I giovedì di QB: La ricetta delle frittelle Modus fritellizandi

Modus fritellizandi

Dopo Natale arriva subito il Carnevale. E Carnevale è arrivato, e, come tutti sappiamo, è sinonimo di frittelle. Cominciamo a festeggiarlo con una ricetta che risale al Settecento. Se volete il modus fritellizzandi filologicamente corretto seguite dunque questa ricetta.

Modus fritellizandi

Frittelle (Modus fritellizandi)

Ingredienti minestra cotta (ottenuta da pasta di qualsiasi formato), formaggio grattugiato, cannella, uva passa, ricotta, farina setacciata, acqua burro, miele

Fate così  Create un impasto mescolando minestra cotta, formaggio grattugiato, cannella, uva passa, ricotta, farina setacciata. Mescolate il tutto stemperando con acqua e suddividete l’impasto in mucchietti. Metteteli quindi a friggere in padella con adeguata quantità di burro e rimestate frequentemente. Una volta rosolate che siano, condite le frittelle con miele e servite ben calde.

La ricetta è tratta dal volume La cucina degli scrittori della Regione Emilia Romagna, ringraziando Gabriele Burzacchini.

blank

Modus fritellizandi è un ameno poemetto in 82 esametri composto da Ludovico Antonio Muratori, storico, scrittore, numismatico e bibliotecario italiano, considerato il padre della storiografia italiana,  che le fa risalire con arguzia a una provvida invenzione di Prometeo, il Titano che fece agli uomini il dono del fuoco. Non ad Apollo né alla Musa il poeta chiede tutela, ma a Cuccagna, affinché gli sia propizia con brodo, frittelle e zucchero; l’ispirazione gli verrà dal vino: il campano, la malvasia, il greco, il moscato.

Ille sibi leccat ditos, alterque biasando
Paene affogatur. Vos et gaudere rimiro
Dum me sentitis grassas nominare fritellas,
Atque fritellarum nomen fortasse saliuam
Ad bassum mandare facit, drizzareque collum.
At reticere uolo, ueniat ne Musa frapocum,
Atque uiuandarum Phoebus chiamatus odore,
Pignattas rumpat, padellam sbernet, et omnem
Sconuolgat, meschietque, fame impellente,
[cusinamInterea quisquis lodet, mangietque fritellas,
Ac uniuersa bonis pascatur musa fritellis.

(traduzione) Uno si lecca le dita, un altro masticando
per poco non s’affoga. Vi osservo anche godere
al solo sentirmi nominare le grasse frittelle,
e il nome delle frittelle forse saliva
vi fa mandar giù, e drizzare il collo.
Ma voglio osservare il silenzio, che non venga
la Musa fra poco,
e Febo, richiamato dall’odore delle vivande,
rompa le pignatte, distrugga la padella, e tutta
quanta
sconvolga, e metta sossopra, sotto la spinta
della fame, la cucina.
Intanto ognuno lodi e mangi frittelle,
e universa la musa si nutra di buone frittelle.

Autore

  • Romanutti

    Friulana di nascita, triestina di adozione. Quanto basta per conoscere da vicino la realtà di una regione dal nome doppio, Friuli e Venezia Giulia. Di un'età tale da poter considerare la cucina della memoria come la cucina concreta della sua infanzia, ma curiosa quanto basta per lasciarsi affascinare da tutte le nuove proposte gourmettare. Studi di filosofia e di storia l'hanno spinta all'approfondimento e della divulgazione. Lettrice accanita quanto basta da scoprire nei libri la seduzione di piatti e ricette. Infine ha deciso di fare un giornale che racconti quello che a lei piacerebbe leggere. Così è nato q.b. Quanto basta, appunto.

    Visualizza tutti gli articoli

Lascia un commento