I giovedì di QB: Il Maiorchino, un formaggio da scoprire
- Fabiana Romanutti
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Un viaggio alla scoperta del Maiorchino, un formaggio DOP dalla storia millenaria e dal gusto deciso e piccante.
Il Maiorchino, conosciuto anche come “Parmigiano di Sicilia”, è un formaggio a pasta dura DOP prodotto con latte ovino intero crudo, a volte misto a latte caprino, nella zona di Novara di Sicilia, in provincia di Messina.
Si distingue per il suo sapore intenso e piccante, che diventa ancora più deciso con la stagionatura, che può protrarsi fino a ventiquattro mesi.
Un processo di produzione antico e tradizionale
La produzione del Maiorchino segue un processo antico e tradizionale, tramandato di generazione in generazione.
Il latte viene cagliato con caglio di capretto e la pasta viene poi forata con una sottile asta di ferro per favorire la sineresi.
Le forme vengono salate a secco e stagionate in costruzioni di pietra fresca e umida.
Un formaggio versatile in cucina
Il Maiorchino è un formaggio versatile che può essere gustato da solo, come antipasto o secondo piatto, oppure utilizzato in cucina per preparare una varietà di ricette.
È ottimo grattugiato sulla pasta, sui risotti, sulle zuppe o sulle verdure. Può essere anche utilizzato per preparare salse, torte salate e frittate.
Il gioco del Maiorchino
A Novara di Sicilia, ogni anno durante il periodo di Carnevale, si svolge la Sagra del Maiorchino, un evento che culmina con il singolare gioco del Maiorchino. In questo gioco, i partecipanti devono far rotolare una forma di Maiorchino stagionato lungo un percorso che si snoda per le vie del paese. Vince la squadra che arriva prima al traguardo con il minor numero di colpi.
Un formaggio da non perdere
Se siete alla ricerca di un formaggio dal gusto unico e deciso, il Maiorchino è quello che fa per voi.
Un formaggio DOP che rappresenta l’eccellenza della produzione casearia siciliana.
Friulana di nascita, triestina di adozione. Quanto basta per conoscere da vicino la realtà di una regione dal nome doppio, Friuli e Venezia Giulia. Di un’età tale da poter considerare la cucina della memoria come la cucina concreta della sua infanzia, ma curiosa quanto basta per lasciarsi affascinare da tutte le nuove proposte gourmettare. Studi di
filosofia e di storia l’hanno spinta all’approfondimento e della divulgazione. Lettrice accanita quanto basta da scoprire nei libri la seduzione di piatti e ricette. Infine ha deciso di fare un giornale che racconti quello che a lei piacerebbe leggere. Così è nato q.b. Quanto basta, appunto.