Il Breeding

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Il Breeding

Cos’è il breeding?

Il breeding in agricoltura, o miglioramento genetico delle piante, è una pratica fondamentale per lo sviluppo e la sostenibilità dei sistemi agricoli globali.

Si tratta di un insieme di tecniche, tradizionali e avanzate, volte a selezionare e incrociare le varietà vegetali per ottenere piante più produttive, resistenti alle malattie, adattabili ai cambiamenti climatici e, in molti casi, con qualità nutrizionali migliorate.

Questa attività, che affonda le sue radici nella storia agricola dell’umanità, è oggi più che mai centrale per affrontare sfide globali come la sicurezza alimentare, la sostenibilità ambientale e l’incremento della popolazione mondiale.

Il breeding non si limita più solo alla selezione dei tratti visibili delle piante, ma si avvale di avanzate conoscenze genetiche e biotecnologiche, capaci di accelerare i processi di miglioramento e renderli più mirati ed efficienti.

Come diventare breeder: una professione tra scienza e passione

Diventare breeder, ovvero uno specialista nel miglioramento genetico delle piante, non segue un percorso univoco, ma richiede una solida formazione accademica in biologia, genetica o agraria, spesso a livello universitario o post-laurea.

Tuttavia, le competenze richieste oggi vanno ben oltre i tradizionali studi scientifici.

L’avvento delle nuove tecnologie ha infatti trasformato questa professione, rendendo essenziale la conoscenza della biologia molecolare e delle tecnologie di precisione per raccogliere dati fenotipici e sviluppare modelli predittivi.

Essere un breeder, però, è più che un lavoro: è una missione guidata dalla passione e dalla volontà di migliorare concretamente la vita delle persone, oltre a generare benefici economici per tutta la filiera agricola. Ogni giorno, questi professionisti lavorano per creare nuove varietà vegetali più produttive, resistenti e adattabili a diverse condizioni ambientali.

Breeding: tecniche tradizionali e approccio transgenico

Il breeding può essere affrontato seguendo due approcci principali: il primo utilizza metodologie tradizionali di incrocio e selezione, mentre il secondo si basa su tecniche transgeniche per migliorare le colture.

Le tecniche tradizionali si basano su conoscenze accumulate in millenni di pratica agricola, come la selezione massale, in cui i semi delle piante migliori vengono conservati per le stagioni successive.

Una svolta decisiva nel miglioramento genetico si ebbe nel 1865 con gli studi di Gregor Mendel, considerato il “padre della genetica”. Da allora, le scoperte genetiche hanno permesso di migliorare ulteriormente le tecniche di breeding, fino alla rivoluzione degli anni ’50, quando la struttura del DNA fu decodificata, aprendo la strada a strumenti molecolari che oggi permettono di selezionare con precisione le caratteristiche genetiche desiderate nelle piante.

Il processo di miglioramento genetico

Il miglioramento genetico si basa sulla modifica del patrimonio genetico delle piante per ottenere caratteristiche utili all’uomo.

Prendiamo il caso del melone: tra gli obiettivi c’è l’incremento della produttività, la resistenza alle malattie, l’uniformità del prodotto e la qualità del gusto. Questo processo si articola in diversi step: si parte dall’analisi delle esigenze del mercato, per poi pianificare incroci mirati sfruttando le risorse genetiche disponibili. Il lavoro prosegue con la selezione delle migliori linee genetiche e gli incroci, seguiti da anni di test in campo per individuare le varietà più promettenti.

In media, servono dai 6 agli 8 anni per sviluppare una nuova varietà, e gli agricoltori vengono coinvolti fin dalle prime fasi del processo, offrendo i propri terreni per le prove sperimentali.

Il Green Breeding: una risposta sostenibile alle sfide moderne

Negli ultimi anni si è parlato sempre più di Green Breeding, un concetto innovativo che punta a sviluppare nuove varietà vegetali nel rispetto dell’ambiente.

Durante un recente incontro con Massimo Biloni – agronomo ricercatore tra i massimi esperti di riso in Italia – in occasione dell’Open Day di IRES (Italian Rice Experiment Station)* di cui è fondatore , ho approfondito questo tema.

Biloni definisce il Green Breeding come un approccio che mira a creare piante in equilibrio con la natura, riducendo l’uso di sostanze chimiche e valorizzando la resilienza naturale delle colture.

Le tecniche di coltivazione intensiva, come l’uso massiccio di erbicidi e fertilizzanti, hanno spesso messo in conflitto l’agricoltura con l’ambiente.

Secondo Biloni, un’agricoltura più sostenibile, anche se meno produttiva a breve termine, rappresenta una scelta responsabile. Tuttavia, egli sottolinea come la sostenibilità non possa ignorare la necessità di produrre cibo in quantità sufficienti per sfamare il mondo.

Tra gli obiettivi del Green Breeding attuato presso IRES, ci sono lo sviluppo di piante geneticamente resistenti alle malattie, più competitive contro le infestanti e capaci di esplorare maggiori volumi di terreno grazie a radici più sviluppate.

Queste caratteristiche permettono alle colture di sfruttare meglio le risorse naturali, riducendo l’impatto sull’ambiente e garantendo al contempo una produzione agricola sostenibile.

In conclusione, il mondo del breeding sta affrontando una trasformazione epocale, guidata da innovazioni scientifiche e dalla crescente consapevolezza ambientale. Tecniche avanzate e approcci sostenibili come il Green Breeding stanno aprendo la strada a un’agricoltura più rispettosa della natura e, al tempo stesso, capace di rispondere alle sfide globali della sicurezza alimentare.

