Loredana.

La famiglia Ginestrino, gestore del ristorante Le Ginestre, è determinata a proteggere e tramandare questa importante tradizione gastronomica alle future generazioni. Le ricette tradizionali abruzzesi, inclusi gli arrosticini, hanno sempre caratterizzato il menu del loro ristorante. La famiglia è appassionata di preservare l’eredità culinaria abruzzese, e il festival è un veicolo essenziale per farlo, offrendo non solo prelibatezze culinarie, ma anche danze folcloristiche e altre tradizioni.

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Per la famiglia Ginestrino, questo evento è molto più di un’occasione culinaria; è un tributo alla loro eredità e alla tradizione culinaria dell’Abruzzo, che continua a prosperare e ispirare le generazioni future.

di Sara Del Vecchio

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