Gli influencer servono davvero?
- MARCELLA PACE
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Un episodio in cui una blogger/influencer chiede di mangiare gratis in un ristorante in cambio di pubblicità diventa virale, evidenziando il tema spinoso della pubblicità e della comunicazione.
In due casi simili gli chef di due ristoranti italiani hanno respinto le richieste ricevute da influencer rendendo note le vicende. La questione, tuttavia, non riguarda solo gli influencer ma anche i giornalisti. La differenza principale è che i giornalisti sono soggetti a regole precise e a organi di controllo che ne garantiscono la professionalità e l’indipendenza, mentre gli influencer non sono soggetti a tali norme e possono agire con maggiore libertà accettando regali e pubblicizzando i loro contenuti come “gifted by“. Purtroppo la distinzione tra le due categorie non è sempre chiara per il grande pubblico.
Come ha sottolineato lo chef Gianni Dezio, è importante capire quando un influencer agisce con professionalità e quando invece cerca solo di ottenere un vantaggio personale. Se un influencer ha una filosofia comune con il ristoratore e si impegna a promuovere in modo genuino il locale, allora può essere una buona opportunità di collaborazione. Se invece cerca solo di ottenere una cena gratuita senza offrire nulla in cambio, allora si tratta di un approccio sbagliato e poco professionale.
La questione della pubblicità e della promozione attraverso gli influencer è quindi un tema molto complesso e delicato, che richiede un’attenzione particolare da parte di tutte le parti coinvolte. Sia gli influencer che i ristoratori devono agire con professionalità e responsabilità, evitando di cadere nella trappola della promozione superficiale e poco genuina. Allo stesso tempo, è importante dare una maggiore consapevolezza al pubblico riguardo alla differenza tra pubblicità e giornalismo, in modo da evitare confusione e fraintendimenti.
La prima parola l’ho pronunciata a sei mesi. Da allora “comunicare” per me è stata la missione della vita, tanto da convincermi fin da adolescente che “da grande” sarei diventata una giornalista professionista. Così è stato. Avevo 17 anni quando, nell’ottobre 2001, ho pubblicato il mio primo articolo sul Tempo d’Abruzzo. Dal 2009 lavoro nel campo della comunicazione come responsabile di uffici stampa e giornalista in testate televisive, web e riviste, occupandomi di politica, economia ed enogastronomia. Da buona forchetta mi piace mangiare bene e adoro il mondo del vino. Il che mi ha portato, nel marzo 2018, a diventare sommelier e poco dopo a sposare il progetto di Virtù Quotidiane, testata dedicata all’enogastronomia abruzzese e non solo. Del giornalismo adoro avere il privilegio di raccontare storie, ambizioni, passioni e sogni di chi ha idee, creatività e ama quello che fa.