Cos’è IRES *

IRES (Italian Rice Experiment Station) è un Centro Ricerche privato, specializzato nella ricerca, costituzione, registrazione e commercializzazione di varietà di riso e delle loro sementi in Italia ed all’estero, in proprio o a supporto di Istituti pubblici e Ditte private, nazionali ed internazionali.

Nato nel 2017 a Nibbiola (NO), tra le province di Pavia, Vercelli e Novara, la principale area risicola nazionale, IRES svolge attività di miglioramento genetico e costituzione varietale, coltivazione in contro-stagione in Sud America, controllo nematode e messa in purezza di sementiprove di produzione in Italia ed all’estero di nuovi ritrovati vegetali o di varietà ancora da sviluppare,

IRES svolge servizi di supporto all’iscrizione varietale in Italia ed all’estero, alla classificazione, all’ottenimento del diritto di privativa comunitaria. IRES fornisce anche collaborazione nel posizionamento strategico e commerciale in Italia ed all’estero di nuove varietà o di varietà già sul mercato.

Nel 2021 è nata IRES srl, una nuova realtà commerciale che unisce in una sola azienda le attività di ricerca e sperimentazione, produzione e certificazione sementi, creazione di filiere, commercializzazione di risone e riso lavorato, promozione e marketing.

Nel mondo del riso, il miglioramento genetico tramite incroci varietali ha portato alla creazione di numerose varietà con caratteristiche avanzate, come resistenza a malattie, tolleranza a condizioni climatiche avverse e maggiore produttività. Ecco alcuni esempi di incroci varietali rilevanti:

  1. IR8: La “Miracle Rice”

Uno degli esempi più celebri è IR8, sviluppato negli anni ’60 dall’International Rice Research Institute (IRRI) nelle Filippine. Questo incrocio tra varietà locali filippine e linee giapponesi ha dato vita a una varietà con steli più corti, che resistono meglio al vento e alla pioggia, e una resa molto più elevata. L’IR8 ha giocato un ruolo cruciale nella cosiddetta Rivoluzione Verde in Asia.

  1. Carnaroli

Il riso Carnaroli, una delle varietà più pregiate per la preparazione del risotto, nasce dall’incrocio tra le varietà Vialone e Lencino. Questo incrocio ha prodotto un chicco lungo, ricco di amido, con ottima tenuta in cottura, che lo rende perfetto per piatti come i risotti. Grazie al suo equilibrio tra consistenza e capacità di assorbire liquidi, è uno dei risi più amati nella cucina italiana.

  1. Arize 6444 Gold

Arize 6444 Gold è una varietà di riso ibrido sviluppata dalla multinazionale Bayer, risultato di incroci tra varietà locali e genetiche di riso migliorate. Questa varietà è apprezzata per la sua resistenza a malattie come il brusone e la sua elevata resa, particolarmente adatta per i climi tropicali del Sud-Est asiatico.

  1. Selenio

Il riso Selenio è un esempio di incrocio varietale creato per rispondere alla richiesta di chicchi uniformi e ricchi di amido, perfetti per la preparazione del sushi. È stato sviluppato partendo da linee di riso giapponesi e varietà italiane per ottenere una qualità ottimale per la lavorazione industriale e il consumo fresco.

  1. IR64

IR64 è un’altra varietà sviluppata dall’IRRI negli anni ’80. Questo incrocio tra linee geneticamente migliorate è noto per la sua resistenza alle malattie, tra cui il brusone, e la tolleranza a inondazioni e siccità. IR64 è diventato una delle varietà di riso più coltivate in Asia, grazie alla sua affidabilità in condizioni climatiche difficili e alla resa elevata.

  1. Oryzica Llanos 5

Questa varietà di riso è il risultato di un incrocio tra il riso Oryzica Llanos 3 e un’altra varietà coltivata in America Latina. È stato sviluppato per resistere alle malattie del riso, come il virus del mosaico, e per prosperare nelle condizioni tropicali dell’America del Sud. Il successo di questo incrocio ha aumentato la produzione di riso nella regione, migliorando l’efficienza agricola.

  1. NERICA (New Rice for Africa)

Il NERICA è un gruppo di varietà di riso sviluppate dall’Africa Rice Center, risultato dell’incrocio tra il riso africano Oryza glaberrima e il riso asiatico Oryza sativa. Queste varietà combinano i tratti positivi delle due specie: la resistenza alle condizioni avverse tipiche del riso africano e l’elevata produttività del riso asiatico. Il NERICA ha migliorato la sicurezza alimentare in molte zone dell’Africa sub-sahariana, grazie alla sua tolleranza alla siccità e alla resistenza alle malattie.

  1. Vialone Nano

Il Vialone Nano, uno dei risi preferiti per i risotti, soprattutto nelle zone del Nord-Est d’Italia (ma anche in molti paese esteri) –  deriva dall’incrocio tra il Vialone e un’altra varietà locale,il Nano che era caratterizzata da una pianta più bassa e compatta, che rendeva il riso più resistente al vento e alle intemperie, migliorando la produttività e riducendo il rischio di allettamento (il piegarsi delle piante sotto il peso del riso o a causa del vento).

Il risultato è un riso che ha migliorato la qualità del chicco, la sua capacità di mantenere una consistenza cremosa e la resistenza alle malattie. Grazie a queste caratteristiche, il Vialone Nano è oggi uno dei risi DOP più utilizzati in Italia, soprattutto nel Veneto.

Questi esempi dimostrano come gli incroci varietali siano fondamentali per migliorare la qualità, la resa e la resistenza delle colture, rispondendo alle esigenze dell’agricoltura moderna e alle sfide poste dal cambiamento climatico e dalle malattie.

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